Manca pochissimo alla VI edizione di TEDxFerrara, un appuntamento che, anno dopo anno, continua a stupire e avvicinare sempre più persone. Il 7 settembre, l’appuntamento è al Teatro Comunale della piccola città estense, dalle 16 alle 19. L’evento sarà preceduto e seguito da una serie di novità, pensate per assecondare i diversi gusti del pubblico. Per conoscerle ho fatto quattro chiacchiere con Marco Antonio Rizzo – ideatore di tutte le edizioni di TEDxFerrara – ed Edoardo Righini, volto ormai noto sui social scelto come presentatore di questa VI edizione.
Marco, come si è evoluto l’evento nel corso degli anni?
Il TEDx è per definizione in continua evoluzione. L’obiettivo degli organizzatori è adattare la proposta ai continui cambiamenti della società, intercettando le nuove idee che la società deve conoscere e adattando il format a seconda dei desideri del pubblico. Infatti, le prime edizioni hanno seguito la modalità standard: speaker selezionati da tutta Italia hanno portato in città una serie di idee che valeva la pena condividere, toccando argomenti quali natura, architettura, ricerca scientifica e arte. Negli anni, abbiamo aggiunto una serie di novità, come le Adventures (dalle 9:00 alle 13:00, si terranno infatti vari laboratori in città e provincia, ndr) e l’After Party (presso l’Associazione Nuova Terraviva a partire dalle 20), perché la città non deve solo ascoltare nuove idee, ma i cittadini stessi devono diventare il primo veicolo per la loro diffusione.
Cosa ti hanno portato e cosa hanno lasciato alla città le edizioni precedenti?
Sicuramente il tasso di fidelizzazione molto alto. TEDxFerrara sta diventando una sorta di “rimpatriata di Natale”, dove più di 500 persone si ritrovano per raccontarsi ciò che hanno scoperto negli ultimi 365 giorni. Inoltre, tanti partner ogni anno rinnovano la collaborazione, indice del fatto che siamo sempre all’altezza delle aspettative. La città, invece, ha avuto l’occasione di conoscere speaker ferraresi di grande valore che hanno portato valore aggiunto alla società.
Com’è nato il tema “Quello che non vediamo” di questa sesta edizione?
Può succedere qualunque cosa, ma ogni giorno, da 9 anni, alle 18, vado a casa dei miei genitori e faccio una passeggiata con il mio cane. In quella mezz’ora, di totale distacco da tutto, penso. Un pomeriggio, mentre ascoltavo l’ennesimo podcast, mi è sorto un dubbio: come faccio a sapere se quello che sto ascoltando è effettivamente vero? Ho ragionato sul fatto che la nostra realtà è data da quello che i nostri occhi vedono e le orecchie sentono; tutto il resto ci viene raccontato con il filtro del narratore, senza alcuna certezza che corrisponda al 100% alla realtà. Quando ho condiviso quest’idea con i volontari del TEDxFerrara, ho ricevuto un ottimo riscontro. È un tema che lascia molta libertà d’interpretazione.
Come avete scelto le persone da coinvolgere?
Teniamo in considerazione il fattore città: desideriamo che la maggior parte degli speaker sia del territorio. Ferrara è ricca di cittadini innovatori e visionari: il nostro compito è trovarli e mettere in risalto le loro idee e il valore che apportano.
Quali sono le principali difficoltà che si riscontrano nell’organizzare un simile evento?
Sicuramente far capire alla città che la cosa più importante del TEDxFerrara non è tanto lo speaker che porta l’idea, ma l’idea stessa. Spesso si crede che una persona con un grande seguito sui social sia anche in grado di fare una grande performance dal vivo, ma raramente è successo. Di frequente, accade invece che le persone poco conosciute facciano dei talk meravigliosi.
Quali sono i punti di forza del TEDx e gli aspetti maggiormente apprezzati nel corso del tempo, anche dagli ospiti passati?
Sicuramente i volontari. Il fatto che 25 ragazze e ragazzi per 6 mesi l’anno tolgono qualche ora a Netflix per dedicarla alla buona riuscita dell’evento mi ha sempre trasmesso energia. Quando le persone lavorano con entusiasmo, questo viene percepito dal pubblico. Dopo ogni edizione mandiamo un questionario: abbiamo sempre ricevuto una media di apprezzamento di 9 punti su 10. È una bella soddisfazione!
Cosa ti aspetti da questa VI edizione?
Non abbiamo mai avuto una percentuale di speaker ferraresi così alta. Il mio augurio è che il pubblico possa capire che Ferrara è ricca di eccellenze e idee da scoprire. Inoltre, l’esperimento dell’After Party è un grande stimolo!
Come si svolgerà la festa presso l’Associazione Nuova Terraviva?
Dopo le 20, per i primi 400 partecipanti che hanno acquistato il biglietto, ci sarà la possibilità di partecipare al post-evento presso la splendida cornice dell’Associazione Nuova Terraviva. Immersi dalla natura, assisteremo a una performance acrobatica, tra gli stand dei partner e una mostra di illustrazioni inedite del collettivo The Ferrareser, proprio sul tema “Quello che non vediamo” ispirato dalla città di Ferrara.
Hai scelto Edoardo Righini come presentatore… credi che il suo linguaggio ironico darà un taglio diverso a questa edizione?
Conosco Edo da una vita e ho scelto lui per la sua intelligenza e preparazione, che si sposano a meraviglia con l’ironia che lo contraddistingue. È una delle persone più brillanti che conosco! La professionalità e la proattività con cui sta preparando l’evento mi sorprende ogni giorno!
