Davide Fordiani è un artista che si esprime principalmente tramite la pittura astratta, nonché la mente dietro al progetto culturale DF art hub, che da qualche mese sta cercando di definire la sua identità e la sua programmazione in un antico cassero della famiglia Strozzi Magnani in via Ripagrande 30/32 a Ferrara.
L’idea di uno spazio culturale risale a quasi 10 anni fa e finalmente nell’agosto del 2022 riesce a concretizzarsi in ciò che appare oggi: un hub artistico.
“Siamo partiti come galleria, ma a breve ci è stato chiaro che non era ciò che ci rappresentava. La nostra dimensione non è una galleria classica e non pretende di esserlo, ma piuttosto si propone come punto di aggregazione, come spazio dove gli artisti possano scambiarsi informazioni e riflessioni. Lo spazio vuole dare visibilità agli artisti, senza sottoporli ai meccanismi di una galleria o del mercato dell’arte, anche perché quest’ultimo è in crashing.
La nostra è una realtà coadiuvante tra arte, società e libertà, che accompagna l’evoluzione e la crescita degli artisti emergenti, svincolandoli dai meccanismi di mercato”, ci tiene a precisare Fordiani. Inoltre, aggiunge “stiamo agendo in maniera trasversale e abbiamo bisogno di tempo per capire la direzione da prendere e la dimensione che si addica a noi. Possiamo affermare che la nostra sia una realtà in equilibrio precario, un caos in verticale, per l’appunto.”
L’idea alla base di questo spazio espositivo è il concetto di contenitore, che raggruppa l’esperienza a livello artistico dello stesso Fordiani con i percorsi di altri artisti. Un progetto intimo e allo stesso tempo corale che mira a mettere insieme varie proposte artistiche, con l’obiettivo (ambizioso) di diventare veicolo di idee progressiste – “proporre un livello più alto di avanzamento artistico” -, nello specifico nella macro categoria della techno. Pittura, fotografia, scultura, moda e musica sono agglutinati in un’unica visione artistica. Per gli organizzatori di DF art hub, la fonte d’ispirazione è il modello di contemporary shop: uno spazio temporaneo, una cellula vagante, “è probabile che ci si sposti in futuro, magari a Bologna” dichiara Fordiani.
Gli eventi proposti sono mensili e rimangono accessibili al pubblico appena tre giorni. Il criterio di selezione degli artisti è quello dello scontro-opposizione, sia visiva sia di concetto. L’imminente evento del mese di giugno, previsto dal 2 al 4 giugno, ha come argomento il concetto di crashing: collisione, collasso, ma anche fusione e completamento, e si sviluppa sull’intero spazio del cassero, composto da quattro piani.
“L’evento è uno scontro-incontro tra arti indipendenti, le cui atmosfere sono berlinesi: artisti emergenti che si confrontano nel tempo sospeso e a tratti irreale dell’hub.” Le parole chiavi per questo incontro sono: diversità, trasgressione, attrazione, emozioni, sogni e vita, caos e quiete. La finalità del progetto espositivo è scuotere, disorientare e offrire un’esperienza insolita, fuori dal consueto.
I nomi selezionati sono: Stefano Capozzi, Alessio Piva, Elisa Artioli, Massimo Giocondo, Gilda Cesari, Antonio Patella, DJ Hektor Brain Jam (Eugenio Bonazza) e DJ Maria’s Psycorange (Marya Sensolo).
L’arte come flusso di coscienza, massima espressione della sfera interiore, nonché sfogo necessario è quella di Stefano Capozzi, street artist e componente del collettivo Vida Krei. La sua tendenza all’arte è ragione di vita, fa parte della sua identità e si manifesta come un bisogno necessario e gioioso.
Alessio Piva è un autodidatta e sfoga il suo io in forme e colori. Lavora sul triangolo identità-emozioni-recupero, dipinge sogni e incubi che ha vissuto, anche solo emozionalmente, e attraverso la sua pittura rende omaggio all’artista statunitense Jean-Michel Basquiat. Elisa Artioli coniuga l’amore per la natura e l’antiquariato, il sacro e il profano sotto la parvenza delle figure antropomorfe. Il suo lavoro presenta delicate piante e ceramiche, sotto il segno della trasgressione e dell’attrazione.
Le fotografie di Massimo Giocondo vedranno l’intervento pittorico di Davide Fordiani, così come alcuni ritratti di Antonio Patella. Mentre Gilda Cesari, attraverso i suoi disegni raffiguranti personaggi di fantasia ispirati al mondo dei manga e quello Disney, cerca di comunicare la necessità di sistemare un mondo disfunzionale.
La musica che inonderà gli spazi dell’antico cassero oscillerà tra rock messicano, funk e un pizzico di psichedelia, psytrance, e un mix tra musica classica, groove futuristico ed energia elettronica. Gli artisti saranno presenti nell’hub, dettaglio che permetterà al visitatore di interagire attivamente e passare così da una dimensione passiva a una più attiva.
INFO:
Crashing
02/06 – 04/06/23, dalle ore 19 alle 24
DF art hub
via Ripagrande 30/32, Ferrara