Ricordo bene quando uscì Blackstar, ultimo album di David Bowie, i primi giorni di gennaio 2016. Con i suoi suoni raffinati e al contempo cupi, così diverso dai lavori precedenti e al contempo riconoscibilissimo, con quel video indimenticabile del singolo Lazarus, quasi un regalo d’addio al mondo di un artista che ha rivoluzionato la cultura internazionale in tantissimi campi.
Ma Lazarus è stato anche un anomalo spettacolo teatrale, un musical rock ben diverso da come concepiamo solitamente i musical, scritto da Bowie poco prima della sua scomparsa con il drammaturgo irlandese Enda Walsh e andato in scena alla fine del 2015 per la prima volta a New York.
Una navicella spaziale lanciata verso il futuro che arriva dall’1 al 3 giugno al Teatro Comunale di Ferrara grazie a ERT / Teatro Nazionale e alla regia del suo direttore Valter Malosti, che ne ha curato la versione italiana in collaborazione con lo stesso Walsh.
Sul palco nel ruolo che in America fu di Michael C. Hall (ricordate la serie tv Dexter?) uno dei nomi più amati della musica italiana: Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours, affiancato dalla cantautrice e polistrumentista Casadilego, già vincitrice di X-Factor Italia nel 2020.
A più di 50 anni dal romanzo originale The Man Who Fell to Earth di Walter Tevis e a 40 dall’omonimo film di Nicholas Roeg, che ha visto Bowie nella sua miglior prova come attore, l’artista britannico ha ripreso in Lazarus le fila dell’infelice storia del migrante interstellare Newton, costretto a rimanere sulla Terra suo malgrado. Sul palco l’alieno Newton/Agnelli è chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima dei suoi fantasmi e della dipendenza dal gin: un moribondo che non riesce a morire. Riceve segnali dal passato attraverso la TV, capta visioni del futuro generate dalla sua mente, mescola realtà e sogni ad occhi aperti. Vari personaggi (come l’eterea ragazza impersonata da Casadilego) si aggirano nello spazio claustrofobico dell’appartamento… o forse nella sua mente?
Lazarus è al contempo uno spettacolo su Bowie (include numerose sue canzoni e quattro inediti scritti apposta) ma senza esserlo davvero, parla degli ultimi, dei diversi, di invecchiamento, dolore, isolamento e perdita dell’amore. Il protagonista è allo stesso tempo Bowie e non è Bowie.
A raccontarci l’esperienza di scoperta di un artista così eclettico e profondo, ma anche lontano nel tempo rispetto alle nuove generazioni è proprio Casadilego, alla sua seconda esperienza di recitazione dopo il ruolo da protagonista al cinema in My soul summer, lo scorso anno.
Elisa Coclite, in arte Casadilego, è teramana, classe 2003. Una formazione musicale che inizia sin dall’infanzia grazie ai genitori musicisti, incentrata sulla musica classica e corale attraverso il pianoforte. Poi il successo vincendo l’edizione 2020 di X Factor e una serie di duetti importanti con artisti italiani ed internazionali. Nel 2022 è al cinema come protagonista nel suddetto film di Fabio Mollo per il quale ha composto anche due brani inediti ed ora la ritroviamo sul palcoscenico dei teatri di tutta Italia per portare in giro Lazarus.
Volevi fare la musicista e ti ritrovi a scoprire di saper anche recitare. Lo speravi sotto sotto o sono state occasioni inaspettate?
Sono state occasioni davvero inaspettate, perché prima di X Factor avevo idee molto chiare per il mio futuro e non erano queste… Poi c’è stata una contaminazione artistica grazie a persone incredibili che ho incontrato ed eccomi qui. Tutto inaspettato e bellissimo.
Da rifare?
Si, la recitazione mi appassiona molto devo ammettere. Non è nei miei piani nel futuro prossimo ma se ci fosse ancora occasione ci proverei volentieri.
Sei cresciuta in mezzo alla musica fin da bambina, ma Bowie lo conoscevi già o lo hai scoperto meglio con questo spettacolo?
Tutto il suo mondo musicale non è esattamente quello in cui sono cresciuta. Lo conoscevo in modo superficiale, come si conoscono i grandi della musica. Ringrazierò a vita questo lavoro perché me lo ha fatto scoprire ed esplorare in modo intimo finalmente. Bowie è davvero un alieno, quello che ha da dire è straordinario.
Cosa ti porti a casa di questa esperienza?
Sicuramente la tournée teatrale: le trasferte quasi quotidiane sono state una dimensione nuova per me, ho conosciuto il mondo dell’on the road. Poi stare sul palco e contaminare canto, musica e recitazione è stato uno scambio reciproco di energie nuove tra persone che mi porterò dentro a lungo.
