Numerosi comunicati stampa usciti sulla stampa, una raccolta firme e una riunione sindacale aperta alla cittadinanza, quale sarà il destino del CPIA di Ferrara? Facciamo un passo indietro per capire meglio di cosa si sta parlando, cos’è e chi studia al CPIA.
Attivi a partire dall’anno scolastico 2014/2015, i nuovi Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) svolgono le funzioni che prima erano delle scuole serali e dei Centri Territoriali Permanenti. In estrema sintesi, si occupano quindi di chi intende raggiungere il primo o il secondo livello di istruzione e di tutti gli stranieri che necessitano della certificazione linguistica necessaria, ad esempio, per la domanda di cittadinanza. Un’utenza di più di mille persone all’anno. Su Filo Magazine ci siamo già occupati di loro per un’altra fondamentale funzione che hanno in carico: l’istruzione in carcere (qui l’intervista di Alessio Falavena in occasione della presentazione del cortometraggio La scuola come scelta).
Nel nostro territorio, ci sono sedi a Cento, Codigoro e Portomaggiore, ma quella principale è a Ferrara e dal 2015 è allocata nell’Istituto Aleotti-Dosso in via Ravera n. 1. Questo era reso possibile da una convenzione con la Provincia che destinava alcune delle aule per le attività del CPIA. La convenzione scadeva lo scorso aprile e fino a quel momento il personale era stato rassicurato sul suo rinnovo. Poi a maggio la doccia fredda: “Prima arriva la comunicazione al nostro preside dalla Provincia e dal preside della scuola Aleotti-Dosso di cui siamo ospiti – ci spiega la docente CPIA Marzia Marchi – che la convenzione non era reiterabile e che i locali sarebbero stati dati all’ITI perchè hanno delle aule che necessitano di lavori. E da lì inizia la girandola delle proposte. Siamo tre persone che compongono la RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) e quando siamo stati informati di questo abbiamo deciso intervenire immediatamente, valutando e motivando perché queste proposte siano per noi inaccettabili.”
Ecco le alternative messe in campo: trasferire tutto in via Madama, dove c’è l’attuale ufficio scolastico territoriale ma che ha solamente due aule grandi. Oppure il padiglione ex-covid della Fiera. Qui lo spazio c’è ma le caratteristiche del luogo, sia all’interno che all’esterno, creano parecchi disagi: open space con pessima acustica, assenza di bagni e soprattutto un luogo poco raggiungibile e problematico negli orari di attività dei corsi. “La nostra utenza si muove prevalentemente con i mezzi oppure a piedi o in bicicletta – continua la docente CPIA – e abbiamo bisogno di un luogo che sia ben servito e sicuro anche nelle ore serali.”
Ma la proposta che sembra già arrivata in Giunta, anche se ancora nulla è confermato, è quello che Marzia Marchi definisce “lo spezzatino”: segreteria didattica in Via Madama, dove si trovano altri uffici del CPIA, e suddivisione dell’orario (complessivamente dalle 8:30 alle 22:00) tra mattina all’oratorio di San Benedetto e pomeriggio/sera in un’altra scuola ancora da definire. L’offerta ad oggi più probabile riguarda i locali in via Cisterna del Follo dell’Einaudi, vicinissimo alla segreteria ma molto distante da San Benedetto. Il preside del CPIA è alla ricerca di un’altra scuola, ma ancora non ci sono alternative concrete.
L’esasperazione a cui sono giunti questi insegnanti è frutto di anni di spostamenti e disagi che non sembrano totalmente casuali. “Sapevamo che la situazione all’Aleotti-Dosso era per noi temporanea, ma proporre a un’istituzione statale come la nostra un’assenza di sede, non è scuola è teatro dell’assurdo – si sfoga la docente. Abbiamo il sentore che ci sia un atteggiamento discriminatorio nei confronti della nostra attività, per le categorie di cui ci occupiamo: ragazzi e ragazze che non hanno terminato il ciclo scolastico nei tempi giusti, adulti con bassi livelli di istruzione e stranieri. Che poi quando si pensa agli stranieri, vengono in mente solo i migranti ma in realtà a noi si rivolgono ricercatori universitari, militari Nato e professionisti che vengono a lavorare nelle aziende del territorio.”
