Sembra passata una vita da quando il progetto Grisù ebbe inizio, poco più di dieci anni fa. Il 6 ottobre del 2012 nell’ex Caserma dei Vigili del Fuoco di via Poledrelli 21 veniva ufficialmente presentato “Spazio Grisù” e nell’aprile dell’anno seguente entrarono le prime imprese. Ideato e progettato dall’omonima associazione, Grisù nasce da un gruppo di persone che più volte è stato definito geniale e visionario, tra economisti, architetti, imprenditori ed esperti di comunicazione, con a capo il presidente Fabrizio Casetti e sua moglie, la critica d’arte e gallerista Maria Livia Brunelli. Il loro scopo? Recuperare una struttura fatiscente e sottratta ai beni alienabili dall’allora Presidente della Provincia Marcella Zappaterra, per evitarne il degrado in un quartiere difficile, selezionando poi tramite bandi alcune imprese culturali creative o startup innovative, in cerca di spazi dove insediarsi. Imprese che fossero ovviamente in grado di ristrutturare a proprie spese gli uffici assegnati a fronte di un affitto temporaneo gratuito e così dare nuova vita all’ex-caserma senza contributi pubblici iniziali, realizzando una vera e propria factory creativa.
Un logo con l’artiglio a forma di G realizzato da Cuoghi-Corsello a identificare uno spirito guerriero e resiliente, un modello di business “alla berlinese” che partiva in salita con tutte le difficoltà del caso, e che chi è entrato si è trovato davanti: impianti, utenze, problemi strutturali, assenza di casistiche simili cui fare riferimento. Oltre ad un gioco di scatole cinesi di responsabilità che ha reso complessa e lunga la fase di startup per chi ha scommesso sul progetto fin dall’inizio: lo stabile di proprietà della Provincia, poi passato in gestione al Comune, gestito da un’associazione e dato a sua volta in comodato d’uso temporaneo alle imprese, con tutta l’incertezza del caso su cosa sarebbe successo al termine del mandato.
Grisù è stato da subito però anche un progetto di indubbio fascino, una scommessa che non a caso decine di imprese hanno provato a vincere con determinazione e superando ostacoli che inizialmente sembravano insormontabili. Scrivere di cosa è stato in questi anni Grisù e dell’importanza che ha avuto in Italia come esperienza pilota di recupero di uno spazio dismesso richiederebbe pagine e pagine, tanto materiale si trova in rete ed è stato scritto sui media locali e soprattutto nazionali. E poi chi scrive ha una parte di cuore coinvolta sull’argomento ed è stato protagonista di questa esperienza fin dai primi giorni e per molti anni, dunque non si dilungherà troppo in aneddoti epici e “io c’ero” perché non è l’intento di questo articolo.
Facciamo un lungo salto in avanti come fosse un film, per raccontare che cosa è diventato oggi quel luogo che Fabrizio e Marialivia ottennero dalla Provincia facendolo ripartire. Dieci anni dopo mi trovo a Factory Grisù per incontrare Alessandro Canella, attuale presidente del Consorzio di imprese che dal 2016 si è costituito per autogestire l’ex-caserma, dando vita ad un secondo tempo dopo quello iniziale di recupero e assegnazione degli spazi gestito dalla suddetta associazione. Il Consorzio Factory Grisù ha ormai alle spalle gli anni di startup, ha recuperato ed assegnato ad imprese ormai quasi tutto l’immobile di oltre 4000 metri quadri: al suo interno convivono oggi aziende che si occupano di comunicazione, stampa 3D, ingegneristica, falegnameria, informatica, produzione video, fotografia e sartoria. Ci sono poi spazi di coworking, altri dedicati al protagonismo giovanile di Area Giovani, sale polivalenti che ospitano eventi dal vivo come la Sala macchine o quella del Convitto (i nomi non sono il massimo ma è pur sempre un’ex-caserma!), la scuola di cinema Florestano Vancini, il laboratorio Ricicletta e il pub Hangar.
Da fuori la struttura potrebbe sembrare quasi uguale a dieci anni fa, anche perché l’edificio dei primi anni ’30 del secolo scorso è vincolato almeno esternamente e ha manutenuto inalterato il suo aspetto. Dentro però le cose sono cambiate più volte nel corso degli anni e se vi fate un giro anche solo nel cortile troverete i colori dell’opera di Marco Lodola a dare vita alle vecchie finestre nella torre di Grisù e le gigantesche sculture di PAM a salutare un viavai continuo di persone, che in questo luogo ogni giorno lavorano, studiano, mangiano, discutono in assemblea, frequentano corsi di formazione, seguono le partite della SPAL.
Alessandro Canella è presidente del Consorzio da circa un anno, subentrato all’attore Gianni Fantoni e alla lunga gestione iniziale di Massimo Marchetto. Sul suo tavolo ci sono eventi in programma, calendari da incastrare, contratti e fatture che mescolano la vita del Consorzio a quella della sua azienda informatica. Gestire un gruppo di imprese come secondo lavoro non è impresa facile, specialmente se così diverse tra loro e unite in primis dallo spazio che condividono e dai progetti comuni che si riescono a realizzare. La prima cosa che mi dice con il consueto sorriso sulle labbra è però che i problemi non mancano mai, come in ogni lavoro, ma da imprenditore è suo compito affrontarli e risolverli senza fasciarsi prima la testa.
