Ferrara da sempre città di cinema e set di importanti produzioni internazionali: e proprio dalla nostra città nasce la storia di Pietro Ricci e di una passione viva che diventa motore per raggiungere traguardi importanti e realizzare sogni apparentemente impossibili. Pietro non è solo uno dei tantissimi fan dell’attore americano Kevin Costner, ma anche il fondatore del suo Fan Club italiano e co-autore di un libro che sta per essere presentato proprio a Ferrara. Nella prefazione compare inoltre un testo scritto dal noto attore di Fandango e Balla coi lupi. Il titolo? Kevin su Costner: un’icona del cinema si racconta.
Da dove inizia questa storia?
Sono nato a Ferrara e questa città ha sempre avuto un significato speciale per me, accompagnando le tappe più significative della mia vita. La mia passione per il cinema è nata in modo inaspettato nel 1991, quando vidi ancora piccolissimo Robin Hood – Principe dei ladri al cinema, ebbe un impatto enorme su di me bambino, portandomi ad appassionarmi sia al cinema che in particolare a Kevin Costner.
Perché proprio lui?
Per anni ho avuto quell’immagine di Robin Hood in mezzo agli alberi impressa nella mente, ma non sapevo esattamente di quale film si trattasse se non rivedendolo anni dopo. Nel frattempo avevo visto altri film suoi, come il celebre Balla coi lupi. Ogni volta che lo vedevo al cinema qualcosa in particolare mi colpiva: la sua capacità di interpretare personaggi profondi, complessi e umani, e il suo approccio al cinema, che sembrava sempre così genuino e autentico. Non c’era mai nulla di forzato nelle sue interpretazioni.
Un momento chiave è stato al primo anno di liceo classico, quando ho avuto qualche difficoltà con l’inglese e l’ho superata con la scusa di scoprire la voce originale di Kevin Costner. Così ho iniziato a guardare i suoi film in lingua originale con i sottotitoli e da quel momento a leggere libri e riviste su di lui, migliorando incredibilmente la mia conoscenza della lingua e rafforzando la mia passione per l’attore.
Come è nato invece il Kevin Costner Italian Fan Club?
Nel 2011, dopo anni di studi e riflessioni, ho deciso che dovevo fare qualcosa di concreto per dar forma alla mia passione e mi è venuta l’idea di creare un punto di riferimento per tutti i fan italiani di Kevin Costner. L’idea era creare una community per condividere la mia passione in modo organizzato e filologico, mettendo a disposizione della community tutto il materiale che avevo collezionato: dagli opuscoli in giapponese con il programma dei suoi film, alle t-shirt e felpe delle troupe dei film e alcune riviste rare. Nel 2016 ho iniziato a contattare persone che avevano lavorato con lui, per raccogliere interviste da pubblicare sul blog del fan club sia in inglese che in italiano. Questo lavoro mi ha permesso di creare legami con le persone che lavorano a stretto contatto con Kevin e di farmi conoscere, entrando così nella sua cerchia di collaboratori più ristretta.
Tra le altre cose, ho organizzato già 4 retrospettive dei suoi film. L’ultima e più grande nel 2023 durante il Ferrara Film Festival, dedicata al film Fandango, un piccolo cult a cui Kevin è molto legato. È un film che non ebbe successo negli Stati Uniti, ma trovò un pubblico appassionato in Italia.
Com’è stato il primo incontro di persona con Kevin Costner?
Il mio primo contatto con Kevin non è stato di persona. Nel 2018 grazie al suo stuntman, Norman Howell, che avevo intervistato per il fan club, sono riuscito a fargli recapitare una lettera insieme a un libro di ritratti dei suoi personaggi realizzati da un amico in stile cartoon. Qualche giorno dopo mi sono arrivate delle foto di Kevin con il libro in mano. Il truccatore di Kevin, Mario Michissanti, che è un mio caro amico, mi raccontò che Kevin stava leggendo la mia lettera durante il trucco, e ogni tanto lo chiamava per leggere alcuni passaggi. Era molto commosso e voleva sapere chi fossi, nel 2019 mi ha citato addirittura in un’intervista… Nel 2020 poi, grazie a un contatto, ho iniziato a collaborare con Mark Gillard, il braccio destro di Kevin, che è diventato un carissimo amico. Nel 2023 sono stato nel deserto dello Utah e ho visitato il set di Horizon: Capitolo 2, di cui Mark è produttore, trascorrendo ben dieci giorni con la troupe e vedendo dirigere Kevin. Un’emozione fortissima e indimenticabile. Abbiamo guardato insieme i replay di alcune scene e ho avuto l’occasione di consegnare a Kevin alcuni artwork realizzati da disegnatore brasiliano Thobias Daneluz, che ha molto apprezzato.
