Il pubblico più attento e affezionato al Ferrara Buskers Festival avrà senz’altro notato un dettaglio insolito di questa trentaseiesima edizione: l’aggettivo REAL che compare vicino allo storico logo. Ferrara è il Buskers Festival reale, l’unico e inimitabile, occhio alle imitazioni. In contrasto con questo statement e con buona dose d’ironia il poster di quest’anno non è illustrato come al solito ma è una enorme foto di gruppo generata dall’intelligenza artificiale. Non sforzatevi di riconoscere gli artisti che hanno posato per questa locandina, nessuno di loro sarà in scena a Ferrara semplicemente perché non esistono, un computer ha immaginato il loro aspetto.
A raccontarmi le novità di un festival che cresce e al contempo ha bisogno di tutelare e valorizzare la sua storia è Rebecca Bottoni, da qualche anno produttrice creativa dell’evento dopo una vita al fianco di suo padre Stefano che lo ha fondato e ancora oggi collabora all’organizzazione.
1. Un festival autentico… e copiato ovunque!
“C’è bisogno di sottolineare che il nostro è il primo, autentico e vero Buskers Festival – mi spiega – perché nascono eventi simili come funghi, l’ultimo ad aprile a Bologna, anche se molto più piccolo. Basta che arrivi una città più grande della nostra, con un budget maggiore ed ecco che quell’evento coprirebbe il nostro, ma per fortuna chi copia non lo fa benissimo…”
In effetti il festival di Ferrara è quello che esiste da più tempo, dal 1987, anche se la prima edizione venne anticipata appena di pochi mesi da quello di Halifax in Canada, che passò dal progetto alla realizzazione in meno tempo. Fino a pochi anni fa persino il logo dell’evento canadese era palesemente copiato da quello ferrarese.
2. Quando non c’era internet…
Gli inizi del Buskers Festival richiamano tempi ormai lontanissimi, dove tutto era analogico, perfino il primo contatto con gli artisti da scoprire e invitare a Ferrara. Bisognava viaggiare, conoscere gli artisti a margine di qualche concerto o cercare un contatto al telefono, che spesso squillava a vuoto mentre un musicista era in tournée a suonare. Un lavoro certosino che oggi grazie a internet e alla fama del festival si è molto semplificato: una piattaforma web raccoglie le candidature, si valuta un artista dai filmati su YouTube, da come si propone in rete, da quanto incarna lo spirito buskers ed è capace di prendersi strade e piazze. “Valutiamo soprattutto quello e non per forza la tecnica perfetta di un musicista, ma a volte così si rischia qualche cantonata… – racconta Rebecca – a momenti lasciavamo a casa AmbraMarie perché si era proposta segnalando video di spettacoli non molto da strada, poi cercando in rete abbiamo capito che invece era più che capace di adattarsi al nostro spirito e al contesto urbano.”
3. Basta spettacoli VIP?
Spirito buskers che rende verace la manifestazione, spontanea e mutevole anno dopo anno. Ed è quello che spinse Lucio Dalla ad esibirsi suonando il clarinetto con altri musicisti (e non con un suo concerto) o Daniele Silvestri ad improvvisare una piccola esibizione lo scorso anno, tra lo stupore dei presenti. Meglio però non abituarsi ai VIP: a parte l’anno in cui Gianna Nannini si esibì dal Castello Estense, come omaggio alla città in periodo di pandemia, se un artista mainstream partecipa al festival lo deve fare spontaneamente e senza grandi proclami: quest’anno non ci saranno dunque annunci in programma in questo senso, ma chissà che qualcuno non faccia una sorpresa all’ultimo…
4. Biglietti d’ingresso dal 2024
Quella in arrivo sarà inoltre l’ultima edizione senza un biglietto di ingresso, che dal 2024 andrà invece a rivoluzionare gli accessi al festival. Lo scorso anno le presenze dichiarate furono addirittura 700mila: un numero che fece sorridere molti, forse irrealistico. Rebecca spiega: “È difficile conteggiare il pubblico con precisione visto il viavai continuo e la mancanza di varchi precisi, quindi contiamo i metri quadri dell’area di spettacolo e vediamo quanto è occupata a vari orari facendo una statistica. Però tutta questa calca non significa per forza pubblico attento e rispettoso degli artisti, preferiamo avere meno persone ma realmente interessate, capaci di cogliere l’essenza dello spettacolo e magari lasciare un’offerta nel cappello dell’artista.”
In effetti il rapporto tra i ferraresi e il Buskers Festival è da sempre molto strano: tutti lo adorano, lo sentono proprio perché ormai ha coinvolto intere generazioni (io stesso ci sono andato da figlio, da musicista accreditato e ora da padre) ma poi lo vivono in modo spesso disordinato e distratto. Si vaga tra gli spettacoli a volte non vedendone l’inizio e la fine, di rado si lascia un contributo all’artista e quando negli anni venne introdotta l’offerta libera ma “caldamente consigliata” nel Grande Cappello, si lamentarono in tantissimi per il pressing in anni di crisi economica.
Per non parlare del fatto che chi organizza l’evento investe in comunicazione e promozione, ma poi nell’area degli spettacoli chi ne beneficia maggiormente sono bar, ristoranti e locali del centro storico, dunque esterni all’organizzazione.
