Ferrara ha un gioiello a plettro dal 1898: storia dell’Orchestra Gino Neri

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Pizza, pasta e mandolino. Probabilmente lo stereotipo più famoso che è stato appiccicato alla cultura italiana. Intriso di immagini legate ad alcuni dei simboli più amati che ci raccontano la storia del Sud Italia, diventa quasi impossibile pensare di poterlo incrinare partendo proprio da Ferrara e le sue nebbie ma, a partire dal 7 febbraio 1898, con la nascita del Circolo Mandolinistico Ferrarese che raccoglie tutti musicisti appassionati dilettanti della città, la storia sembra destinata a cambiare.

La fondazione del circolo si deve a un intraprendente impiegato, Adolfo Nottolini, che mise le stanze della sua casa a disposizione degli appassionati del mandolino, arrivando a raccogliere fino a quindici elementi. La piccola formazione divenne, in breve tempo, una realtà musicale di rilievo anche grazie all’intuizione del suo fondatore che decise di promuovere il circolo attraverso il dono di un mandolino nientepopodimeno che a un’influencer di tutto rispetto: la Regina Margherita. Che è poi sempre quella della pizza! Insomma… dallo stereotipo non se ne esce per il momento, ma teniamo duro!

Foto di Elena Ragazzi

Dopo questo fortunato episodio, il circolo cambia nome e diventa Circolo Mandolinistico Regina Margherita. Da qui l’orchestra inizia a mietere successi partendo da Verona il 18 giugno del 1900, aggiudicandosi il primo posto al concorso nazionale per orchestre a plettro. L’orchestra si presentò con la direzione di un altro illustre ferrarese: Vittore Veneziani. Fu però il Concorso Internazionale di Trento del 1904, galeotto, a suggellare l’intesa fra il Circolo Mandolinistico Regina Margheritae il giovane musicista Gino Neri, che diede all’orchestra un’impostazione più professionale, in grado di eseguire gli arrangiamenti originali di brani sinfonici e operistici del Maestro Neri, dando al repertorio e alle sue esecuzioni un’impronta stilistica unica. Per questo dal 13 febbraio del 1947 l’orchestra prende il nome di Circolo di Cultura musicale – Orchestra a plettro Gino Neri.

Il repertorio di Gino Neri è l’eredità più importante lasciata in dotazione all’orchestra che, fino a oggi, continua a preservare e incrementare il patrimonio musicale che non affonda le sue radici nella musica popolare napoletana (come si potrebbe immaginare di primo acchito), ma nella musica sinfonica e operistica, quella dei grandi maestri come Giuseppe Verdi o Gioachino Rossini. Partiture corpose e pensate per formazioni imponenti composte da archi e fiati che però prendono vita tramite il delicato sussurro degli strumenti a plettro.

Foto di Elena Ragazzi

Oggi l’Orchestra a plettro Gino Neri è composta da più di cinquanta elementi e si avvale anche di professionisti, oltre che degli allievi dell’omonima scuola di musica. La direzione è affidata al Maestro Pierclaudio Fei e al Maestro Francesco Zamorani che, con passione portano avanti l’eredità di Gino Neri esplorando tutto il repertorio sinfonico classico, contemporaneo e, talvolta, anche pop. Ed è proprio con loro che abbiamo voluto scambiare due chiacchiere per farci raccontare questa importante realtà ferrarese.

Un’orchestra che affida la direzione a due maestri è una scelta abbastanza particolare.
La necessità di avere una doppia direzione è nata direttamene dall’Orchestra circa un anno fa, quando si è dovuto affrontare un cambio di direzione e si è deciso di avere due Maestri con esperienze differenti che potessero portare letture, interpretazioni e visioni diverse in merito alla forza espressiva dell’Orchestra.

