“La Natura Universale è necessitata al moto dalla sua doppia calamitazione e cerca fatalmente l’equilibrio.”
Eliphas Levi, dal sito ufficiale di Bacrama.
Il giorno e la notte, il mare e la montagna, vino bianco o rosso: viviamo nel mondo delle contrapposizioni, del dover scegliere tra A o B. E così destra o sinistra, bianco o rosso, l’uguale o l’opposto. Cosa vogliono dire queste ultime contrapposizioni? Esiste uno sport che può spiegarlo, che anzi è proprio la spiegazione: si chiama Bacrama, fino a qualche tempo fa noto come Uguale od Opposto, è stato inventato a Ferrara e siamo qui per raccontarvelo dopo aver fatto un salto alla prima Coppa d’Inverno disputata nella nostra città a fine gennaio.
Partiamo da più lontano, da un manico di scopa. Ho un amico che durante il lockdown nella primavera del 2020 ne ha rotti una decina improvvisando uno stacco da terra proprio con il manico da scopa e le casse d’acqua, per la gioia della mamma che sotto l’ombrellone lo raccontava sgomenta. Nel 1989 qualcuno, con un manico di scopa, ci ha inventato uno sport: lui si chiama Mattia Micai, e quello sport si chiama come detto Bacrama.
Mattia ci racconta infatti che “Bacrama nasce nel 1989 nel mio giardino di casa: giocavo con un manico di scopa e inizialmente facevo evoluzioni, poi pian piano mi sono reso conto tramite ricerca e sviluppo di come poteva migliorare, di cosa poteva diventare questa mia improvvisazione. Con il tempo abbiamo allungato le dimensioni del manico, il bacchio, per fare movimenti più lenti e controllati”. Negli anni poi ecco arrivare i primi combattimenti, la competizione con gli avversari. E allora ecco tutti i miglioramenti, i passi in avanti, la colorazione dei bacchi per decretare la modalità di punteggio, l’estremità bianca e l’estremità rossa. “Quando inventi uno sport, tu gli dai le regole base, ma scopri che le persone vogliono aggirare determinate regole e così ti rendi conto di quali effettivamente sono le regole da applicare o aggiungere. Un po’ come il fuorigioco nel calcio: prima di introdurlo ci si è arrivati rendendosi conto che era facile rimanere di fianco alla porta, fare un lancio per chi era là e fare goal. Il principio è lo stesso, mano a mano che si pratica si capisce cosa non va e quali sono le regole che gli atleti cercano di aggirare per regolamentare ulteriormente lo sport”.
Proviamo molto rapidamente a spiegare queste regole, almeno quelle di base: due bacchi, con le estremità di colore bianco e rosso, due bacchiatori, un Uguale, che fa punto quando tocca il bacchio o l’avversario mentre le punte sono colorate in modo uguale, e un Opposto, che viceversa fa punto toccando l’avversario quando ha i colori opposti. Già non è così semplice. Ma le regole sono tantissime, complicate. É uno sport affascinante perché mentre lo state guardando e provate a capirne il funzionamento, non vi rendete conto del punteggio che avanza da quanto il tutto succede velocemente.
C’è tanta, tantissima logica, tantissima memoria e ragionamento. Il Bacchio non si può far scivolare due volte nella mano (chi riesce a figurarsi il movimento può immaginare l’allusione sessuale di questa infrazione); non si può passare il bacchio da una mano all’altra senza un minimo di rotazione; se il bacchio cade il punto va all’altro; non si può tenere il bacchio con le mani al centro. Poi tutta una serie di regole sul tocco al corpo, sulle rotazioni aeree del bacchio, sulla presa. Difficilissimo da vedere, complicatissimo da capire, bellissimo da provare a seguire.
Il gioco mnemonico che accompagna tutto il combattimento, che un comune mortale fa una fatica tremenda a comprendere e seguire senza perdersi nulla, spiega anche il motivo per cui ci sia tanta, tantissima teoria dietro questo sport. “È una relazione che continua a scombinarsi, servono riflessi e devi essere talmente bravo da riuscire ad ingannare con i movimenti l’avversario permettendoti di fare punto e facendo in modo che si posizioni come fa comodo a te“.
