Dolce, creativa, determinata, Anna Nastruzzi ha sempre avuto la passione per il design e i materiali. Nata e cresciuta a Ferrara, si è laureata presso Unife in ingegneria meccanica con indirizzo Materiali. Con le prime esperienze, ha iniziato a nascere in lei il desiderio di avere un’attività tutta sua. Per raggiungere il suo obiettivo, però, aveva bisogno di ulteriori titoli di studio, così è volata in Svizzera per immergersi in un dottorato di ricerca al PSI (Paul Scherrer Institute) e nel programma di MBA (Master in Business Administration) presso il Collège des Ingénieurs.
Tra un esame e l’altro, Anna ha incontrato un grande amore, Andaç, che ha studiato ingegneria metallurgica e dei materiali presso la Middle East Technical University di Ankara, in Turchia, la sua terra natale. In comune hanno la passione per la scienza dei materiali e l’innovazione, così hanno deciso di scommettere su un progetto di design sostenibile: Adorna Studio. Anna e Andaç utilizzano la tecnologia della stampa 3D FDM (Fused Deposition Modeling) per trasformare bottiglie di vetro non utilizzate in opere d’arte, belle e funzionali.
Ad Anna mi lega una lunga amicizia, una di quelle che non conoscono distanze. Recentemente è tornata a Ferrara, così le ho proposto di incontrarci per farmi raccontare nel dettaglio com’è nato Adorna Studio.
Quando e com’è nato il progetto Adorna Studio?
È nato lo scorso anno, a luglio, da una mia idea e del master che Andaç ha conseguito sulle leghe di nuova generazione per la stampa 3D. Vista la mia grande passione per le piante, recentemente mi sono avvicinata all’idrocoltura. Questa tipologia di coltivazione prevede che le piante vengano messe all’interno di vasi trasparenti che, a loro volta, vanno collocati in un altro vaso, o copri-vaso, costruito con materiali in grado di filtrare la luce solare. Da qui nasce il primo prototipo di vaso di Adorna Studio: l’obiettivo era avere un oggetto in grado di contenere uno dei barattoli di vetro riciclati che stavo utilizzando per le mie piante in idrocoltura. Dopo il primo esperimento ben riuscito abbiamo iniziato a progettare vasi più grandi, anche per puro scopo decorativo.
L’obiettivo principale dell’iniziativa è il riciclo: quali materiali utilizzate e dove li recuperate?
Attualmente ricicliamo i barattoli in vetro di ciò che consumiamo in casa, come il vasetto del pesto o della salsa di pomodoro, e chiediamo a nostri amici di darci i loro barattoli vuoti. In futuro ci piacerebbe provare a riciclare bottiglie di plastica o altre tipologie di contenitori, in modo da ridurre i rifiuti e dar loro nuova vita. Ogni vaso può essere acquistato con o senza contenitore di vetro all’interno proprio per dare la possibilità al consumatore di riciclare anche i propri barattoli. Oltre a questo, cerchiamo di utilizzare materiali riciclati e/o riciclabili per produrre i vasi Adorna.
Quali sono i valori che animano il progetto?
Sicuramente la passione e la voglia di metterci in gioco. Creare qualcosa di nostro, che possa aiutare l’ambiente e alimentare l’economia circolare, è sempre stato il nostro sogno più grande.
A breve Anna completerà il suo dottorato in Materials Science and Engineering presso l’EPFL (Politecnico federale di Losanna) con focus sui materiali nucleari, mentre entro fine 2025 porterà a termine anche il suo MBA. Anche Andaç sta svolgendo all’EPFL un dottorato di ricerca dedicato allo studio della stampa 3D di multi-materiali composti da leghe metalliche dissimili utilizzando raggi X ad alta energia. Allo stesso tempo, lavora presso il centro di ricerca PSI nella Svizzera tedesca, proprio dove con Anna è scoccata la prima scintilla. Impegnatissimi e determinati, oltre a studiare e lavorare, Anna e Andaç trovano il tempo per prendersi cura dell’ambiente con competenza e creatività.
Come ha influito la vostra formazione da ingegneri sulla realizzazione di questi oggetti di design?
Essere ingegneri ci ha aiutati molto, soprattutto nel creare oggetti funzionali, oltre che esteticamente belli. Il primo obiettivo per noi è stato dar vita a vasi resistenti e duraturi. La nostra professione è stata fondamentale per la vera e propria realizzazione tramite software di disegno 3D e per le competenze tecniche che richiede questa tipologia di stampa.
Per il nome e il logo vi siete affidati a qualche professionista?
