

Puntuali come orologi svizzeri ci siamo lanciati alla scoperta delle Ricciole ferraresi, appena pochi giorni prima della loro consacrazione a marchio De.C.O. Ricordate il nostro sondaggio? Quando vi abbiamo chiesto di consigliarci la Ricciola più buona della città? Abbiamo raccolto davvero tanti voti da parte vostra, a riprova del fatto che ai ferraresi la Ricciola piace davvero un bel po’. Poi abbiamo visto arrivare la bella notizia dell’adesione al marchio De.C.O. che è una certificazione di qualità agroalimentare che raggruppa le specialità territoriali sotto denominazione comunale d’origine, e ci siamo sentiti ancora più pertinenti e responsabili: un’indagine seria e precisa andava proprio fatta!
Dunque, in maniera molto professionale, fatto lo spoglio dei voti abbiamo stilato la classifica popolare ed individuato le prime cinque posizioni, abbiamo nominato un notaio, e siamo partiti alla scoperta della Ferrara delle Ricciole. Appuntamento di domenica, come da tradizione ferrarese, con la giuria di redazione riunita davanti al Duomo alle ore 10. All’assaggio della ricciola hanno partecipato il saggio Eugenio, Nicola che è di bocca buona, la precisa Caterina e Silvia, nota esperta di pizza, apparentemente fuori luogo ma – scoprirete – assai utile. Infine la sottoscritta, nel ruolo di notaio, in quanto autrice del racconto. Ultima, non per importanza, la cagnolina Nora, mascotte marroncina di Filo, a testare i servizi a lei dedicati.
Ecco dunque le nostre destinazioni, la top five rigorosamente scelta da voi: il Leon D’Oro, storico e insostituibile vista Duomo, l’ormai storicizzato e accogliente Caffè del Corso, il dirimpettaio e leggendario Caffè Europa, la lontanissima-dal-centro ma estremamente meritevole Pasticceria Frignani, e, lato opposto, la tana del Panpaiato, così in voga nel periodo natalizio, la Caffetteria Dolci Follie. Risparmiate le lamentele voi sostenitori di altre location: anche il mio voto è rimasto fuori, e io sono il notaio, accidenti!
Diciamocelo, quello della Ricciola è un momento appagante; la domenica mattina, con il sole ancora tiepido, la piazza semivuota e i passi pesanti sotto la pigrizia tipica del weekend. C’è chi ha un bar di fiducia, sempre rigorosamente lo stesso, e chi ama cambiare lasciandosi trasportare dalle necessità del momento. Gli affezionati, quelli del bar del cuore, spesso sono anche quelli del ‘solito’ che il barista anticipa con sicurezza e il sorriso soddisfatto; ma non è detto che i girovaghi, i coraggiosi tester, non siano comunque abitudinari quando si tratta di ordinare al bancone ‘Ricciola e caffè’, o ‘Ricciola e cappuccio’, (per i più temerari a una certa anche ‘Ricciola e spritz’).
Alcuni estremisti radicali ci hanno avvertito: ‘la Ricciola è UNA SOLA, bel’, oppure ‘la Ricciola è sempre e solo mista, ovviamente; quelle di sfoglia o di pane non sono degne del nome che portano’. Su quest’ultima affermazione, espressa forse in maniera un po’ troppo tranchant, non possiamo in effetti non essere d’accordo: la Ricciola è mista, innanzitutto. I cinque finalisti, degni del loro nome, alla richiesta ‘una Ricciola’, rispondono infatti automaticamente con l’impasto misto che abbina la burrosità della sfoglia alla sofficità del pane. Il primo punto è stato chiarito.
Bar Pasticceria Leon D’Oro

Entriamo con nonchalance all’interno della prima location: il famosissimo, da sempre presente, Leon d’Oro. Ci sediamo vista Duomo, tra i comodi tavolini esterni, e una gentilissima ragazza prende l’ordine con rapidità. Questo buon servizio va considerato. Pochi minuti dopo le Ricciole e i caffè sono disposti davanti alla giuria e la mascotte Nora dorme serenamente all’ombra di una sedia. La Ricciola del Leon d’Oro si presenta bella corposa, dalla forma annodata ma non tonda, dall’importante profumo di burro fuso e decorata da una visibile spennellata d’uovo sulla sommità. Eugenio non ama troppo la patina lucida dell’uovo. Giunto il momento dell’assaggio, a Nicola il primo morso: ‘Più burroso il profumo che la consistenza’; segue Eugenio: ‘Soffice e profumata’. Silvia dice: ‘Questo bignè è buonissimo… La cioccolata sembra budino!’. Vi avevo anticipato che la nostra giurata appassionata di pizza, e evidentemente dolci, sarebbe stata fondamentale anche se ha ordinato altro.
Il bilancio è positivissimo e ci è chiaro perché il blasonato Leon d’Oro sia giunto tra i fantastici cinque. Servizio impeccabile, vista mozzafiato, location storica, un buon caffè di accompagnamento, prezzo corretto, Ricciola mista e notevole. Lo avrete notato, no, che Ricciola è scritto sempre maiuscola?
Caffè Europa

