Che sia la volta buona? Il cold case di Palazzo Prosperi-Sacrati è da molti anni sulla bocca di tanti concittadini: ognuno ne ipotizza un utilizzo, ne sogna un riutilizzo, un recupero, una valorizzazione che vada oltre la riapertura simbolica e sporadica in quel quadrivio rossettiano simbolo del nostro Rinascimento.
Non è più un segreto il suo attuale stato conservativo: con la redazione di Listone Mag ci siamo entrati nel lontano 2014 per un tour esaustivo che raccontava l’abbandono dei piani superiori e lo scempio architettonico perpetrato negli anni da riutilizzi di vario genere. Il Comune riscattò il palazzo nel 1997 dal Demanio militare, nei decenni precedenti del Novecento parte del primo piano venne utilizzata per farne quindici appartamenti privati degli ufficiali dell’Aviazione andando a frammentare e sconvolgere la pianta e gli spazi originali. Nell’ultimo decennio il palazzo è stato aperto (limitatamente a giardino e scalone monumentale) solamente in occasione di Interno Verde e del festival di fotografia Riaperture, mentre tutto il resto è rimasto immutato fino a oggi 6 marzo 2023, quando è ufficialmente iniziato il cantiere per il parziale restauro dell’immobile.
Prosperi-Sacrati negli anni
Situato nel “quadrivio” più noto dell’Addizione Erculea, Palazzo Prosperi-Sacrati è con il Palazzo dei Diamanti, il Castello ed il Duomo uno degli edifici più rappresentativi di Ferrara e del suo immaginario urbano rinascimentale. La storia di questo palazzo è stata particolarmente complessa e si è svolta in un arco temporale molto ampio, dal 1492, data della fondazione, al 2010 quando hanno avuto luogo alcuni interventi di demolizione di tramezze recenti e di rifacimento del tetto. Nel corso dei secoli successivi il palazzo è stato stravolto in modo talmente rilevante che ad oggi restano soltanto il portale con il balcone, lo scalone elicoidale ed il loggiato verso il giardino a testimoniare una “riconoscibilità” architettonica dell’edificio.
Le recenti indagini stratigrafiche condotte sulle pareti interne hanno rivelato, soprattutto al piano nobile, alcuni rilevanti frammenti di apparati decorativi databili fra fine XVI e i grandi lavori voluti da Scipione Sacrati nel XVIII secolo, mentre la demolizione dei controsoffitti ha rivelato al piano ammezzato ed a al piano nobile la presenza di soffitti lignei decorati.
Il cantiere
L’obiettivo di questo cantiere sarà quello di restituire gli spazi interni ed esterni all’uso collettivo. Le scelte architettoniche di progetto sono finalizzate all’eliminazione degli elementi incongrui aggiunti in epoca recente, nel rispetto della storia e della autenticità del complesso edilizio. Il progetto integra il restauro dell’apparato esistente con la dotazione impiantistica e dei servizi necessari alla nuova destinazione d’uso museale e la realizzazione di due collegamenti verticali di accesso, posti alle estremità opposte del fabbricato.
Si avrà così posto al primo piano per nuovi uffici di Ferrara Arte, in particolare il call center e altri servizi che oggi hanno spazi inadeguati. Al piano nobile invece l’idea è quella di utilizzare il salone d’onore e le altre stanze dalle dimensioni generose come nuovo spazio espositivo dedicato al contemporaneo. Ripristinandone i percorsi di un tempo, riallineando i portali tra le stanze un po’ come oggi appare il piano terra di Palazzo dei Diamanti. All’interno di questo nuovo spazio il potenziale è altissimo: reading, dibattiti, mostre ed esposizioni di arte contemporanea anche di livello internazionale andranno in parte a sostituire il PAC, che a breve diventerà Spazio Antonioni, ma anche a complemento degli spazi espositivi esistenti alla Marfisa o a Palazzo Bonacossi. Al piano terra troveranno posto invece un bookshop e una biglietteria di servizio.
Elemento non secondario del progetto è la riqualificazione del giardino all’interno di un disegno unitario che prevede l’ampliamento della piccola area verde, grazie allo spostamento del muro esistente parzialmente crollato che va a recuperare un po’ dello spazio oggi occupato dal cortile del Liceo Ariosto. Questo consentirà di guadagnare un riallineamento con l’area verde laterale includendo anche il varco di accesso su Corso Biagio Rossetti. Il muro che guarda a nord lungo Corso Ercole d’Este sarà invece abbattuto e consentirà un nuovo utilizzo della porzione laterale e più grande del parco, oggi in utilizzo al vicino Liceo. Infine l’intervento prevederà i necessari interventi strutturali di consolidamento di orizzontamenti, murature e della scala monumentale.
L’importo generale dell’intervento è di circa 7 milioni di euro: fondi che attingono per 5 milioni circa da uno specifico finanziamento del Ministero della Cultura, per 1,3 milioni dalla Regione e per 600mila euro dal Comune di Ferrara. Consegna dei lavori: luglio 2025 salvo imprevisti, ritardi e complicazioni che in ogni cantiere, si sa, sono all’ordine del giorno. Un cantiere delicato e complesso visto lo stato dell’immobile, ma anche di grande valore: tra poco meno di tre anni vedremo di nuovo Palazzo Prosperi-Sacrati vivere sotto una nuova luce. L’ultima era stata quella dei riflettori dell’ultimo film di Michelangelo Antonioni “Al di là delle nuvole”. Era il 1995, quasi trent’anni fa.