In città la voce della comunità legata al mondo LGBTQIA+ si è fatta più forte a partire dal mese di giugno (che tradizionalmente è il mese del Pride, la marcia in memoria dei moti di Stonewall del 1969 che si tiene annualmente in molte nazioni del mondo). Sono accadute un paio di cose, quasi contemporaneamente: il classico Ripagrande Street Pride, la cena e la festa di strada organizzata da Arcigay Ferrara; l’annuncio del Ferrara Pride, un corteo organizzato in modo indipendente dal collettivo Out!+ e che si terrà oggi 8 luglio; l’annuncio dell’adesione di Ferrara alla rete Onda Pride e la nascita di un comitato che porterà il Pride a Ferrara a giugno 2024.
Per segnare in modo corretto tutte le date sul calendario, e per capire in che modo Ferrara si stia preparando ai suoi Pride, abbiamo abbiamo cercato di fare un po’ di ordine con tutti gli attori in capo. Così abbiamo sentito telefonicamente Matteo Gilli, da pochi mesi presidente di Arci Gay Ferrara, e parlato (via mail) con il collettivo Out!+ Ferrara, da cui è nata l’iniziativa del Ferrara Pride.
Partiamo da qui. Oggi è l’8 luglio e l’appuntamento è alle ore 15 in Piazza Ariostea per il Ferrara Pride, che ha un suo manifesto scritto collettivamente, un suo corteo, e una sua conclusione serale (qui tutte le informazioni). Così ci siamo chiesti: come e da chi nasce l’idea di questo evento?
“L’idea nasce – ci spiegano – dal collettivo universitario transfemminista Out!* ma è stata portata avanti da tante realtà all’interno del territorio e di regioni limitrofe (qui la lista delle realtà che hanno aderito, ndr) . Attraverso un appello comune e aperto ci siamo date l’obbiettivo di creare una rete che riunisse tutte le realtà che lottano con le soggettività queer e non conformi. Il tutto nasce dall’insoddisfazione comune, dal senso di impotenza davanti alle violenze che ogni giorno subiamo sui nostri corpi e a discapito delle nostre identità. Vogliamo dimostrare che Ferrara è pronta a un Pride, vogliamo riprenderci le nostre piazze, vogliamo far sentire le nostre voci, vogliamo che le nostre identità vengano riconosciute come identità reali e vive e che vanno tutelate. Siamo arrabbiate, abbiamo voglia di urlare e di far sentire che esistiamo anche a Ferrara”.
Leggendo il vostro manifesto mi sembra chiara l’idea di avvicinarsi ad una lotta più politica e di slegarsi, in questa fase, da un percorso con altre realtà consolidate. Come mai questa scelta?
“Immaginiamo un Pride costruito dal basso, senza ricatti di sponsor e associazioni partitiche perché crediamo che la lotta debba tornare nelle mani delle persone che ogni giorno si scontrano con questo sistema malato, ma soprattutto non sia un momento di campagna elettorale o motivo di rainbow washing pubblicitario (ovvero di azioni di bandiera senza una reale efficacia o una vera adesione a quei valori, ndr).
Noi abbiamo costruito un Pride basato sulla radicalità, sull’indipendenza partitica ed economica, sull’antiabilismo e sui bisogni reali di tutte. Tutte le realtà che condividono tramite le loro lotte questi ideali hanno contribuito alla realizzazione di questo primo Pride di Ferrara. Crediamo che l’indipendenza partitica ci permetta di dare voce a tutte le realtà rese invisibili e marginalizzate per fare in modo che i nostri corpi, le nostre voci e le nostre rivendicazioni non vengano strumentalizzate da una classe politica che non ci tutela.
Vogliamo riprendere il vero significato del Pride, che non è nato esclusivamente come un momento di festa ma come un momento di collettivizzazione del bisogno e della rabbia con l’obiettivo di eliminare le disuguaglianze nel nostro territorio. Vogliamo contribuire alla costruzione di una città a misura di tutti e tutte che non sia più scenario di attacchi di omolesbobitransfobia, dove la politica e la cittadinanza rispettino le vite di tutte le soggettività costruendo controcultura e liberazione dei saperi degli spazi e dei corpi delle persone”.
Poi, in parallelo, dobbiamo girare le pagine del calendario fino a giugno 2024. Arcigay Ferrara ha infatti annunciato l’adesione di Ferrara al Pride, inteso come evento legato alla rete Onda Pride, una sorta di cappello e manifesto su scala nazionale a cui man mano sempre più realtà in Italia, dal 2013 ad oggi, hanno aderito. Ne abbiamo parlato con il presidente di ArciGay Ferrara.