La strada che porta a diventare un esperto di Bacrama si chiama “Albero del bacchiatore”, ed è una sorta di guida, di mappa, di percorso che ogni bacchiatore deve seguire. Si divide in tre rami, la pratica, la tecnica e la teoria. Apparentemente è un semplice albero, ma c’è una logica studiatissima, che, attraversando le diverse fasi, i diversi esami e quelle che nelle arti marziali sarebbero le cinture, porta un bacchiatore a diventare un maestro.
Sperando di essere riusciti a farvi capire la complessità e il fascino di questo sport così come hanno provato a farcela capire i maestri Stefano e Giorgio, arriviamo ai giorni nostri. Domenica 28 gennaio si è disputata la prima Coppa d’Inverno Bacrama a Ferrara. L’associazione, la Uastamasta A.S.D., che compie 15 anni proprio nel 2024, organizza con cadenza annuale i Campionati nazionali intorno a maggio, ma, come tutte le associazioni, dopo i problemi legati al Covid è tornata a poter organizzare un torneo solo quest’anno, decidendo di tornare però con una formula nuova che anticipa i Nazionali di Primavera. La nuova formula si è svolta all’insegna dell’onestà: l’arbitro, previsto ai Nazionali, era presente per i gironi solo su richiesta e solo per qualche comprensibile difficoltà nell’applicazione del regolamento. Questo sport promuove l’onestà, uno dei principi fondamentali nei bacchiatori tanto che ad alzare la mano non è chi fa punto ma chi lo subisce.
Il Bacrama è insegnato al momento in un unico corso a Ferrara, ma ciò non vuol dire che sia l’unica città in cui si pratica. Partendo dal presupposto che tante scuole di scherma lo praticano in quanto ritenuto propedeutico alla scherma, alla Coppa erano presenti tante realtà da tutta Italia. Bologna, Firenze, Modena. E poi le scuole e gli schermidori de i Béc del Ruc (Brescia), le Lame del Conte (Padova) e i Tertium Modo (Conegliano). Edoardo, uno dei soci di Ferrara, racconta: “l’associazione ha avuto modo finora di tenere il corso solo a Ferrara, ma avendo ragazzi attivi puntiamo ad espanderci anche in altre città e altre regioni. Non è immediato perché c’è da rispettare l’albero, il principio dei maestri, la lunga trafila di studio teorico e pratico per poter diventare maestri e poter praticare e aprire le proprie palestre, ma c’è grande risposta”. Proprio questo legame con la scherma ha regalato a Bacrama e alla sua associazione un riconoscimento di grande valore, come ci dicono Mattia e Edoardo “siamo presenti nell’Agorà della scherma, il museo interamente dedicato di Busto Arsizio, come ultima innovazione della scherma”. La Coppa d’Inverno 2024 è stato un successo con più di venti partecipanti, iscrizioni e una giornata intera all’insegna del sano combattimento, senza violenza, come recita il regolamento. L’associazione Uastamasta è ripartita e i bacchi sono tornati a roteare in un ambiente in cui, da profano, si respirano il rispetto e la condivisione di una passione comune.
L’auspicio è di avervi perlomeno incuriositi verso uno sport che a noi di curiosità ne ha messa parecchia: vederlo, questo è certo, mette quella voglia di averne ancora, di saperne di più. Vi lasciamo con le parole del Gran Maestro Mattia, all’indomani della Coppa d’Inverno:
“Siamo spinti dall’idea spesso sbagliata di dover fare e gesticolare per dimostrare quanto valiamo. Ma questo è spesso errato e lo possiamo notare nella bellezza sfavillante di coloro che con la loro umiltà sanno stare al proprio posto. Ho visto questa bellezza sfavillante circondarmi immeritatamente, nel meraviglioso Team Uastamasta che ha saputo far fronte alle difficili sfide che ogni grande manifestazione pone di fronte e nei meravigliosi partecipanti della gara e dei duelli liberi, dove una coppia di bambini, ignorando il duello finale, ha tirato di bacchio, allontanandosi in un abbraccio…”.
1 commento
Grazie davvero per questo meraviglioso articolo e per le splendide foto!!