Passiamo allora la parola a Edo: molti hanno iniziato a conoscerti per i tuoi simpaticissimi video sui social, ma tu cosa fai nella vita?
Anni fa ho lavorato per uno studio legale, mentre ora faccio parte di un’agenzia di pubblicità a Milano. Se ti dovessi dare una risposta brillante, ti direi che faccio il creativo, ma sono un umile copywriter. Sono arrivato a Milano 14 anni fa per fare giurisprudenza, poi però ho preso un’altra strada che, per ora, mi piace molto.
Da dove prendi ispirazione per i tuoi video?
Per lavoro sono abituato a trovare insight, piccole verità in cui le persone possono ritrovarsi, e questo mi aiuta molto quando cerco ispirazione per i miei video. Parto sempre da un mio pensiero, da una mia esperienza o da quelle delle persone che mi circondano. Amo osservare gli altri e ricavare piccole verità.
Vivi a Milano da molti anni, ma che legame hai con Ferrara?
Resta la mia città d’origine e una delle città per me più importanti dal punto di vista emotivo e sentimentale. Qui ho la mia famiglia, i miei migliori amici. Ferrara me la sono portata a Milano e in quello che faccio: nei miei video c’è molta “ferraresità”, passami il termine, ovvero un punto di vista un po’ scettico e cinico sul mondo, ma sempre illuminato da un senso dell’ironia e dell’umorismo disincantato che mi permette di sopravvivere ad alcune delle riflessioni e delle “disgrazie” che toccano la mia generazione. Torno spesso a Ferrara proprio per i miei legami: per me è la “città dei ritorni”.
Quando ti hanno proposto di presentare TEDx hai accettato subito?
Sì, ma ti racconto un aneddoto: in realtà, sono andato io da Marco e, scherzando, gli ho detto “se arrivo a 100mila follower ti chiederò di partecipare al TEDx come speaker”. Raggiunta la cifra, sono tornato da lui e, a quel punto, lui mi ha destabilizzato chiedendomi di partecipare, ma come presentatore! Non posso che ringraziarlo per la fiducia, l’entusiasmo e il pizzico di follia dimostrate: sono questi gli ingredienti segreti di Marco, le qualità che gli permettono di fare magnificamente tutto ciò che fa. Risultato? È sempre un passo avanti a tutti. Quanto a me… a pochi giorni dalla data X non so ancora se sono “degno” di questo incarico, ma ho deciso di lanciare il cuore oltre l’ostacolo!
È la prima volta che vesti questi panni in un evento?
Sì, è la prima volta. Per lavoro sono abituato a presentare i progetti creativi ai clienti, ma è tutta un’altra storia. Avere la responsabilità di introdurre speaker magnifici, in un contesto suggestivo come quello del Teatro Comunale, mi trasmette una sana paura, mista all’entusiasmo di mettermi alla prova e al grande onore che provo. E se qualcuno vorrà lanciarmi delle uova? Spero di non dover cambiare domicilio dopo il TEDx…
Oltre a presentare la VI edizione del TEDx porterai anche un tuo intervento?
Avrò un momento di riflessione e condivisione conclusivo legato alla giornata e al tema del 2024: porterò un mio punto di vista su ciò che non vediamo.
Cosa dobbiamo aspettarci in questa veste da presentatore: sarai come sui social o vedremo un Edo Righini diverso?
Voi non aspettatevi niente, così io non deluderò le aspettative di nessuno! Scherzi a parte, cercherò di essere ordinato, preciso e di scandire le parole, dato che mi dicono che nei miei video parlo troppo velocemente! Sul palco porterò il mio tono di voce, simile a quello dei miei contenuti, ma modulato in base al contesto in cui saremo inseriti. Desidero essere un collante tra i vari interventi e, allo stesso tempo, un elemento di leggerezza tra i diversi momenti della giornata. Come sempre, cercherò di non prendermi troppo sul serio!
E tu cosa ti aspetti da questa nuova esperienza che ti attende?
Da un lato, mi aspetto di vivere un bel momento di comunità, dall’altro, avrò l’opportunità di misurarmi con una sfida importante, che un anno fa non avrei mai immaginato. Salire sul palco mi permetterà di vedere le mie capacità, i miei limiti, i miei punti di forze e le mie debolezze. Magari quest’esperienza mi farà capire qualcosa sul mio futuro: diventerò un presentatore… o dovrò darmi all’ippica?
Ed è con quell’ironia che sono sicura ritroveremo anche alla VI edizione del TEDx, che Edo chiude il sipario della nostra intervista. Lo ritroveremo il 7 settembre sul palco del Teatro Comunale di Ferrara insieme a Marco e ai numerosi speaker di quest’anno: il direttore del Museo di Storia Naturale Stefano Mazzotti, la psicologa, psicoterapeuta e scrittrice Lara Ventisette, l’autrice e scrittrice Paola Michelini, il prestigiatore e creatore di rompicapo Mr. Hyde, la counselor e imprenditrice Federica Benassi, l’autore e regista Alessio Marzilli, la founder di DiCiAlice Camilla Mondini e l’ecogiurista e attivista ambientale Marco Falciano.
Se vuoi conoscere “Quello che non vediamo” ed essere parte della VI edizione del TEDxFerrara, c’è solo un’ultima cosa da fare: acquistare il tuo biglietto!