“Il nostro percorso in questo caso nasce da un lavoro partito già il 17 maggio, in occasione della giornata contro la transfobia, assieme ad altre associazioni come Associazione Genitori di Omosessuali (AGedO), Centro di Ascolto uomini Maltrattanti (CAM), Famiglie Arcobaleno, Uisp, Cgil e Arci. Il bisogno che sentivamo non era solo quello di criticare la politica, a livello locale e nazionale, ma anche di suggerire delle cose concrete: in quell’occasione era nata l’edizione 2023 del nostro classico Street Pride – Stonewall Memory. Da questo momento ci siamo resi conto, dal numero di persone e dal numero sempre maggiore di città presenti anno dopo anno nella rete di Onda Pride, che era quindi pensabile che anche Ferrara avesse il suo Pride. Grazie all’aumento delle partecipazioni, sempre più collettive, ormai diverse realtà di provincia riescono ad organizzare questo tipo di eventi e quindi ci siamo detti: perché non Ferrara, dall’anno prossimo?”
La prima data da segnare, in questo caso, è martedì 12 settembre, quando il comitato Pride si riunirà in un’assemblea pubblica: “Io auspico – ci dice Gilli – che tutti possano collaborare, aderire e partecipare per un evento che sia il più trasversale possibile.”
È un caso che le voci LGBTQAI+ si siano fatte più forti quest’anno o c’è un legame con una attualità politica che racconta sicuramente un momento complesso per la comunità LGBTQIA+?
“L’esigenza di fare questo evento nasce proprio dal fatto che a livello locale non troviamo appoggio, con i vari casi di discriminazione che avvengono in città e per cui non troviamo supporto a livello politico, e a livello nazionale le recenti politiche, come i recenti attacchi alle famiglie arcobaleno (famiglie con genitori dello stesso sesso, ndr) hanno portato ad una grande partecipazione ai Pride, che sono stati molto frequentati. C’è la sensazione che sia necessario fare sentire la propria voce”.
“Ferrara, ad esempio, a livello di famiglie arcobaleno ha numeri bassi, ma è un gruppo di persone che sono state molto colpite dal governo e quando una associazione viene colpita, come gruppo che lavora sulle istanze della comunità LGBTQIA+, noi come Arcigay sentiamo il dovere di muoverci.
Il problema principale è che spesso vengono tolti diritti che invece dovrebbero solo essere estesi. Sicuramente l’attuale governo del paese ha dato una spinta, e a questo si è unita la grande partecipazione registrata: ci hanno fatto nascere il desiderio di arrivare a questa grande manifestazione pubblica anche qui, in città”.
Dall’osservatorio di Ferrara è corretta la sensazione che il Pride sia una celebrazione sempre più ampia e collettiva, che non coinvolge più solo le comunità dentro a queste tematiche ma che sia vissuta anche da chi semplicemente supporta la causa? A livello giovanile, in particolare, come è la situazione percepita oggi?
“Sicuramente se nei primi anni i partecipanti al Pride erano parte della comunità LGBT, negli ultimi anni al Pride non si partecipa più solo in quanto persona trans o gay, ma si prende parte anche perché ognuno ha una esperienza personale di conoscenza o vicinanza con qualcuno della comunità, che sia amico, o figlio o altro. È un tema che tocca tanta gente, ci sono anche nonne che partecipano per i propri nipoti: sono temi che toccano tutti, e questo dovrebbe essere il punto di partenza della politica, le leggi invece di escludere dovrebbero essere inclusive.
Parlando dei gruppi più giovani c’è sicuramente in atto un cambiamento veloce: noi siamo andati nelle scuole, con percorsi per docenti e per studenti, nel nostro stesso circolo c’è un gruppo teen ed è sotto i nostri occhi i come le generazioni sono andate avanti, negli ultimi dieci anni tutto è mutato”.
Sarà un anno intenso, a Ferrara: si parte oggi, con un Pride nato spontaneamente e in modo indipendente, si continuerà a settembre con l’inizio di un percorso di costruzione che poi, a giugno 2024, porterà in città un evento grande, come già succede in tante città italiane, europee, e del mondo. Avete segnato tutte le date in agenda?
INFO
Ferrara Pride, 8 luglio: le informazioni sul corteo; le informazioni sugli organizzatori
Comitato Pride Ferrara, dal 12 settembre: pagina Facebook Arcigay Ferrara