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Dalle matite alle auto elettriche: batterie al grafene per un futuro più green, Unife racconta il progetto stasera a Grisù

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Jusef Hassoun, professore di Chimica Fisica, Cinetica Chimica ed Elettrochimica al Dipartimento di Scienze Chimiche, Farmaceutiche e Agrarie dell’Università di Ferrara, è uno dei ricercatori più attivi, in Italia e in Europa, sullo sviluppo di nuovi sistemi di accumulo di energia. Ovvero, le batterie, centrali nella prossima transizione ecologica, ma non solo. Nel 2018 è entrato nella lista degli scienziati più citati al mondo stilata dal prestigioso ente internazionale Clarivate Analytics.

Con Donato Vincenzi, docente del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife e ricercatore impegnato in progetti di batterie per l’ambito aerospaziale insieme ad ASI (Agenzia spaziale italiana), sarà protagonista stasera, giovedì 1 luglio, alle ore 21 a Factory Grisù, della conferenza “Batterie da Nobel di uso quotidiano”, terzo appuntamento 2021 de “I Venerdì dell’Universo” (anche diretta streaming dal sito della manifestazione).

Il grafene è al centro degli studi più recenti di Hassoun, condotti in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia nell’ambito del Graphene Flagship Core 3, progetto che coinvolge oltre 160 partner accademici e industriali da 23 paesi europei.

Il materiale presente nelle mine delle matite infatti si è già dimostrato ricco di potenzialità, e il gruppo di ricerca coordinato da Hassoun ne sta testando le qualità elettrochimiche per applicazioni di tipo energetico. In particolare, nei prossimi anni proprio a Unife saranno testate le prestazioni di accumulatori di energia, o batterie, composte da grafene e altri elementi, come lo zolfo, che renderebbero più efficaci le reazioni chimiche.

“I vantaggi delle batterie litio-grafene-zolfo sarebbero molteplici. Ad esempio, un accumulatore che possa contenere più energia a parità di peso assicurerebbe un aumento dell’autonomia chilometrica nelle auto elettriche. Il settore automobilistico quindi sarebbe il primo a godere di queste tecnologie di frontiera. Anche per l’ambiente, queste batterie risulterebbero meno impattanti di quelle litio-ione attualmente più diffuse, che contengono cobalto, manganese e nichel” spiega il professore.

Infine, importante sarebbe la ricaduta economica: “Al momento, una tipica utilitaria con motore a combustione interna può costare circa 16mila euro. Nel caso di un’auto elettrica, a tale cifra che copre in genere la componentistica si deve aggiungere il costo della batteria, che può raggiungere valori fino a 10mila euro. Quindi, abbassare i costi delle batterie porterebbe il prezzo dell’auto elettrica vicino a quello di una utilitaria convenzionale, rendendola estremamente competitiva”. Un ulteriore passo per favorire la diffusione di un modo meno inquinante di muoversi, senza fare affidamento solo sugli incentivi statali.