Ieri si è aperta la Stagione di Opera e Balletto del Teatro Comunale di Ferrara con uno dei titoli più amati dal pubblico dell’opera: Turandot di Giacomo Puccini.
Con questa produzione si consolida la collaborazione fra il Teatro Comunale di Ferrara e il Teatro dell’Opera di Daegu, portando sul palcoscenico un allestimento suggestivo ed evocativo. Per scoprire quello che accade sul palco, abbiamo chiesto al Maestro Marcello Mottadelli e alla sua esperienza musicale che affonda le radici nella musica sinfonica per poi approdare all’opera, con un biglietto di sola andata.
Come si è avvicinato alla musica classica?
Vengo da una famiglia di commercianti che non condividevano una particolare passione per la musica, ma io l’ho sempre amata. Da adolescente mi hanno spinto contro voglia a fare ragioneria, ma poi mi sono iscritto al Conservatorio di Milano. Ho sempre amato la musica sinfonica: sono un organista e il mio approccio è più puramente filosofico. L’opera l’ho scoperta durante una delle esperienze più belle e formative della mia vita: quando ho fatto il carabiniere. Il nostro ex comandante ci portava al Teatro Regio di Torino oppure all’Arena di Verona, ma la svolta è avvenuta quando mi sono trasferito in Ungheria, quando casualmente mi sono trovato ad assistere a una rappresentazione del Rigoletto di Giuseppe Verdi ed è stato come uno schiaffo.
Come si è trovato a Ferrara?
Non conoscevo Ferrara e non ci ero mai stato. Mia moglie, che mi segue sempre in giro per il mondo, si è letteralmente innamorata di questa città. Abbiamo amato subito il patrimonio storico e culturale, la sua bellezza e l’eleganza. Siamo anche collocati in una regione, l’Emilia-Romagna, che è davvero amata da tutti: una terra rispettosa e accogliente, sempre pronta a darti una mano.
E con la nostra Orchestra Città di Ferrara come avete lavorato?
L’orchestra è davvero eccellente sia a livello tecnico, sia umano. Forse, per la mia natura non convenzionale, tendo sempre a cercare di cogliere il lato relazionale. Amo conoscere sempre prima le persone e poi i musicisti che si celano dietro agli strumenti. Da questo intenso periodo di prove ho imparato moltissimo da loro ed è stato un vero e proprio scambio di idee. Siamo cresciuti insieme e siamo stati in continua evoluzione e miglioramento. Può sempre nascere qualcosa di nuovo fra orchestra e direttore e io amo lasciar fluire anche gli input che arrivano dai musicisti, è indispensabile creare una sinergia e una filosofia di gruppo. La musica ne guadagna sempre e non deve essere il fine, ma il mezzo per creare qualcosa di nuovo e coinvolgente. L’ispirazione va anche trovata al di fuori dell’ambiente musicale come in una passeggiata in riva al lago, nel giardinaggio oppure, io amo molto stare sotto la doccia! Ma è lì che avviene la crescita. Sul palco scenico tutto questo si ritrova e si unisce all’energia del pubblico che noi riusciamo a cogliere benissimo ed è il motore di tutto. Per me la musica è gioia.
Che tipo di spettacolo è?
È una situazione molto piacevole, un vero scambio fra le culture. Io lavoro moltissimo con il Teatro dell’Opera di Daegu ed è quasi la mia seconda casa. È stato davvero bello per me poter unire due luoghi così vicini e familiari al mio percorso artistico. Io e il cast ci conosciamo molto bene e abbiamo un’ottima intesa. Questa produzione permette di affiancare due culture molto lontane e da questo possiamo capire che la musica non ha passaporto, è senza barriere e senza divisioni e deve essere accessibile per tutti.
La protagonista dell’opera è Turandot una principessa di ghiaccio, ma che cambia quando incontra l’amore. Che tipo di donna è Turandot? Come convivono in lei queste due anime e come viene resa in musica questa trasformazione?
Questo lo possiamo capire molto bene dal dialogo fra la schiava Liù e Turandot, quando la principessa chiede cosa la renda così forte e Liù risponde che la sua caparbietà nasce proprio dall’amore. In un primo libretto Turandot si chiede cosa sia, infatti viene segnato un punto interrogativo vicino alla parola amore mentre nel mio libretto è presente un punto esclamativo. Questo cambia completamente la comunicazione del sentimento. Questo vuol dire che il sentimento amoroso era già presente in Turandot, ma non poteva cedervi, le era stato vietato, per lei l’amore voleva dire sottomissione a un uomo e non condivisione, per questo lo rifiutava in toto. Questo lo capiamo dalle parole che rivolge al padre quando Calaf risolve i tre enigmi: “[…] tu non puoi donarmi a lui come una schiava morente di vergogna […]”. Turandot è una donna dal sentimento completo e consapevole, così come tutte le donne.
Per la prova generale avete incontrato un giovanissimo pubblico di studenti. Qual è il messaggio che quest’opera può dare alle nuove generazioni?
L’altro giorno abbiamo incontrato un pubblico giovanissimo e questa è a tutti gli effetti una favola, proprio come quelle di Hans Christian Andersen, e il suo insegnamento è universale. Turandot porta in scena tutte le forme d’amore. C’è quello romantico fra i protagonisti, ma c’è anche quello genitoriale: il più puro e alto di tutti. Questo lo ritroviamo quando il non vedente Timur stringe la mano di Liù ormai spirata. La morte in scena di Liù, la vera eroina pucciniana dell’opera, racchiude in sé un significato simbolico e profondo: l’amore più puro e sublime che si eleva al cielo. Mentre il coro raggiunge la massima tensione, tutte la parti musicali scendono. Rimane solo il suono di un ottavino pianissimo e delicato che, salendo, accompagna l’ascesa mistica dell’anima di Liù. La figura musicale che Puccini ha utilizzato è quella del semitono, ovvero la massima tensione musicale, per creare un’atmosfera immersiva e surreale. Se osserviamo la situazione geopolitica in cui stiamo vivendo e la violenza che sta colorando le pagine della cronaca italiana, credo che il messaggio dell’amore universale sia molto importante.
INFO
Turandot
Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara
Spettacoli 24 e 26 novembre 2023:
24 novembre ore 20:00; 26 novembre ore 16:00
Biglietti: https://www.teatrocomunaleferrara.it/events/event/turandot-3/