Qual è il punto di forza dell’Orchestra Gino Neri?
Sicuramente il più grande punto di forza sono gli orchestrali che la compongono. Se la sua storia è così longeva lo si deve proprio agli amatori dello strumento: musicisti non professionisti, ma di altissimo livello che ogni giorno si impegnano in sfide musicali sempre nuove e di grande qualità. La passione che unisce i componenti dell’orchestra permette di affrontare qualsiasi repertorio partendo dalla musica classica fino ad arrivare al pop e al rock, generi che permette di coinvolgere un pubblico sempre più ampio. L’altro elemento fondamentale sono le trascrizioni: è possibile adattare qualsiasi tipo di repertorio avvalendosi di un organico insolito e capace di riportare le sonorità originali in una veste nuova e originale, in grado di regalare al pubblico sensazioni uniche.

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Quali sono le difficoltà tecniche che si possono incontrare dirigendo un’orchestra a plettro?
Il repertorio sinfonico col quale ci si confronta prevede una formazione orchestrale che, per sua conformazione, riesce a far emergere sonorità imponenti e molto impattanti. Di primo acchito sembrerebbe quasi impossibile riuscire ad affrontare un certo tipo di composizione. Gli strumenti a plettro hanno un timbro più dolce e delicato e, rispetto agli archi o ai fiati, impone l’esecuzione di frasi brevi, quindi diventa davvero una sfida riuscire a imprimere una resa sinfonica attraverso un organico di questo tipo. Il risultato viene egregiamente raggiunto lavorando molto sul metodo espressivo e sul linguaggio, cercando di dare una lettura emotiva, differenziando i piani sonori ed evidenziando in maniera precisa ogni ruolo all’interno dell’orchestra e della partitura. Il risultato si trasforma in un’esperienza unica ed estremamente suggestiva per chi ascolta.

Si dice che un certo tipo di musica non veda la partecipazione dei più giovani. L’Orchestra Gino Neri come si avvicina alle nuove generazioni?
L’Orchestra ha sempre cercato di coinvolgere i più giovani e, anche con le scelte artistiche attuali, sta dando un forte segnale in questa direzione, non facile da seguire. La Scuola dell’Orchestra a Plettro Gino Neri nasce proprio con questo intento: avvicinare e formare i più giovani nell’apprendimento di un tipo di strumento particolare e poco diffuso per quella fascia di età. Lo studio della musica all’interno di un percorso formativo è molto importante per la costruzione di un’attività comune e sinergica fra i ragazzi che può anche sfociare con l’inserimento in Orchestra.

foto di Elena ragazzi

Cosa vuol dire dirigere l’Orchestra a plettro Gino Neri?
Dirigere l’orchestra per noi vuol dire poter attingere al nostro estro creativo più profondo. Cerchiamo di non vivere la musica solamente come scritta sulla partitura, ma anche come la sentiamo in quel momento. Cerchiamo di veicolare la nostra esperienza personale e l’emozione di quel momento attraverso il calore degli strumenti e i metodi espressivi, per coinvolgere emotivamente il pubblico. Questo però può essere possibile solo se l’esecuzione tecnica viene seguita nei minimi dettagli. La cura e la precisione non devono mai mancare.

Avete qualche novità in serbo per i prossimi mesi?
Non possiamo svelare troppo, ma di certo non potrà mancare l’ormai storico e attesissimo appuntamento con il Concerto di Capodanno al Teatro Comunale, diventato una vera e propria tradizione per la città. Continueranno invece i concerti con Avis in memoria del Presidente Florio Ghinelli iniziati a giugno al Museo di Spina e che proseguiranno anche a ottobre e novembre tra Ostellato, Sant’Agostino e Tresigallo. A inizio settembre abbiamo partecipato al Festival Mandolinistico a Savona grazie alla fruttuosa e consolidata collaborazione con Carlo Aonzo e verso Natale suoneremo all’Ospedale di Cona. In conclusione possiamo solo anticipare che ci sarà una bella novità: verrà raccontata una storia celeberrima, ma in una veste tutta nuova, ma questo ultimo progetto sarà tutto da scoprire!

Sito web: http://www.orchestraginoneri.it/

foto di Elena ragazzi
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