Nel cuore di Ferrara, affacciato sul maestoso Viale Cavour, il Villino Melchiori, progettato dall’ingegnere Ciro Contini e costruito tra il 1903 e il 1904, ha ripreso a splendere dopo anni di degrado. Un edificio simbolo dell’architettura Liberty emiliana, che aveva accumulato negli anni segni di abbandono e trascuratezza: la sua elegante porta-vetrata a forma di corbeille floreale, ammirata da generazioni di ferraresi, era ormai uno dei pochi elementi rimasti a testimoniare l’antico splendore.
Fino al 2020, che nel bel mezzo di una pandemia globale segna l’inizio di una nuova vita per il Villino. Maria Magdalena Machedon, nuova proprietaria dell’edificio, decide infatti di affidare all’architetto Marcello Bosi, suo marito, il compito di progettare una ristrutturazione completa. L’obiettivo era ambizioso: ridare vita a un capolavoro Liberty tenendo conto delle moderne esigenze di sicurezza e risparmio energetico, senza alterare l’integrità storica dell’immobile.
Il Villino Melchiori fu originariamente costruito in soli nove mesi, un tempo incredibilmente breve considerando la qualità architettonica e decorativa dell’opera. La ristrutturazione moderna, invece, ha richiesto tempi molto più lunghi, complice la necessità di rispettare sia le norme vigenti in materia di sicurezza sismica, sia le indicazioni della Soprintendenza per la tutela del patrimonio culturale.
L’edificio ha subito varie modifiche nel corso del ‘900, con interventi che in parte hanno rispettato l’estetica Liberty degli esterni, mentre gli interni, stravolti da uno stile modernista, avevano perso quasi del tutto il legame con l’originale eleganza dell’edificio. Per questo motivo, la ristrutturazione ha dovuto combinare il restauro filologico degli esterni con la libertà di reinterpretare gli spazi interni, adottando soluzioni contemporanee.
Dal 2022, la ditta BLM Costruzioni ha diretto i lavori, coadiuvata da subappaltatori specializzati. Il team guidato dall’architetto Marcello Bosi ha visto la collaborazione di professionisti del calibro degli ingegneri Nicola Arienti e Marcello Carrà, responsabili del miglioramento sismico, e degli architetti Letizia Pesci, Maria Chiara Bonora e Alessandro Balzan, che hanno contribuito alla progettazione architettonica.
La prima fase della ristrutturazione ha riguardato la stabilità strutturale. Fortunatamente, nonostante il passare del tempo e gli eventi sismici, come il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna, le fondamenta si sono rivelate in buone condizioni. Tuttavia, per garantire la sicurezza a lungo termine, è stato necessario intervenire sui solai, consolidandoli con solette in cemento armato e rinforzando le murature portanti.
Il focus è passato poi al restauro delle facciate. Gli intonaci ammalorati sono stati ripristinati e i decori esterni, gravemente deteriorati dagli agenti atmosferici, sono stati riportati al loro antico splendore. Il carattere distintivo del Villino Melchiori è stato rispettato nei minimi dettagli: le decorazioni a scacchiera e a onda, quasi completamente scomparse, sono state ricreate utilizzando stencil e basandosi su fotografie d’epoca.
Le tonalità originali della facciata, un tempo calde, sono state sostituite da tinte più neutre, in accordo con la Soprintendenza, per mantenere un legame con l’immagine sedimentata nell’immaginario collettivo dei ferraresi. Elementi come i girasoli in ferro battuto, creati da Arrigo Minerbi e posizionati sulla cancellata che fronteggia Viale Cavour, sono stati meticolosamente restaurati, restituendo loro il ruolo di protagonisti nell’ornamento esterno.
L’intervento si è esteso anche agli interni, dove, pur rispettando la distribuzione degli spazi consolidata negli anni ‘50, è stato effettuato un ampio rinnovamento. La cucina, ad esempio, è stata spostata e le finiture degli interni sono state completamente rinnovate, pur mantenendo uno stile sobrio ed elegante. Gli impianti elettrici, meccanici e idraulici sono stati rifatti da zero, con l’introduzione di tecnologie moderne che permettono un significativo risparmio energetico, senza intaccare l’estetica dell’edificio.
Una delle sfide principali è stata quella di migliorare l’efficienza energetica della villa, storicamente priva di qualunque isolamento termico. Sono state applicate nuove tecnologie per isolare le pareti e i solai, riducendo il fabbisogno energetico. Una nuova pompa di calore è stata installata per alimentare il sistema di riscaldamento a pavimento, integrato da un sistema di ventilazione meccanica controllata.
Anche i due edifici pertinenziali, un tempo adibiti a floricoltura, sono stati completamente demoliti e ricostruiti nella stessa sagoma. I nuovi volumi, destinati a uso residenziale, sono stati realizzati in uno stile contemporaneo, utilizzando materiali neutri che dialogano con il contesto storico del giardino.
Il restauro del Villino Melchiori non è stato dunque solo un intervento architettonico, ma un atto di amore verso il patrimonio storico di Ferrara. La cura nel ripristino delle facciate, nel restauro dei decori e nella riqualificazione energetica e strutturale ha permesso di far rivivere uno dei più significativi esempi di architettura Liberty in Emilia-Romagna.
Oggi, il Villino Melchiori, con le sue linee eleganti e il fascino ritrovato, rappresenta un perfetto equilibrio tra passato e presente, tra la bellezza storica e le esigenze moderne. E grazie a questo sapiente intervento di recupero, continuerà a incantare chiunque lo osservi, restituendo a Ferrara uno dei suoi gioielli architettonici.
Le informazioni sui restauri sono tratte dal volume Villa Melchiori – Storia di un restauro a Ferrara, di Lucio Scardino e Marcello Carrà.
1 commento
Io sono entusiasta di come vanno queste cose a Ferrara e soprattutto sapere che dei giovani si stanno veramente esprimendo per fare in maniera che sia esaltata qualsiasi situazione nostra perché ne abbiamo veramente il diritto ora io non sono una persona poco importante però vorrei essere informata di quello che fate e quindi vi lascio il mio nome indirizzo e prego di tenermi presente. Grazie