D’altra parte Grisù cambia mese dopo mese e la fotografia che ne possiamo fare oggi rischia di diventare vecchia già domani. Qualche conto della serva, per inquadrare il tutto me lo fornisce proprio Alessandro: “Oggi siamo 15 imprese, con circa 60 occupati nel 2023 supereremo i 3 milioni di euro di fatturato complessivo. Ma anche i consumi sono diventati da record negli ultimi mesi: oltre 100 mila euro nel 2022, compensati solo per il 20% dagli eventi e dai noleggi degli spazi a disposizione per associazioni ed altri enti. Al contempo circa un milione di euro sono i soldi investiti dalle varie imprese per le ristrutturazioni più recenti, che si sommano a circa 300mila euro ottenuti tramite bandi consortili e 500mila da bandi statali. La novità di quest’anno sarà la ristrutturazione dello scalone monumentale, che verrà adattato per ospitare mostre di arte contemporanea in modo continuativo.”
Le mostre di arte sono solo alcune delle iniziative che bollono in pentola nelle prossime settimane, tra cui spiccano Grisù 451, un festival letterario, e l’avvio di Energia Blu, prima community energetica di quartiere. Se per alcuni anni la vecchia sala macchine e il grande cortile con il palco sono stati al centro della programmazione di eventi culturali patrocinati dal Comune (un tempo ospitati ad esempio nel Giardino delle Duchesse), si è assistito negli ultimi tempi ad uno spostamento in massa di tantissime proposte nel nuovo Parco Coletta, ai piedi del Grattacielo. Cambiano i tempi, le mode, gli spazi e anche le necessità della politica.
Certamente Grisù non è rimasto fermo: “Gli eventi pubblici hanno ormai superato quota 300 in pochi anni – precisa Canella – tra assemblee, mostre, concerti, reading e incontri di vario tipo. In larga parte eventi proposti da associazioni esterne e in alcuni casi format pensati dal consorzio stesso. Il calendario di appuntamenti per il 2023 è in fase di definizione e verrà annunciato a breve, avremo anche un nuovo direttore artistico a coordinarli. Siamo sempre aperti alle idee di privati e associazioni che vogliono organizzare rassegne o festival nei nostri spazi e vorremmo provare ad ospitare da quest’anno dei particolari campus estivi per i più piccoli, magari legati ad attività che coinvolgono le imprese di Grisù.”
Se da un lato la vecchia caserma è quasi al completo e gli spazi a disposizione per nuove imprese che si vogliono insediare è minimo e più che altro rivolto al target dei coworkers, dall’altro c’è una certa effervescenza sui progetti culturali che si possono ospitare e sui quali la disponibilità nei confronti della città è massima.
L’idea di Grisù 451 ad esempio è venuta alla giornalista Riccarda Dalbuoni, che qui aveva già organizzato in passato presentazioni di libri, e con Paolo Panzacchi e Alessandro Canella hanno partorito il tutto. La proposta è quella di un format letterario che possa raggiungere sia un pubblico di studenti per le masterclass, sia un pubblico più adulto per le presentazioni di libri. Si tratta di un vero e proprio Festival delle parole, che si svolgerà sabato 15 e domenica 16 aprile negli spazi di Grisù. In programma incontri con gli autori, tavoli tematici e la premiazione di un concorso letterario per opere edite. I romanzi finalisti che hanno superato la selezione dei trenta romanzi in gara sono “Il drappo rosso” di Pietro Rivaroli, “Titanio” di Stefano Bonazzi, “Il censimento dei lampioni” di Carmelo Vetrano, “Storia” di Marco Belli, “L’eredità del male” di Corrado Antani e Ettore Mascetti e “Il ladro di fisarmoniche” di Nicoletta Canazza.
“È il secondo anno che proponiamo Grisù 451 – racconta Canella – ma nel 2022 abbiamo introdotto alcuni scrittori che più che presentare libri raccontavano la loro visione vergata su quelle pagine. L’abbiamo ritenuta un’occasione da poter replicare ampliando gli incontri. ‘Io sono convinta che la scrittura non serva per farsi vedere ma per vedere’ diceva Susanna Tamaro e crediamo che nel cuore dei lettori, di qualunque genere, questa citazione sia fortemente impressa. Il programma abbraccia diverse prospettive e porta sul territorio, oltre agli incontri con gli autori, le masterclass – gratuite per le scuole superiori – per allargare la capacità di scrittura e offrire una visione piuttosto completa a chi ha il gusto dello scrivere. Le masterclass sono in corso in questo periodo con lo sceneggiatore Patrick Fogli e lo scrittore Gianluca Morozzi.”
