foto di copertina di Valerio Pazzi
Negli ultimi giorni sono state aggiunte nuove puntate ad un podcast di Matteo Caccia, intitolato “Per fare Il Post”, che tratta del dietro le quinte del noto giornale online. Ad un certo punto Caccia chiede a Matteo Bordone, protagonista della puntata, se gli capita mai di avere paura di non portare a compimento l’episodio quotidiano del podcast che conduce e la domanda non è quasi finita che si sente un sonoro “sempre!”
Bordone lo dice d’istinto, senza pensare un millesimo di secondo, come se uscisse da solo quel sempre, per poi razionalizzare la risposta spiegando che al di là di tutto si ritrova a guardarsi indietro e pensare: in fondo, ho scritto oltre mille puntate, vuol dire che questa cosa io la so fare.
La stessa domanda, la stessa risposta e la stessa successiva razionalizzazione arrivano durante l’intervista a Roberta Pazi, che incontriamo nell’occasione dell’avvicinamento alla prima volta in regia per un evento così rilevante come sta diventando il MusicFilm Festival, che giunge quest’anno alla settima edizione, sempre sotto la conduzione del suo creatore, Edoardo Boselli.
Un festival che prova in una sera a raccontare tutto quello che è il mondo dell’audio in un film: dalle colonne sonore al doppiaggio, in un appuntamento, sabato 2 dicembre, al Teatro Nuovo, che quest’anno prova a diventare qualcosa di diverso. Un tema: “il sogno” e uno spettacolo che vuole diventare un pò più grande: dagli ospiti all’orchestra dal vivo, fino all’idea di essere sia serata di gala che un evento pieno di racconto, performance e rottura degli schemi.
Il tutto con le chiavi nelle mani di Roberta Pazi, la cui traiettoria artistica ha incontrato il mondo del cinema negli ultimi anni, all’improvviso, dopo anni di lavoro nel teatro e che ci ha raccontato il percorso che l’ha portata alla regia della serata.
“Come è normale, a Ferrara nell’ambiente ci si conosce un pò tutti e io ero entrata in contatto con Edoardo Boselli, ideatore della manifestazione, già da qualche anno. Secondo me l’idea era interessante e l’ho osservata, da lontano, crescere anno dopo anno, fino all’inclusione dell’orchestra. Già l’anno scorso avevo fatto da moderatrice e intervistatrice per due eventi e quando quest’anno ho ricevuto la proposta di curare la regia della serata un pò follemente ho detto sì.”
“Tendenzialmente sono una persona curiosa, dico sì a tutte le opportunità, anche se certamente la sfida è importante: parliamo di uno spettacolo con un corpo di ballo, quindici musicisti, gli ospiti: è un evento molto grande per dimensione e impegno.
Nei nostri articoli ci è capitato spesso di raccontare esperienze legate a Ferrara Off, teatro cittadino che è stato al centro del percorso lavorativo di Roberta, che da oltre vent’anni si occupa di formazione teatrale e che è stata una delle figure principali di quel teatro (all’inizio chiamavo letteralmente a casa le persone, una ad una, quando abbiamo avviato Ferrara Off, ci racconta) fino a quando nel 2017 incontra due giovanissimi poco più che diciottenni, Martina Mele e Alessandro Rocca, futuri creatori di quel DestinationFilm di cui abbiamo raccontato questa estate.
“Mi hanno cercata con forza e mi hanno chiesto un ruolo nel loro primo corto. Ci siamo trovati subito benissimo, loro hanno poi partecipato ai miei laboratori, abbiamo collaborato per altri quattro corti e nel 2019 sono entrata dentro a quel progetto, un’associazione di cui ora sono vicepresidente. L’anno successivo c’è stata la pandemia e in quel momento è stato naturale chiudere alcune esperienze e spostarmi al nascente Laboratorio Aperto, all’ex Teatro Verdi, per prendere in mano la gestione della parte di formazione teatrale.”
Come racconta Roberta “c’è stato un tempo in cui ho pensato: sono in una zona di confort e mi sono detta che questa cosa poteva continuare uguale a se stessa per tanti anni. Solo che la vita ha altri piani: la mia vita si è rivoluzionata e ho fatto più esperienze negli ultimi due anni che nei precedenti dieci.”
Tra queste la regia di un importante cortometraggio in uscita nel 2024, con la produzione di DestinationFilm e Videoradio Channel, che nasce da un racconto di Carlo Zannetti e che avrà tra gli attori Bobby Solo.