Perché tra i ruoli fondamentali rivestiti dal CPIA – che rischia di perdere se non si trova una sede consona subito – c’è l’essere centro di esame n. 1.338 convenzionato con il CVCL (Centro per la Valutazione e le Certificazioni Linguistiche) dell’Università per Stranieri di Perugia. Ci sono 5 di questi enti in Italia e i centri convenzionati in Regione sono solo 3. Qui vengono certificati i livelli di competenza della lingua italiana, prevalentemente il B1 (che permette di fare domanda di cittadinanza) e l’A2. Essere da anni centro convenzionato ha richiesto la formazione specifica di 8 persone per somministrare gli esami scritti (poi valutati presso l’Università di Perugia) e per condurre e valutare l’esame orale.
Una certificazione di livello europeo che coinvolge sulle 30-40 persone a sessione e che necessita di setting d’aula precisi. Un altro servizio che rischia di venire sospeso è poi quello delle certificazioni di livello linguistico A2 per la carta di lungo soggiorno. Si tratta di 6/7 sessioni l’anno di 40 persone ognuna, in base alle richieste che arrivano in Prefettura, e che vengono attivate in ogni periodo dell’anno. Ad aggiungersi a questa urgenza c’è la questione delle attrezzature digitali in dotazione al CPIA che non si sa dove sarà possibile utilizzare e in quali condizioni.
In questi anni altre proposte da parte del CPIA erano state avanzate, proprio in vista della scadenza della convenzione. Come l’edificio di via IV novembre (dove c’è il Centro Unico Permessi del Comune), in passato sede di un ente formativo e quindi già strutturato per essere una scuola, nonché perfetto per i trasporti. Al momento non è stata data una motivazione pubblica sul perché questa sede non sia stata presa in considerazione né a quale altra attività sarà destinata. “L’altra nostra proposta – prosegue la docente CPIA – era la ex-scuola di via Calcagnini (traversa di via Piangipane): ma lì c’è andato a finire lo IAL (https://www.ialemiliaromagna.it/chi-siamo/), che è sì un ente di formazione professionale però privato. Oppure vorremmo ovviamente restare dove siamo: che senso ha spostare una scuola che ha già un’utenza che si è fidelizzata a questo luogo e che lo riconosce come punto di riferimento?”
Un caposaldo non solo formativo e il cui ruolo si è ulteriormente concretizzato in questi anni nell’ampliarsi delle attività e dei corsi, come video e fotografia, lingue straniere, laboratori di creatività manuale, di cucito, di teatro: tutto quell’insieme che fa tessuto sociale. Così come l’istruzione carceraria. “L’intervista di Alessio Falavena era in occasione della prima uscita del cortometraggio La scuola come scelta, tra l’altro con il patrocinio del Comune di Ferrara – sottolinea Marzia Marchi. Poi ci sono state proiezioni a Cento e Codigoro, sempre patrocinate dai rispettivi comuni. Il film è stato diffuso presso la nostra facoltà di Giurisprudenza, così come in altre università e carceri ed è arrivato fino all’Associazione Museo nazionale del Cinema di Torino che lo ha inserito nella loro sezione di archivio documentaristico. Finalmente si stava consolidando una conoscenza dell’importanza del lavoro del CPIA e una forte presenza sul territorio.” Ci racconta Marzia Marchi che ad esempio al momento c’è una presenza fortissima di persone dall’Argentina, persone con grandissima esperienza ed elevato livello culturale che vengono in Italia perché da loro le condizioni sono davvero difficili. Per non parlare del lavoro svolto in seguito all’emergenza dei rifugiati dall’Ucraina.
“Comunque noi non ci arrendiamo e penso abbiano già capito che se ci costringeranno ad un anno a ‘spezzatino’ sarà un anno di lotte continue da parte nostra, – assicura la docente CPIA. È assurdo dover combattere per avere un posto fisico dove lavorare e per vedere riconosciuto il valore di quello che facciamo e la nostra dignità di lavoratori.”
PER APPROFONDIRE:
– Cos’è il CPIA di Ferrara: https://www.cpiaferrara.edu.it/
– La raccolta firme per la sede (1.226 firme raccolte dal 30 giugno al 15 luglio): https://www.change.org/p/supportiamo-l-istruzione-per-gli-adulti-una-sede-per-il-cpia-di-ferrara
– Cos’è il CVCL dell’Università per Stranieri di Perugia: https://www.unistrapg.it/it/conoscere-l-ateneo/organi-e-strutture/cvcl-centro-per-la-valutazione-e-le-certificazioni-linguistiche
– L’intervista su Filo del cortometraggio “La scuola come scelta”: https://www.filomagazine.it/2022/12/la-scuola-come-scelta-un-documentario-per-raccontare-linsegnamento-dentro-al-carcere-di-ferrara/