Immaginate un posto in cui ogni filo di lana scartato trova nuova vita, dove l’arte del riciclo diventa una celebrazione del passato e una promessa per il futuro. È questo lo spirito di Recufilando, un progetto culturale nato dalla visione innovativa di Elisa Bordini e Anna Di Brindisi, due ragazze che hanno deciso di sfidare il consumismo moderno con ago, filo e tanta creatività.
Recufilando non è però solo un progetto, piuttosto una rivoluzione gentile che trasforma lo scarto in bellezza, portando avanti una filosofia che vede nell’arte un potente strumento di rigenerazione. Nel periodo post pandemico, quando ancora ci stavamo risvegliando da quel torpore forzato che – un po’ universalmente – ha lasciato un bel segno, Anna ed Elisa, animate dalla passione per il lavoro a maglia e all’uncinetto, hanno lanciato Filgood, un format di incontri all’aperto dove sferruzzare in compagnia diventava un’esperienza di condivisione e convivialità.
Ecco, vi vedo già seduti al parco, circondati dal verde e dalle cicale, con le mani che lavorano la lana al ritmo della musica, mentre il sole tramonta.
È in ambienti come questo che nascono le idee più rivoluzionarie: tra un sorso di birra e una chiacchiera, le ragazze conoscono Matteo, un giovane con la stessa passione per l’uncinetto, che le mette in contatto con Daniele Tassinari, ideatore del progetto Lana di Zucchero, a Renazzo. Daniele è un allevatore di alpaca e un esperto nella lavorazione della lana, un sapere antico tramandato di generazione in generazione. Con pazienza, ha insegnato loro l’arte della cardatura e della filatura: le sue mani esperte dapprima tosano delicatamente l’alpaca, poi separano e pettinano le fibre. Una volta cardata, la fibra viene trasformata in gomitoli attraverso la filatura, eseguita con l’aiuto del filarino. Quello stesso filarino della nonna con cui Anna giocava da bambina e che Maurizio, artigiano e papà di Elisa, ha provveduto a restaurare. Le due ragazze iniziano quindi ad aiutare Daniele prima nella produzione di accessori a ferri e uncinetto con la lana dei suoi alpaca, e poi supportandolo nella lavorazione della fibra, imparando poco a poco il mestiere.
Di fronte alla difficoltà di smaltimento della lana da parte di molti allevatori, Daniele suggerisce alle ragazze di recuperare un’enorme quantità di lana di pecora Naso Nero del Vallese, altrimenti destinata a finire tra i rifiuti.
Oggi la lana, per molti allevatori, è diventata un problema: gli animali vengono tosati per necessità, ma lo smaltimento ha costi che pochi vogliono sostenere, e spesso la lana finisce per essere eliminata in modo poco etico. Le ragazze, invece, hanno visto in questo problema un’opportunità. L’obiettivo di Recufilando è creare un sistema stabile, a cui gli allevatori possano affidarsi per smaltire la lana in modo sostenibile. A loro, come artigiane, il compito di recuperare il materiale destinato allo scarto, che lavorano con cura per trasformarlo in gomitoli pronti all’uso o in prodotti artigianali, occupandosi anche del processo di tintura. Utilizzando scarti organici, come bucce di cipolla, fiori, semi di avocado e bacche, tingono la lana creando sfumature sempre diverse. Ogni gomitolo o prodotto diventa così una piccola opera d’arte, un pezzo unico frutto di una lavorazione sostenibile e attenta all’ambiente.
Attraverso un processo di economia circolare, Anna ed Elisa stanno creando un sistema che non solo riduce gli sprechi, ma valorizza il tempo e l’arte del fare. Ogni gomitolo racconta una storia, ogni prodotto è un inno alla lentezza e al rispetto per la natura. L’obiettivo è diffondere una nuova cultura dell’artigianato, in cui il recupero e il valore del tempo diventano i protagonisti.
In un mondo che corre troppo veloce, Recufilando ci ricorda che ciò di cui abbiamo davvero bisogno è già intorno a noi, basta saperlo vedere e trasformare con le nostre mani. Con ogni filo di lana che recuperano, le ragazze tessono un futuro in cui arte e sostenibilità vanno di pari passo, dimostrando che anche ciò che sembra superfluo può diventare prezioso. Insieme, stanno trasformando non solo la lana, ma anche il loro modo di guardare il mondo.
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