Una passeggiata ci porta in Corso Giovecca: la sfida è tra i due dirimpettai, Caffè del Corso – lato piazza Trento e Trieste – e Caffè Europa – lato Piazza Ariostea. Due giganti della pasticceria ferrarese separati solo da un attraversamento pedonale. Al verde del semaforo decidiamo di entrare prima all’Europa.
Scegliamo di procedere con l’assaggio senza sederci al tavolo della sala servita, ma comunque comodi sui tavolini alti del bar. Gentile e sorridente, il ragazzo dietro al banco ci porge i piattini e ci promette i caffè – d’orzo, per questo secondo giro – in un minuto. Non troppo a sorpresa per chi conosce il posto: la Ricciola del Caffè Europa viene servita calda e questo contribuisce molto alla sua goduriosità.
La presentazione è tipica: intreccio morbido, più sottile e regolare della precedente, ma sempre lucida d’uovo sulla superficie. Eugenio ribadisce, non ama la spennellata d’uovo ma capisce che è necessaria. Alla vista sembra più secca di quella del Leon d’Oro e meno burrosa, ma è solo apparenza: in realtà il morso affonda piacevolmente e l’impasto è morbido. Cate la definisce ‘più salata’, Eugenio ‘più equilibrata in burrosità’ al confronto con la precedente, Nicola la mangia soddisfatto in silenzio. Silvia guarda i pasticcini mignon: ‘Qui il cannoncino è squisito’. Nora esplora il pavimento in cerca di briciole.
Anche l’Europa ci convince guadagnandosi la sua posizione tra i cinque favoriti: location storica, al banco ragazzi gentili e sorridenti, prodotto ottimo, e il caffè d’orzo sembra anche essere gradevole (nonostante sia d’orzo, e non caffè, in effetti, ma qui ci spostiamo su terreni scivolosi che fomentano il mio personale integralismo). Il Caffè Europa continua a farsi notare per la sua qualità.
Caffè del Corso

Dirimpettaio, arriviamo. Di nuovo semaforo verde, di nuovo strisce pedonali, e si spalanca davanti a noi la porta del Caffè del Corso, di più recente costituzione, ma ormai storicizzato di diritto. Siamo sinceri con voi: la quantità di voti ricevuti dalla Ricciola del Caffè del Corso supera sensibilmente quella degli altri quattro compagni di podio allargato. Le nostre aspettative sono alte come la Torre dei Leoni, come il Campanile del Duomo, eccetera.
Scegliamo il tavolo in fondo per goderci questo presunto capolavoro in relax. Ecco i piattini sul vassoio e la cameriera avvicinarsi spedita con un viso cordiale. Profumate sono profumate, calde sono calde, ricce sono ricce. Forma tradizionale, evidentemente chiusa a mano per la sua graziosa irregolarità. Eugenio soddisfatto rileva che la spennellata d’uovo è più contenuta. Una leggera sbruciacchiatura sulla superficie, in termini tecnici, rende la pasta più croccante delle altre fuori ma più morbida dentro. ‘Salata al punto giusto’, dice Cate. Nicola mangia e annuisce con il capo. Tutti rapiti. Per la prima volta, anche Silvia sembra concentrata sulla Ricciola. Nora guarda i commensali con gli occhi furbescamente teneri del ‘solo un pezzettino, dai’. Successo pieno, niente da aggiungere al voto popolare.
Non resta che uscire dal centro per valutare i due classificati fuori mura, agli antipodi della città. Se ne riparla il giorno dopo, prima di andare in ufficio.
Pasticceria Frignani