Abbiamo preferito fare tutto noi, in modo da creare un progetto nostro al 100%. Il nome “Adorna” nasce dall’unione delle città turche Adana e Ordu. Abbiamo creato questo naming anche perché contiene due “A”, le iniziali dei nostri nomi. Ci siamo poi accorti che anche in italiano il termine “adorna” rispecchia il nostro obiettivo: adornare con i nostri vasi dal design sostenibile. Il logo è l’unione della testa dell’estrusore della stampa 3D e di due foglie cheveicolano la sostenibilità. Le diverse parti, combinate insieme, formano un fiore di tulipano, simbolo di felicità, gioia e fortuna.
Dal nome del brand al logo, Anna e Andaç hanno creato da zero Adorna Studio. Dalla scelta dei materiali al prodotto finito, producono tutto da soli in casa, a Brugg, in Svizzera, tramite l’uso di tre stampanti di loro proprietà.
Nello specifico, come prende vita un oggetto firmato Adorna Studio?
La nascita di ogni nostro prodotto segue tre fasi principali: ideazione, progettazione e realizzazione. Il primo step consiste nello sviluppo di un’idea, un motivo o un tema per un prodotto o una serie. La seconda fase prevede il disegno assistito al computer (CAD) dell’oggetto, stabilendo l’aspetto che dovrà avere, il funzionamento e la dimensione, a seconda del contenitore da riciclare che accoglierà. Infine, la realizzazione riguarda la regolazione dei parametri della stampante 3D e la stampa finale.
Qual è il materiale principale che utilizzate per le vostre creazioni?
Il PLA (Acido Polilattico), perché è un materiale non tossico, riciclabile e biodegradabile. Lo si può trovare integrato con diversi materiali, quali gesso, fibre di legno e polveri metalliche. Inoltre, esistono diversi PLA che derivano da plastiche riciclate. Dal punto di vista tecnico, il PLA è un materiale facile da stampare e con buone proprietà meccaniche idonee al tipo di creazioni che realizziamo.
Ogni pezzo è unico: li create anche su commissione?
Sì, in futuro vorremo principalmente lavorare su commissione per evitare sprechi di materiale e dar vita a soluzioni personalizzate. Il cliente può scegliere materiale, colori e dimensioni in base alle proprie esigenze. Grazie al processo di stampa 3D, anche se due pezzi hanno lo stesso design, non saranno mai identici: ogni articolo è unico!
A oggi, come avviene la vendita?
Attualmente vendiamo su richiesta tramite Instagram, e-mail o WhatsApp a persone che conosciamo. Abbiamo appena avviato una collaborazione con un negozio di Basilea e stiamo cercando altri store dove poter esporre o vendere i nostri prodotti. Ci piacerebbe dar vita a partnership anche in Italia, in particolare nella mia Ferrara, per far conoscere il nostro marchio. Tra i progetti futuri c’è anche l’apertura di un e-commerce e di uno spazio tutto nostro dover produrre e vendere i prodotti Adorna!
Siete contenti dei riscontri che il progetto ha ricevuto fino ad ora?
Siamo molto contenti! Mettiamo tanta passione e precisione in ciò che facciamo e il riscontro positivo non solo di parenti e amici, ma anche di persone che non conoscevamo e che ora supportano il progetto, ci motiva e gratifica. L’aspetto più sorprendente è vedere come ogni persona interpreta in maniera diversa le nostre creazioni.
Quali sono le principali difficoltà tecniche o logistiche che avete dovuto affrontare in questi primi mesi di attività?
Una delle difficoltà primarie è legata allo spazio e al rumore che producono le stampanti durante la realizzazione dei pezzi: siamo già all’opera per costruire una struttura che ci permetta di contenerle tutte e tre per ridurre il rumore. Un altro aspetto delicato è legato alla regolazione dei parametri di stampa per i diversi tipi di materiale, poiché ciascuno deve essere stampato con temperature differenti e specifiche diverse.
Che legame hai mantenuto con la città?
Ferrara è stata e sarà sempre la MIA città. Mi è dispiaciuto molto lasciarla, ma farà sempre parte della mia vita… magari proprio grazie a una collaborazione di Adorna Studio con qualche negozio locale. Ferrara ha alimentato quella passione per la bellezza e l’arte che oggi trasmetto alle mie creazioni.
Che messaggio volete lanciare tu e Andaç con Adorna Studio?
Grazie alla tecnologia e al recupero dei materiali possiamo creare oggetti nuovi. Oltre a renderli belli, diamo loro una nuova funzione, affinché possano tornare a vivere. Ciascuno di noi può dare il proprio contributo al nostro prezioso Pianeta: con Adorna Studio stiamo muovendo i primi passi verso una società più sostenibile e unita dalla passione per il design.
Se anche tu vuoi contribuire a questa importantissima missione, puoi ordinare il tuo vaso 3D su misura dal profilo Instagram di Adorna Studio.