5. Famiglia sono le persone che ti scegli
Così ecco arrivare il biglietto d’ingresso dal prossimo anno, che si potrà prenotare in anticipo e vedrà sconti per famiglie di qualunque tipo, che siano davvero familiari, conviventi o piccoli gruppi di amici. Sponsor più contenti e artisti che potranno organizzare al meglio gli spettacoli: all’ingresso sarà consegnato un programma con gli orari e le rotazioni, così da consentire al pubblico di vedere se lo vorrà uno spettacolo ad un orario preciso, dall’inizio alla fine. Con un numero complessivo di artisti più contenuto, ma rispettoso degli orari e degli spazi a disposizione, che dopo il Covid si sono anche ridotti per via delle ampie distese ad uso ristorazione.
6. I soliti vecchi Buskers
Per quest’anno la formula sarà comunque quella classica: anteprima a Comacchio il 22 agosto e poi Ferrara centro, dal 23 al 27 agosto con l’apertura alle ore 19:00 e gli spettacoli dalle 21:00 alle 24:00 con 52 gruppi selezionati tra oltre 650 domande. E poi food village, laboratori e mercatino dell’ingegno. Dopo la mezzanotte il Festival continuerà con il Dopofestival di Puedes nella splendida cornice del Parco Massari.
7. Niente paesi ospiti
Quest’anno ci saranno alcuni buskers provenienti dalla Corea del Sud, paese che ha chiesto un vero e proprio gemellaggio con un evento simile nel loro paese. “Abbiamo però rimosso l’indicazione del paese ospite – racconta Rebecca – i paesi raggiungibili li abbiamo già tutti ospitati, anche collaborando con i rispettivi enti del turismo. Abbiamo fatto fatica a far percepire questa caratterizzazione quando hai 10 invitati di un paese e 250 accreditati di altri posti. Sarebbe bello però approfondire culture lontane da noi come quelle asiatiche… c’è ancora tanta musica da scoprire se il budget ce lo consentisse!”.
8. Nomi da non perdere
Uno spazio importante nell’edizione 2023 è dedicato ai giovani tra i quali Simon Evans, gli Italian Beatbox Family e La Base, musicisti italiani di vent’anni nati con il mito del Ferrara Buskers Festival, che hanno fatto di quest’arte la loro filosofia di vita, esibendosi già in diverse piazze italiane. Da segnalare poi il ritorno dei Daiana Lou, in versione duo, e di Tribalneed, sempre tra gli artisti più amati del Festival.
9. Nel nome di Scabbia
E i gruppi locali? Dopo la morte del mitico bidello e cantante Andrea Scabbia, appena pochi giorni fa, Matteo Bassi ha organizzato una petizione per intitolargli questa edizione del Festival, visto che era da molti anni una presenza fissa. Andrea era un buskers tutto l’anno, personaggio notissimo in città e adorato per il candore e i modi stralunati, a volte forse volutamente marcati per esigenze di spettacolo. Non sarebbe bello quantomeno dedicargli un posto ad honorem dove far esibire un artista o un gruppo locale anno dopo anno? Il più meritevole, il più originale, un artista da valorizzare tra i tanti ferraresi che fanno domanda.
“I gruppi di Ferrara si candidano e li valutiamo come gli altri, non c’è una quota precisa a loro riservata – dice Rebecca – E Scabbia rimarrà sicuro nei nostri cuori, veniva in sede molto spesso, anche solo per parcheggiare quando andava in centro. Diceva: io sono un busker, quindi posso, no? Era venuto pochi mesi fa a iscriversi come ogni anno, chiedeva sempre posti assurdi dove passava poca gente… un anno ha voluto andare a suonare all’Ipercoop il Castello, fuori festival, lontano dal centro!”
10. Dopo Ferragosto al Parco Massari ritorna il Puedes!
Dal 16 al 22 agosto, nei giorni subito precedenti al Buskers Festival, torna anche uno degli appuntamenti più amati di Ferrara, cioè quel Buskersgarden che poi divenne Puedes e dal sottomura di via Bologna finì al Parco Massari. Così anche quest’anno alcuni dei migliori artisti della scena musicale indie pop suoneranno senza palco in esclusiva e ad ingresso gratuito in questa cornice green già teatro del Buskers Festival 2020. Puedes è un’associazione culturale nata nel 2013 che ha già portato a Ferrara artisti dal calibro di Calcutta, Coez e Gazzelle e che quest’estate compie 10 anni.
Il programma prevede i concerti di CLAVDIO, il 17 agosto, il chitarrista degli Zen Circus, MAESTRO PELLEGRINI, il 18. L’italo svizzero TATUM RUSH sarà in scena il 19 agosto portando influenze r&b e disco chic, mentre il giorno seguente è il turno di FAIAH, artista italo-egiziana, musicista eclettica e medico di professione. Spazio al rap il 21 agosto con il figlio d’arte di Gianni Morandi, TREDICI PIETRO, e il polistrumentista romano LEPRE il 22 a chiudere la rassegna.
Ogni sera dalle 19 spazio per l’aperitivo con taglieri, arrosticini e cocktail. Ma anche giochi di gruppo e laboratori per bambini, tra giocoleria e disegno creativo.
Il programma completo si trova qui: https://www.puedes.it/
MORE INFO:
https://www.ferrarabuskers.com/
https://www.filomagazine.it/evento/ferrara-buskers-festival-2023/