Se non siete studenti universitari è facile che non ne abbiate mai sentito parlare. Eppure le pagine “spotted” (in inglese significa letteralmente: “avvistato”) sono una tendenza ormai consolidata su Instagram e prima ancora su Facebook. Nate negli USA anche su ispirazione della serie tv Gossip Girl, queste pagine consentono agli studenti di lasciare messaggi anonimi riguardanti la propria università, facoltà o biblioteca, con contenuti che variano dalla ricerca di una persona conosciuta per caso a lezione o in palestra e rimasta nei nostri pensieri, alla ricerca di un alloggio per i fuorisede, agli sfoghi su qualche corso di laurea, fino alla ricerca di compagnia per concerti, serate e dritte per il tempo libero. Spottare diventa quindi un modo per cercare in generale persone, servizi, supporto, su qualunque argomento.
Abbiamo fatto due chiacchiere con i ragazzi che gestiscono la pagina Spotted Unife, che si sono gentilmente prestati a rispondere alle nostre domande pur mantenendo l’anonimato. Il profilo ferrarese conta ben 22 mila follower: è sicuramente una delle pagine più conosciute e utilizzate tra gli universitari di Ferrara. Ognuno di noi studenti si è servito almeno una volta di Spotted, che fosse per mandare spot anonimi o semplicemente interagendo con i contenuti, i gruppi online, i box domande e così via. In questo articolo vi racconterò di alcune curiosità sulla sua nascita ed evoluzione, ma anche sulla complessa gestione quotidiana di un vero e proprio faro nella vita studentesca.
Ho sempre avuto una grande curiosità su chi si celasse dietro a questo profilo e su come avviene l’immenso lavoro di selezione e gestione dei messaggi che arrivano ogni giorno e a ogni ora. Perché un po’ tutte le pagine Spotted hanno subito una grande evoluzione negli ultimi anni: in principio l’idea si basava sulla creazione di uno strumento che permettesse agli studenti di ritrovare persone viste per caso: il biondino a lezione nel primo banco, la ragazza carina che era in biblioteca, il ragazzo gentile che mi ha offerto una sigaretta in cortile… cose così. il mezzo era Facebook, il social più diffuso in quel momento, ma in poco tempo con il sopravvento di Instagram le pagine si sono concentrate maggiormente su questo social e il numero di utenti è cresciuto a dismisura, trovando risposta alle crescenti e mutate esigenze della community.
“Con il tempo abbiamo iniziato sempre di più ad intercettare le necessità dei nuovi studenti quali il conoscere nuove persone, il potersi confrontare e l’individuazione di attività extrastudio da poter fare. Così spontaneamente il focus si è spostato di più sulla vita e le esigenze universitarie”, spiega uno dei gestori della pagina di Ferrara. È talmente cambiato il modo in cui questo strumento viene utilizzato, esteso a più aspetti della vita universitaria, che oggi rappresenta una vera e propria rete d’informazione per gli studenti, soprattutto per le matricole che si affacciano a questo nuovo mondo un po’ spaesate. Questo ha chiaramente portato ad un aumento significativo della quantità di messaggi ricevuti, che in media ad oggi è di circa 150 al giorno.
Ma l’attività gestionale non si limita a questo: da due anni a questa parte sono stati creati dei gruppi Telegram specifici a cui delegare alcuni degli argomenti più quotati, come la ricerca delle case, di libri e appunti, biciclette e così via. Questo perché la “mission” della pagina resta far emergere le questioni sollevate dagli studenti, sia per ciò che riguarda l’ambiente universitario sia per la città di Ferrara, e dare loro la possibilità di confrontarsi e aiutarsi a vicenda. Che si parli di esami o tempo libero, Spotted predispone gli utenti al dialogo: la scelta dei gruppi “a tema” non si limita ad alcune esigenze pratiche, ma si estende ad argomenti più di nicchia, come possono essere i concerti o il gaming.
È un bel lavoro di squadra, considerando che i gestori sono solo in quattro, di cui uno dedicato soltanto alle collaborazioni con le realtà del territorio come palestre e locali: “Mediamente solo l’attività di pubblicazione impiega due ore al giorno, senza considerare i bug di Instagram e le ulteriori attività eseguite tra cui la gestione dei gruppi Telegram” ci spiegano. La selezione è infatti massiccia: se gli spot arrivati, come già detto, sono mediamente 150, i pubblicati ogni giorno sono circa 70. L’impegno di Spotted è anche quello di individuare per gli studenti scontistiche, iniziative e locali che possano essere in qualche modo utili: “La nostra pagina è rivolta soprattutto ad universitari – raccontano i ragazzi di Spotted – e in quanto tali non possono permettersi una capacità di spesa come quella di chi lavora. Non collaboriamo mai con attività che non facciano sconti o prezzi specifici rivolti agli studenti. Anche la selezione delle collaborazioni viene effettuata in base ai feedback ricevuti dai nostri follower e contattiamo solo quei locali molto frequentati dagli studenti, per cercare di ottenere qualche piccolo sconto riservato a loro.”
Insomma, Spotted è diventato in pochissimo tempo il centro di informazione su qualsiasi ambito della vita universitaria, un sostegno importante per tutti i nuovi studenti che, spaesati, hanno modo di trovare risposte in maniera immediata grazie anche al sistema efficiente e organizzato del profilo, costituito sia dai vari post che da gruppi di storie in evidenza dove si possono trovare informazioni e/o relativi link. Ad esempio per i canali Whatsapp o Telegram specifici per ogni corso di laurea: è possibile trovare gruppi dove confrontarsi e scambiare informazioni con gli studenti che condividono lo stesso piano di studi, o la stessa facoltà più in generale.
Sarebbe interessante, qualora ci fosse un riscontro positivo da parte dei ragazzi, riprendere le fila del blog universitario “il Salotto”, un progetto a cura di Spotted che dava la possibilità ai ragazzi di conoscersi e di farsi conoscere, tramite la pubblicazione dei propri articoli. A tal proposito ci raccontano i gestori che “nonostante sosteniamo che l’Università di Ferrara sia un polo di eccellenza italiana sia per come è gestita, sia per le opportunità lavorative che offre, cerchiamo sempre di valorizzare e dare la possibilità di far emergere quei ragazzi che hanno voglia di fare. Purtroppo, la pandemia non ha permesso di trovare un luogo fisico di aggregazione e dibattito, motivo per cui il progetto è via via stato abbandonato per mancanza di blogger”.
Quali evoluzioni avrà la pagina Spotted nei prossimi mesi? Dipenderà molto dalle necessità e mode che emergeranno tra gli studenti, ma i quattro ragazzi rassicurano: “La nostra pagina sarà utile fin quando ci sarà il reciproco aiuto. Come dice il detto: aiuta che sarai aiutato”.