Ma tornando alla serata, è interessante scoprire quanto sia diverso lavorare per il spettacolo, rispetto al teatro prima e al cinema poi.
“Non è immediato, cambia tantissimo: lo sguardo è diverso: a teatro, per quanto io utilizzi la sala in modo poco canonico, si ha sempre la visione generale del pubblico. Dover decidere per il pubblico è anche un passaggio esistenziale: vuol dire fare delle scelte, pianificare in prima persona quale sarà il ruolo di chi guarda. A teatro il ruolo è attivo: è qualcosa che stanno vivendo tutti nello stesso momento, possono scegliere dove guardare, farsi il proprio percorso personale, nel cinema no: io ne ho un pò sofferto inizialmente e alla fine ho risolto inserendo nella mia regia un ruolo attivo, sia ad esempio nel futuro cortometraggio che nell’esperienza durante lo spettacolo del 2 dicembre.
Io quando scrivo ho la necessità che il pubblico sia presente, abbia un ruolo.
“Nella serata del Musicfilm Festival c’è il grande tema del sogno. Quest’anno nel mio progetto c’è una dislocazione diversa, utilizzo tutto lo spazio del teatro, ho voluto i musicisti protagonisti e non nascosti, il pubblico si troverà dentro lo spettacolo e alcuni interventi sono direttamente rivolti verso gli spettatori, rompendo la quarta parete. Sento mia questa ricerca dello stupire lo spettatore, del fare in modo che sia sempre con lo sguardo sveglio e posso dire che ci saranno delle sorprese, anche in collaborazione con gli ospiti che ci saranno (quest’anno tra i più attesi Caterina Guzzanti, Giò di Tonno e Barbara Cola, autrice anche di un workshop)”.
Sorpresa e autenticità come parole cardine: quando chiediamo a Roberta cosa sia cambiato dai suoi inizi nelle persone che si approcciano al teatro ci dice, da una parte che non è cambiato troppo, le persone entrano sempre per la volontà di essere più autentici con sé stessi. Questo perché il gruppo protegge, chi sta sperimentando in teatro è all’interno di un contesto in cui non viene giudicato e può provare, sentire, esprimere, vivere parti di sé che non potrebbe mostrare altrove. La cosa invece particolare che ho visto è che dopo il terremoto nel 2012 le persone arrivavano dicendo “non voglio più perdere tempo” e mi aspettavo la stessa cosa dopo la pandemia: ma non è successo. Anzi, la difficoltà maggiore è stato a livello di spazio corpo: le persone fanno ancora fatica a stare nello spazio, a considerare uno spazio con altre persone: la fisicità è cambiata.”
Un’occasione perfetta allora per sperimentare sarà allora questa momento collettivo, al teatro Nuovo, una nuova esperienza per Roberta e un passo avanti nel percorso del Musicfilm Festival.
In attesa della serata (biglietti disponibili qui) parliamo della fascinazione del cinema: “il teatro mentre lo fai muore: è qualcosa che succede lì, in quel momento e questa cosa si percepisce. Il cinema è il contrario: stai realizzando qualcosa che rimarrà, difficile dire per sempre, ma rimarrà.” riflette Roberta.
Forse questa serata è un cerchio che si chiude, a pensarci bene: l’evento di una sera (destinato a vivere solo quella sera) che celebra le musiche, gli effetti e il doppiaggio di quel magico mondo del cinema, destinato a vivere per decenni.
MORE INFO
La settima edizione del Musicfilm Festival si terrà al Teatro Verdi sabato 2 dicembre. Tutte le informazioni sono sul sito ufficiale.
Roberta Pazi attualmente insegna teatro nel progetto Teatro Bianco, spazio di formazione teatrale e cinematografica di DestinationFilm all’interno del Laboratorio Aperto (ex teatro Verdi). Ha vinto il premio migliore attrice al Manhattan Film Festival per il ruolo in “L’Usignolo sul mare”
Classe 85, vive a Ferrara da vent’anni. Secondo il profilo ufficiale è Infermiere, nel contempo si occupa da anni di giornalismo con l’idea di cercare di raccontare il mondo da una angolazione sempre nuova, con spirito critico ma rivolto al meglio, al domani e al possibile. Ha scritto un romanzo, si chiama “Sfumature” e si occupa di musica con una newsletter settimanale, live report e altro.Qui su Filo, articolo dopo articolo tenta di costruire un mondo più informato, consapevole ed ottimista o, almeno, aderente alla realtà.