Dov’eri quando è morto il Duca Bianco e che ricordi hai di quei giorni?
Ho tanti ricordi di quel periodo, immagini molto vivide nella mia testa. Mia madre che mi mostra quel video così drammatico di Lazarus e poi sempre lei che mi racconta che era morto. Non era esattamente il suo genere ma lo ammirava, perché la sua arte musicale aveva del miracoloso.
Il regista dello spettacolo Malosti racconta che il primo disco che ha acquistato da ragazzino è stato Heroes e un po’ gli ha salvato la vita da ragazzino. Quale disco ha salvato la tua?
Ce ne sono diversi che hanno segnato momenti della mia vita dall’infanzia fino alla scoperta della passione per la musica moderna… Da piccola io pensavo di diventare una pianista classica, poi è successo di tutto. Il primo disco che mi ha fatto innamorare del genere che faccio ora è naturalmente il primo di Ed Sheeran, cioè “+”. Quando uscì avevo appena 7 anni.
Non a caso il tuo nome d’arte viene da una sua canzone.
Era il mio username di Instagram ai tempi… c’era da compilare il modulo per l’iscrizione a X Factor e potevi inserire un nome d’arte, così ho utilizzato quello. Scegliendolo mi ci sono sentita molto a mio agio.
La figura dell’alieno di Bowie è una metafora tra le altre cose dell’essere diversi, tu ti sei mai sentita tale?
Io mi sento diversa dal momento in cui ho capito che cos’è la socialità… assolutamente capisco l’intenzione dello spettacolo e il modo in cui è raccontato da Malosti attraverso i suoi occhi. Una grande arca di Noè dove al posto degli animali ci sono le persone che si sentono sole nella loro diversità, ma che è in realtà il più grande regalo che l’umanità ha ricevuto dalla vita.
E il successo aiuta a sentirsi meno diversi o peggiora le cose?
Uno dei motivi principali per il quale ho sofferto molto dopo X Factor è proprio questo: io non riesco a cambiare. È stato il frutto di tanto lavoro scoprire che non bisogna affatto cambiare, ma mantenersi aperti ed accoglienti verso tutti. Prima o poi queste energie ti tornano indietro.
Ti piace il personaggio che porti in scena? Così etereo e misterioso…
È un personaggio non fisico, difficile raccontarlo a parole. Nella sua intoccabilità, essendo così arioso come un fantasma è una ragazza che rappresenta la speranza per Newton. Invece di scomparire non fa altro che rendere più importante ciò che succede intorno a lei.
Ti assomiglia?
Quello che fa e dice è diverso da chiunque vive nella vita reale, è quasi un bardo che sta trascendendo insieme a Newton. O forse è proprio Newton? In ogni caso un personaggio interessantissimo da mettere in scena.
Dopo X Factor sei rimasta in contatto con Agnelli anche se non era il tuo coach?
Lo incrociavo solo durante le puntate, e poi non siamo rimasti in contatto. Ora ci siamo ritrovati qui ed è stato bello conoscerci meglio, soprattutto sono contenta che sia successo fuori da un talent show. Ma non è stato lui ad indicarmi per lo spettacolo, ho fatto e superato un provino con la produzione e ora sono sul palco con altri bravissimi musicisti.
Forse questo spettacolo sarà l’occasione per portare a teatro un pubblico molto giovane, che non conosce granché Bowie ma parla il tuo linguaggio o quello di Manuel.
Vale la pena venire a vederlo, soprattutto distaccandosi dal personaggio di Bowie. Seppure sia molto presente, questo è un viaggio non egoico, e dalla scrittura a come è stato costruito muove la coscienza di ognuno senza pretendere di lanciare messaggi… un puro portale energetico. È un’esperienza molto forte che mi stupisce ogni volta, quindi mi chiedo: chissà se da fuori si percepisce questa forza?
Finito il tour hai progetti musicali all’orizzonte?
Assolutamente si, mi metterò a costruire il mio primo disco di inediti, ora che ho intorno finalmente persone che mi capiscono davvero. E avrò finalmente la possibilità di essere sincera al 100%.
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INFO
LAZARUS
di DAVID BOWIE – ENDA WALSH – VALTER MALOSTI – MANUEL AGNELLI – CASADILEGO
1, 2, 3 giugno 2023 ore 21 – Teatro Comunale di Ferrara
Info e biglietti: https://www.teatrocomunaleferrara.it/events/event/lazarus/
In occasione della replica di venerdì 2 giugno, festa della Repubblica, alle 17 al Ridotto del Teatro Comunale, il regista Valter Malosti, il protagonista Manuel Agnelli e il cast dello spettacolo incontrano il pubblico ad ingresso libero.