È invece da poco terminata la prima fase di Make Together, un progetto che per la prima volta ha visto insieme all’opera i tre hub creativi di Ferrara, cioè Factory Grisù, Laboratorio Aperto Ferrara e Consorzio Wunderkammer: insieme ad altri partner hanno creato una rete tra imprese, associazioni e pubbliche amministrazioni per offrire e ricevere opportunità formative e di lavoro in modo innovativo a favore dei giovani 18-35 anni. Il progetto è promosso e cofinanziato dall’Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Ferrara con il contributo dalla Regione Emilia–Romagna. Un primo momento pubblico è stato alla fine di marzo con una serie di open days con al centro quattro temi per il futuro del mondo del lavoro, in particolare nelle professioni creative: innovazione sostenibile, un-design, videomaking e professioni umanistiche. Agli incontri tra ragazzi e imprese si sono aggiunti keynote, tavole rotonde e workshop specifici su alcuni temi, organizzati dalle imprese che lavorano o fanno parte degli hub creativi di Ferrara.
Ancora più ambizioso è il progetto Grisù Energia Blu, un po’ perché comunicarlo e raccontarlo ai cittadini non è impresa semplice, un po’ perché la sua riuscita passa attraverso l’adesione di un buon numero di persone e il finanziamento dell’intero progetto negli anni a venire. Per il momento è iniziato il percorso di co-progettazione per consentire la creazione di una comunità energetica di quartiere a partire da Factory Grisù e per tutti i cittadini. Il progetto è stato presentato in occasione di un apposito bando emesso dalla Regione Emilia-Romagna, ed ha ricevuto un contributo per la realizzazione delle attività iniziali.
Di cosa si tratta in parole povere? Una Comunità di Energia Rinnovabile (CER) è un insieme di utenti che condividono l’energia prodotta da un impianto a fonte rinnovabile comune, ottenendone così vantaggi economici e allo stesso tempo riducendo le emissioni in atmosfera.
Immaginatevi il tetto di Grisù ricoperto di pannelli fotovoltaici e di fornire così energia non solo alle imprese che vi operano ma anche a palazzi e abitazioni in prossimità dell’ex-caserma, creando un piccolo hub autonomo a livello energetico. La condivisione dell’energia prodotta è di tipo virtuale, ovvero gli impianti non sono connessi allo stesso contatore ma sono «interconnessi» alla stessa rete elettrica. Questo significa che la condivisione non è necessariamente legata a una vicinanza fisica dei soggetti coinvolti ma dalla condivisione di una stessa cabina primaria, questa di norma fornisce uno o più quartieri nel caso di una città. Il che significa che se in un primo momento sarà più facile interconnettere realtà più prossime alla zona di via Poledrelli si potrà in realtà estendere via via la rete anche a palazzi ed abitazioni più distanti in città.
Oltre all’autoconsumo di energia le comunità energetiche vengono premiate in quanto non utilizzano l’intera rete elettrica, riducendo così i costi di gestione, e per la promozione delle fonti rinnovabili e gli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera. Alessandro Canella mi spiega che da qui a luglio sono già calendarizzate apposite assemblee pubbliche per informare i cittadini, in collaborazione con ARCI e CNA, ma a questo si affiancano appositi incontri con amministratori di condominio e referenti delle realtà operanti nel quartiere Giardino interessate a collaborare.
E poi? “Entro il 30 luglio dobbiamo definire la community: chi ne fa parte, cosa vogliamo fare. Poi attenderemo un successivo bando che al momento non ha date certe e dovrà dare attuazione ai progetti progettati quest’anno. Il nostro sarà un investimento da circa un milione di euro, sarebbe quindi difficile farlo partire da soli, ma tecnicamente è possibile per chi ha le risorse per farlo.” spiega Canella.
Le prossime date per chi è interessato al progetto Energia Blu sono il 27 aprile, il 10 giugno e l’8 luglio prossimi. Informazioni più dettagliate su ogni incontro saranno di volta in volta consultabili sul sito del progetto: https://energiablu.factorygrisu.it/
Un passato che parla di recupero di spazi dismessi, un presente di produzioni culturali ed artistiche, un futuro che deve necessariamente guardare alle sfide ambientali: Grisù magari non sarà mai pulito e ordinato come altri centri culturali in città, ma è un soggetto che muta forma di continuo, crescendo selvatico e disordinato come era nelle intenzioni dall’inizio. Creativo, selvaggio, con uno “spirto guerrier ch’entro gli rugge”. Buona fortuna draghetto!
3 commenti
Caro Eugenio, è stata dimenticata l’installazione meravigliosa donata dal M° Marco Lodola, “Torre Grisù”, che ha restituito colore alla torre che i pompieri avevano bruciacchiato con le loro necessarie esercitazioni. La considero la ciliegina sulla torta della struttura, arrivata durante la mia presidenza. Per apprezzarla al meglio va vista di sera naturalmente. Mi auguro che l’articolo venga integrato in tal senso, anche con una foto che ne si può trarre, da incorniciare. Se ti serve te la mando volentieri. Grazie, ciao.
Grazie dell’integrazione Gianni, hai ragione! Ho menzionato l’opera nell’articolo nel paragrafo dove è menzionato PAM.
Eugenio
Grazie!