Da allora siete veri amici…
L’anno scorso ho avuto modo di rivederlo grazie a Silvia Bizio, autrice del libro che stiamo per presentare, in occasione del Magna Grecia Film Festival, poi alla prima mondiale di Horizon 2 a Venezia. A metà settembre sono andato in California a trovare Mark e ho avuto la possibilità di partecipare al concerto benefico 805 live, che si tiene nella tenuta di Kevin in favore dei first responders, persone che prestano primo soccorso nella contea di Santa Barbara, dove vive Kevin. Durante la serata ho potuto sentire suonare Kevin con la sua band, i Modern West.
Come è nata l’idea di scrivere il libro Kevin su Costner?
È nata sul set di “Horizon 2”, quando ho incontrato Silvia Bizio, giornalista di spicco e corrispondente di cinema da Los Angeles, che era lì per scrivere un pezzo sul progetto e per fare da tramite tra Kevin e Alberto Barbera, presidente del Festival del cinema di Venezia dove Costner voleva portare Horizon 1. Le ho mostrato le interviste che lei aveva fatto a Kevin nel corso degli anni e io avevo collezionato e pochi giorni dopo mi ha contattato dicendo che Kevin aveva suggerito di intervistarmi perché avevo tantissime cose da raccontare. Dopo quell’intervista abbiamo deciso di scrivere il libro insieme. È stato pubblicato nel novembre 2024 da Gremese, con prefazione di Kevin. Il libro è una raccolta delle sue parole, basata sulle interviste che Silvia gli ha fatto nel corso di oltre 40 anni; è una raccolta di riflessioni, testimonianze e aneddoti, non solo su Kevin come attore, ma anche sul suo approccio al cinema e alla vita. Le interviste offrono uno spunto privilegiato per capire la sua filosofia e come abbia costruito una carriera longeva senza mai scendere a compromessi.
A chi è rivolto il libro?
Il libro è pensato per chiunque sia appassionato di Kevin Costner, ma anche per chi ama il cinema in generale. Costner è un personaggio che ha costruito la sua carriera senza mai seguire la corrente, e il libro esplora questo aspetto fondamentale della sua figura. È un’opera che parla di integrità, di passione e di dedizione, temi universali che vanno ben oltre il mondo del cinema. Gli appassionati di Costner troveranno al suo interno un ritratto intimo e personale di un uomo che ha sempre cercato di rimanere fedele a sé stesso. La presentazione del libro a Ferrara sarà un momento molto speciale per me: gioco in casa e c’è il patrocinio del Comune ma soprattutto Kevin ha deciso di inviarci un video saluto, che verrà mostrato durante la presentazione. Vi aspettiamo giovedì 23 gennaio alle ore 17 alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Oltre a me ci sarà Silvia Bizio in collegamento da Los Angeles. A moderare l’incontro ci sarà l’assessore alla cultura Marco Gulinelli.
Quale consiglio daresti a chi vuole inseguire un sogno come il tuo?
Naturalmente di non arrendersi mai, anche quando sembra che tutto remi contro. La mia passione mi ha dato la forza di superare molti ostacoli, e mi ha insegnato che la perseveranza è la chiave di tutto. Non è fondamentale avere subito una visione chiara di dove si vuole arrivare perché questa arriverà strada facendo. Ma è importantissimo fare le cose per se stessi senza voler per forza piacere agli altri. Ora ad esempio sto lavorando a un film con un collaboratore di Kevin, Gary Rifat, che è regista e sceneggiatore. Sarà ambientato tra Ferrara e Baura, parla di un triangolo amoroso, e ruota attorno alla casa famiglia Integrazione Lavoro, tra le altre cose una cooperativa che si trova proprio a Baura. Infine sto gettando le basi per un progetto che porterà Kevin e la sua band a Ferrara per un evento che unisca musica e cinema. Magari con una masterclass allo spazio Antonioni, per chiudere il cerchio con Ferrara!
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