“E’ la storia di un uomo che dalla vita non ha mai avuto niente, un fallito, e attraverso tutti i no che la gente gli ha detto, vediamo tutti i momenti più importanti della sua vita”.
Dogman può essere in effetti riassunto nell’incipit di quel cortometraggio di oltre vent’anni fa, poi diventato un lungometraggio, anche se l’ispirazione nasce da un fatto di cronaca avvenuto nel 1988.[SPOILER] È la storia vera di Pietro De Negri, un toelettatore per cani della Magliana, che per uscire da una spirale di malavita che lo ha invischiato, rapisce, tortura e uccide, Giancarlo Ricci, il delinquente che lo ricatta.
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“Ci sono volute sei stesure per arrivare a quella finale, perché Matteo le trovava sempre troppo crude – ha raccontato Gaudioso al pubblico ferrarese, intervistato dal giornalista Samuele Govoni – la sfida per noi sceneggiatori (oltre a lui e Garrone, anche Ugo Chiti, ndr) è stata portare una persona incapace di fare del male, a compiere un gesto efferato.
Della vicenda ci ha colpito la necessità di una vendetta, che poi si rivela vacua, come in Un borghese piccolo piccolo. Siamo partiti da lì e poi ci siamo allontanati dalla fedele riproposizione della cronaca, anche perché ci sono versioni discordanti e non ci interessava entrare nel merito. È difficile e sbagliato cercare di ricostruire la vita di una persona in un film. Noi abbiamo preso il cuore della vicenda e ce ne siamo discostati per creare un personaggio contemporaneo con problematiche che potessero riguardarci tutti”.
Oltre alla ricerca della sceneggiatura giusta, anche quella del protagonista e della location hanno dilatato molto i tempi di gestazione del film, a cui si è iniziato a lavorare nel 2005.
“Le cose si sono sbloccate quando Matteo ha trovato Marcello per interpretare il protagonista e quando ha individuato nel Villaggio Coppola, vicino a Castel Volturno, in provincia di Caserta, il set ideale. La vicenda reale si svolge alla Magliana, nella periferia di Roma, dove un tempo c’era il fango nelle strade, ma oggi non è più così, lo so bene perché ci insegno, alla Scuola d’arte cinematografica Gian Maria Volonté. Inoltre Garrone, così come ha voluto prendere le distanze dalla storia, rivisitandola, lo ha fatto anche con i luoghi. Quello che aveva in mente era più un western, con una grande strada centrale polverosa, a lato qualche bottega, attorno la desolazione e un personaggio che passa correndo, invece che a cavallo, in sella alla moto”.
Il western ritorna anche nei più recenti progetti di Gaudioso, che resta uno degli sceneggiatori più prolifici ed al contempo più originali del cinema italiano contemporaneo.
“Ultimamente ho scritto una serie western con Stefano Sollima (regista delle serie Romanzo Criminale e Gomorra, figlio di Sergio, che ha diretto la gran parte del ciclo di Sandokan, ndr). Con Daniele Vicari ho tratto una commedia strappalacrime da una storia vera. Poi ho lavorato ad un film sulla storia di Sarajevo negli anni ‘90”.
Sappiamo dunque cosa aspettarci dalla prossima stagione televisiva e cinematografica.
Chi volesse vedere Dogman potrà recuperarlo, sempre all’Arena Le Pagine, il 27 luglio.
Gli incontri con gli autori proseguono invece l’8 luglio con il montatore Cristiano Travaglioli (La mafia uccide solo d’estate, La grande bellezza, The Young Pope, Youth – La giovinezza, e tanti altri) e il 10 luglio con Andrea Magnani, regista di Easy – Un viaggio facile facile, in proiezione quella stessa sera.
“Per il secondo anno – ha detto Alice Bolognesi, presidente di Arci Ferrara e curatrice della rassegna estiva – l’Arena ospita del ciclo “Accadde Domani” organizzato con Fice e Agis. In continuità con le scelte che facciamo e abbiamo fatto al Cinema Boldini ci fa piacere poter proseguire con questa proposta anche nell’estivo e avere ospiti che ci raccontano il loro lavoro”. Dopo l’incontro un gruppo di spettatori è rimasto a conversare con Gaudioso, sempre molto disponibile: si trattava di persone nate a Roma, che conoscevano i fatti o i protagonisti della vicenda, ed hanno riportato allo sceneggiatore aneddoti vissuti in prima persona. Chissà che non ne nasca una nuova trama.