Sabato 21 ottobre nel giardino dell’Associazione Nuova Terraviva di Ferrara Gianluca Gotto ha raccontato insieme a Silvia Malacarne alcuni passaggi importanti del suo ultimo libro: Profondo come il mare, leggero come il cielo. Un viaggio introspettivo e illuminante davanti a una platea di oltre 200 persone attente e curiose, che ha aperto diversi spunti di riflessione. Un incontro introdotto tra l’altro da Tommaso Panzavolta, co-founder di Journhey, la piattaforma di ricerca e condivisione di esperienze di viaggio di cui vi abbiamo parlato pochi giorni fa.
Per raccontarvi chi è Gianluca Gotto voglio usare le sue stesse parole: “Sono uno scrittore, un viaggiatore, che ha fatto della libertà una priorità. Queste sono le mie coordinate per la felicità”. La chiacchierata ha toccato molti punti importanti, tra cui il concetto della paura viscerale di vivere. Tendenzialmente si ha paura della morte, ma questa sensazione nasconde la paura di aver sprecato la propria esistenza senza averla vissuta a pieno, paura che innesca sentimenti di ansia e depressione. Gianluca ha raccontato cosa successe una volta in cui era ad un ritiro spirituale: durante la meditazione una ragazza ebbe un violento attacco di panico, e tutti si alzarono in piedi per cercare di aiutarla, ma il maestro zen disse di sedersi, e avvicinandosi le disse semplicemente “just be”, spiegando che stati d’animo come ansia e paura vanno accolti e bisogna lasciarsi attraversare da essi aspettando che passino, esattamente come si fa con una tempesta. Poi durante il firmacopie al termine della presentazione il temporale è arrivato davvero anche a Ferrara, ma tutti hanno atteso pazientemente sotto la pioggia che passasse.
Gianluca ha parlato anche dei veleni della vita: la rabbia spesso domina i nostri sentimenti innescando reazioni d’odio che si riflettono sulle relazioni con le persone e, in modo più ampio, danno vita a guerre estenuanti che non portano a niente di positivo. Per gestire questo sentimento è necessario lavorare su se stessi e imparare a disinnescare la rabbia senza lasciarsi provocare, scegliendo ogni volta che persona essere. Un momento molto suggestivo ha toccato due aspetti spesso sottovalutati come l’importanza del silenzio e dell’ascolto. Gianluca parlando del multitasking ha raccontato infatti come la tendenza occidentale a voler fare tante cose contemporaneamente sia deleteria perché si fa poco e male, e il vero traguardo sarebbe riuscire a concentrarsi solo su una cosa per volta imparando a stare bene anche nel silenzio più assoluto. Immaginate di essere in una stanza con una persona e sentirvi a vostro agio senza dire una parola. Se questo accade, avrete trovato un equilibrio perfetto. Uno dei precetti del buddismo è proprio quello della retta parola, cioè quella che non viene pronunciata. A questo si collega la capacità di saper ascoltare aspettando che sia l’altra persona a parlarvi, a chiedere consiglio, inoltre essere dei buoni ascoltatori fa capire tante cose anche su se stessi.
Al termine della presentazione, prima delle domande del pubblico, Gianluca ha letto uno dei pezzi che preferisce del libro, cioè il brano che parla di un insegnamento fondamentale del buddismo: quando si desidera qualcosa non bisogna volerlo, ma bisogna esserlo. Ad esempio la felicità non è qualcosa che si raggiunge, ma qualcosa che si sceglie, e devo ammettere che questa frase mi ha toccata molto e mi ha dato modo di riflettere. Per concludere l’incontro aperitivo con i prodotti dell’Associazione Nuova Terraviva e un insolito firmacopie sotto l’acquazzone, ma come si suol dire firmacopie bagnato, firmacopie fortunato, e a giudicare dalle presenze numerosissime sembra proprio che sia stato così.