La Pasticceria Frignani, storico colosso della pasticceria locale che rifornisce anche tanti bar del centro, si trova in via Modena 565, nella frazione di Cassana, per chi non fosse pratico di geografia locale. Il locale è abbastanza moderno, in linea con gli altri, anche se confesso di non essere un’assidua frequentatrice. Anche qui scegliamo la colazione mordi e fuggi, per iniziare la giornata lavorativa con il piede giusto, senza accumulare troppo ritardo. Gentilissimi ci servono Ricciola e caffè al banco, la forma classica è un poco irregolare, arrotolata chiusa e non a ciambella. Sembra essere meno salata delle altre ma la sua burrosità è chiara e decisa: si scioglie in bocca, formando una patina di gioia sul palato. Consigliatissima agli amanti del genere come Eugenio, che a volte viene fino a qui solo per mangiare la ricciola anche se abita da tutt’altra parte, e ai pochi non-intolleranti al lattosio rimasti al mondo. Silvia dice che le paste, qui, sono squisite e piene di farcitura. Nora non c’è, ma sarebbe concentrata in modalità aspirapolvere. Comunque all’ora della colazione in un lunedì qualunque, il viavai di persone che entra, chiede una ricciola da asporto paga e se ne va è notevole.
Caffetteria Dolci Follie

Fuga verso l’ultima location, sicuramente non per importanza, verso la fine di via Bologna al civico 494, quasi davanti alla Fiera. La Caffetteria Dolci Follie affianca ormai da anni la Pasticceria Atlantic alle porte sud della città, ai bordi di un’area ampia con parcheggio, non troppo distante dall’autostrada. Da sempre uno dei ritrovi prediletti per i gruppi di amici in partenza per gite, weekend e vacanze: ‘colazione ore 8.30, e in partenza massimo alle 9’ è una bugia bianca, da sempre; la verità è che tutti arriveranno per le 9, se va bene, e che non si partirà prima delle 10. Si trova in top five, a onore di cronaca, staccando l’Atlantic di appena un paio di voti, ma scrupolosi delle regole ci atteniamo alle vostre segnalazioni.
In una giornata di sole, i tavolini esterni sotto la veranda sono molto invitanti nonostante la poca poesia che contraddistingue la zona prevalentemente lavorativa. Le ragazze al banco sono gentilissime e, sorpresa, qui la gamma di Ricciole è molto variegata: mista, ovviamente, ma anche di sfoglia, di pane, al cacao, integrale… Il paese dei balocchi per voi ricciolai che ci leggete! L’assaggio si concentra sulla mista, per coerenza con gli altri partecipanti. Una morbidezza appagante che sa di gita fuoriporta, di giornata al mare, di weekend in montagna. La burrosità c’è, in maniera gestibile, così come la forma abbastanza regolare a ciambella. L’impasto è un po’ più secco di altri, anche all’aspetto risulta più opaco e friabile… in parole povere genera più briciole sul tavolo!
Soddisfatti, – nonostante non mi abbiate evidentemente sostenuta sulla mia preferenza – dobbiamo farvi i complimenti per la selezione di ottima qualità. Noi, umili messaggeri, abbiamo riportato qui la nostra esperienza da assaggiatori, ma siete stati la nostra guida: è stato bello seguire un consiglio amichevole e riscoprire ancora una volta la nostra città.
La Ricciola perfetta, quindi, è calda, burrosa ma compatta, croccante fuori ma morbida dentro, salata al punto giusto. Facile no? Le 5 sul podio, cari amici, si avvicinano proprio alla perfezione. Inoltre, vi avevo anticipato l’utilità di Silvia, la nostra esperta di pizza, non mangiatrice di Ricciole, che pareva essere fuori luogo: ci ha aiutati a trovare valide alternative per chi non ama la protagonista di oggi, così abbiamo testato anche la bontà del cannoncino dell’Europa, la fama del pasticcio di maccheroni del Leon d’Oro, il ripieno strabiliante delle brioches di Frignani, la selezione di Ricciole fantasiose delle Dolci Follie e abbiamo decretato che al Caffè del Corso anche i non appassionati di Ricciola dovrebbero provarla almeno una volta.
Ma il nostro viaggio non vuole proprio finire qui. Siamo pronti per essere guidati in altre esperienze, per fare da simpatiche caviette, per fingerci turisti nella nostra città. Su cosa volete metterci alla prova per la prossima puntata? Noi abbiamo qualche idea, ma sapete bene che ci piace il confronto.
Clelia nasce a Ferrara il 5 gennaio 1988, in una famiglia di artisti che tenta di salvare la creatura dal tremendo e precario mondo dell’arte, per più di 20 anni. A maggio 2017, nell’Aula Magna del DAMS di Bologna, mamma Alessandra-musicista e papà Franco-restauratore accettano di aver cresciuto una cantante laureata in Storia Dell’Arte. Oggi è copywriter per l’agenzia Dinamica, scrive racconti brevi per amore delle parole, e collabora con le associazioni culturali ARCI Contrarock ed Officina MECA.