Il giorno dopo la chiacchierata con Iliass Aouani, da una rotonda vicina al Campo scuola Lenzi di via Porta Catena sbuca Federica Del Buono, mezzofondista di livello nazionale ora anche lei sotto la guida dell’allenatore Massimo Magnani, proprio come Iliass.
In questa un pò sonnecchiosa città dall’età media abbastanza alta avvengono di tanto in tanto alcune magie e la corsa ne è spesso protagonista. Ancora di più in questo momento perché Iliass, che si è trasferito a Ferrara da un paio d’anni, ha scritto una piccola pagina di storia firmando il nuovo record italiano durante la maratona di Barcellona, il 19 marzo scorso: 2 ore, 7 minuti e 16 secondi.
“Si, mi sono trasferito un paio di anni fa – ci racconta -. A Ferrara mi trovo assolutamente bene e la città, con i suoi spazi consente di prepararsi a livello internazionale senza problemi: l’ottanta per cento dei miei chilometri sono di corsa normale e li faccio abitualmente sulle Mura perché amo correre sul terreno morbido e sulle mura si riesce a stare sull’erba. In più ci sono vari percorsi di campagna possibili, ad esempio gli allenamenti specifici li facciamo spesso su percorsi di periferia, su strada… ne esistono di adatte, piatte e con poco traffico e poi c’è la possibilità di andare in pista, ad esempio quando mi capita di preparare i diecimila metri.”
A questo si aggiunge di tanto in tanto qualche seduta in palestra, il tutto con la guida di Massimo Magnani (che per chi non lo conoscesse è lo storico allenatore dell’atletica italiana, con cui ha stretto una intesa sportiva perfetta.)
Classe 1995, sei molto giovane rispetto a certi standard nel mondo della maratona: in un’intervista dicevi che sapevi da tempo che ci saresti arrivato, e ti alleni ormai già dal 2020 per arrivare a questa gara. Ma il record era nei tuoi piani?
Ho sempre saputo di avere caratteristiche adatte a questo tipo di gara anche quando non la facevo ancora, semplicemente da come reagivo agli allenamenti tipicamente da maratona, mi trovavo a mio agio, si capiva che quella era la mia strada. Per quanto riguarda il record, abbiamo lavorato appositamente per arrivare a stabilirlo, ovviamente non era facile né sicuro arrivarci. Ci sono stati molti imprevisti in mezzo ma era l’obiettivo da subito.
Durante la gara eri consapevole di essere vicino al possibile record? Sei passato intorno all’ora e 3 minuti alla mezza maratona, hai tenuto fede al tuo programma di gara?
Ero abbastanza consapevole: sapevo di essere passato alla mezza maratona con un tempo possibile finale sotto le due ore, ho cercato di ignorare il tempo e di concentrarmi sul fatto che stavo correndo forte, perché finché sei in equilibrio durante la corsa il ritmo forte è una conseguenza, non ho pensato al risultato finale ma al mio ritmo. Poi ovviamente sono stato anche fortunato, perché tre secondi sono veramente niente (il record precedente era 2.07.19 di Eyob Faniel), sono un pò la differenza tra stare dietro a qualcuno o decidere di superarlo. Verso il finale mi rendevo conto che stavo facendo il record, cercavo però che questo non mi agitasse eccessivamente. Il fatto un pò limitante della maratona di Barcellona è che gli ultimi tre chilometri sono in salita: di solito sono i km in cui l’atleta accelera e chiude forte, purtroppo invece che aumentare ho dovuto rallentare un attimo.
Non vorrei chiederti niente rispetto alle belle parole che hai scritto su Facebook sul tema del razzismo all’indomani della tua vittoria, perché rischia di oscurare la prestazione sportiva. Invece mi incuriosisce un elemento che mi riferiva il tuo allenatore: ora sei tornato a Milano e stai affrontando il mese del Ramadam. Immagino che la preparazione sia svolta anche in funzione di dover fare la prestazione prima di affrontare questo periodo, giusto?
Assolutamente si. Avremmo dovuto correre la maratona di Siviglia, e tra l’altro gli organizzatori di Barcellona (che sono gli stessi per entrambe le gare) mi hanno detto che se avessi corso a Siviglia lo avrei probabilmente fatto in 2 ore, 6 minuti e qualche secondo, perché Barcellona ha un percorso più impegnativo. Il problema è che essendomi ammalato di Covid a dicembre ho dovuto un pò rallentare la preparazione e non ero pronto in tempo per Siviglia. Ho dovuto posticipare di un mese e la prima data compatibile, appunto anche per non entrare nel Ramadam, era quella di Barcellona.
Ho visto il video di quando sei arrivato a Milano, nel 2022, nella tua prima maratona ed era particolare come ti fossi poi appoggiato alla terra, come quasi a ringraziarla. Come è stato invece il tuo arrivo a Barcellona?
Ho tagliato il traguardo, mi sono girato, ho guardato il tempo sul tabellone, ho visto che avevo fatto il record italiano e ho avuto proprio una reazione liberatoria, anche questa volta mi sono chinato in un gesto di prosternazione, di ringraziamento per quello che era appena stato realizzato, mi sono steso a terra, stanco dalla fatica appena fatta. Può sembrare un bacio alla terra, ma è più un momento mio, di ringraziamento per tutto quello che è successo.
Anche osservando gli arrivi delle maratone, come qui a Ferrara, ho sempre pensato che quasi facciano più fatica gli atleti che arrivano al traguardo in quattro, cinque o addirittura sei ore rispetto ad atleti come te che arrivano in due ore e qualche minuto. È una impressione o è così?
Se sei ben allenato è possibile fare tutta una maratona in quello che potremmo chiamare steady state, una sorta di stato di equilibrio dove non fatichi. Eventualmente subentra una fatica muscolare alla fine ecco, negli ultimi sette o otto chilometri, dove arrivano i crampi o altri dolori dovuti ovviamente alla fatica, ma a fare la differenza sono le energie mentali, che uno deve avere in abbondanza e che non deve consumare troppo all’inizio.
Alla fine è solo la testa che ti porta fino in fondo.
Per concludere, che obiettivi hai ora per la seconda parte dell’anno?
Penso ad un focus sui diecimila metri, con l’obiettivo del record personale, più qualche gara su strada, per poi eventualmente a fine anno fare una nuova maratona.
E per la maratona, ci sarà potenziale per nuovi record?
Una volta raggiunta la maturità, a livello teorico nella gara ideale penso che potrei arrivare intorno a 2 ore e 5 minuti, questo è quello che penso sia il mio limite.
E allora Iliass, dalle pagine di Filo lanciamo un folle confronto che non ha nessun valore statistico o atletico: nel 2024 le Olimpiadi si terranno a Parigi e l’ultima maratona di Parigi nel 2022 (la prossima si corre proprio domenica 3 aprile) è stata vinta nel con 2 ore, 5 minuti e 7 secondi. Sai mai, che la magia delle Olimpiadi ci porti dalle Mura di Ferrara ad una medaglia olimpica?
MORE INFO
Il profilo Facebook e Instagram di Iliass Aouani, attualmente detentore del record italiano in maratona.
Iliass vive in Italia da quando aveva due anni, ed è stato:
1 volta campione italiano assoluto dei 10000 m piani (2021)
1 volta campione italiano assoluto dei 10 km su strada (2021)
1 volta campione italiano assoluto di mezza maratona (2021)
2 volte campione italiano assoluto di corsa campestre – cross lungo (2021, 2022)
1 volta campione italiano under 23 dei 5000 m piani (2015)
1 volta campione italiano under 20 dei 5000 m piani (2014)