Studiare la storia dell’arte, in particolare durante il periodo scolastico, può rivelarsi
in alcuni casi complesso. Non soltanto perché il riferimento cronologico e
terminologico è molto ampio, ma soprattutto perché spesso da giovani può
mancare la passione o la curiosità. Quindi disporre di strumenti o materiali innovativi
e ingegnosi non solo è necessario, è proprio fondamentale.
Il libro Il mio diario della storia dell’arte di Silvia Meneghini, pubblicato all’inizio
del 2023, si pone come obiettivo proprio il desiderio di ravvivare la passione nei
confronti della storia dell’arte e di invitare tutti noi a guardare le opere con uno
sguardo più curioso, più ingenuo e meno preimpostato. Un libro per tutti, anche per
gli adulti: vedere per credere, potete sfogliarlo online qui. Un libro tutto da inventare, vivace e interattivo, capace di stimolare nel
lettore la consapevolezza delle proprie capacità e di liberare la fantasia.
Silvia Meneghini – illustratrice, curatrice e insegnante di scuola secondaria di
primo grado – conosce bene il problema. Qualche anno fa, spinta dal desiderio di
riformulare i canonici approcci didattici e di trovare un metodo diverso e un po’ più
fresco per insegnare la storia dell’arte, ha deciso di sperimentare insieme ai suoi
alunni una metodica più relazionale, proponendo di disegnare su taccuini. Questa
formula ha riscontrato parecchio interesse e gli stessi ragazzi hanno trovato così
una possibilità di ulteriore scambio, sfida e miglioramento. In qualche modo, è così
che nasce il “diario numero zero”, che motiva e spinge Meneghini a sviluppare
ulteriormente l’idea per trasformarla in un libro.
Trovare lo stile più adatto per raccontare l’arte dalla preistoria alle prime avanguardie è una sfida enorme, che ha visto l’appoggio e il coinvolgimento della grafica e amica Rossella Merighi. Le prove e i tentativi non sono stati pochi: si è cercato di evitare le pagine bianche, quelle senza testo, che è invece un necessario sostegno alle illustrazioni; perché come dice Meneghini “ogni pagina doveva funzionare indipendentemente, creare suggestioni personali e stimolare nuove idee”.
Per Silvia Meneghini disegnare comporta una grandissima liberazione, è mettere per un po’ in pausa la propria quotidianità, è una parentesi necessaria per dedicarsi a qualcosa che è lì tutto per te, uno spazio tuo, “con la luce giusta, la musica in sottofondo e le mie matite che cambio, riprendo, come se suonassi”. La creatività richiede pochi accorgimenti, il che ricorda un po’ Virginia Woolf che aveva bisogno solamente di una stanza tutta per sé, per scrivere e riflettere.
Il mio diario della storia dell’arte racconta un intero universo attraverso specifiche e ben selezionate opere d’arte. L’autrice ha scelto di non fornire una sua interpretazione dei lavori presenti, ma di mantenere una fedeltà assoluta e quasi maniacale alle opere, per garantire una maggiore libertà di intervento da parte del lettore. Segue la stessa linea anche la scelta del bianco e nero, che non solo rispecchia maggiormente la formula stilistica di Meneghini, ma permette anche un maggiore campo d’azione. I contenuti del libro sono stati scelti in base alla loro funzionalità nell’attività didattica, con lo scopo di presentarsi come punto di partenza e come supporto didattico. E infatti, dal prossimo anno, la scuola secondaria di primo grado M. M. Boiardo di Ferrara adotterà proprio questo libro come materiale aggiuntivo all’insegnamento della Storia dell’arte, “un approccio diverso e più contemporaneo, un modo per sensibilizzare una scolastica alternativa all’arte”.
Per Meneghini gli stimoli che l’hanno portata alla realizzazione del suo libro sono continui,
non solo per la sua innata curiosità e per la sua formazione, ma anche per la grande
passione per i libri illustrati, che da sempre la conducono a frequentare le sezioni
bambini e ragazzi nelle librerie e a tornare a casa con sporte piene di albi bellissimi
presi in prestito dalle biblioteche di Ferrara. La scelta del titolo è piuttosto interessante, da un lato implica una connotazione privata – “mio”, “diario” – e tuttavia comporta anche la dimensione pubblica, è un invito a partecipare e “giocare”. Questo è chiarissimo se osserviamo la pagina Instagram creata ad hoc (@ilmiodiariodistoriadell’arte) e l’hashtag che accompagna i lavori di chi ha realizzato pagine di questo libro e desidera condividerle sui social. In un certo senso è un autoritratto oppure un ritratto collettivo di tutti coloro che possiedono il libro.
Ma il successo del libro non è solo digitale. Ad aprile, durante la presentazione presso la libreria Libraccio (Ibs), la sala era piena come poche volte prima, e spiccava la presenza delle giovani generazioni. Una affluenza così numerosa è stata un’ulteriore prova del desiderio di avvicinarsi alla storia dell’arte attraverso strumenti e canali altri, più attuali.
“E’ stato emozionante vedere tutti quei ragazzi interessati al mio libro. E, avendo fatto la prima presentazione a Ferrara, nella mia città, ha comportato un’ulteriore gioia. Anche se, devo ammettere, che a livello emotivo, devo ancora rielaborare la vicenda, è successo tutto così in fretta”. Il prossimo desiderio editoriale di Silvia Meneghini sarebbe quello di realizzare un volume incentrato unicamente sull’arte contemporanea. E se proprio dovesse sognare in grande “spero sia capito, disegnato, amato tanto quanto me e vederlo in tante librerie e tanti bookshop dei musei, magari anche all’estero”.
Il libro, da sfogliare online: Il mio diario di storia dell’arte
Account Instagram: @ilmiodiariodistoriadell’arte
Hashtag: #ilmiodiariodistoriadellarte