Il prossimo 28 marzo il volo dell’Aeronautica Militare iniziato nel lontano 1923 raggiungerà il traguardo dei suoi primi 100 anni: un secolo di vita da quando negli anni Venti la Regia Aeronautica venne costituita come Forza Armata autonoma. Anche per dare il via alle celebrazioni del centenario la base dell’Aeronautica Italiana di Poggio Renatico ha aperto eccezionalmente le porte alla stampa per un tour guidato, alla scoperta delle tante anime che compongono quella che per molti è erroneamente nota solo come la “base NATO di Poggio”.
Andiamo con ordine e proviamo a raccontarvi di più su chi lavora e cosa avviene ogni giorno in questo luogo in apparenza misterioso, che si manifesta esteriormente e da lontano soltanto per le due grandi cupole bianche che racchiudono i radar. Una prima curiosità: passando in auto nelle vicinanze noterete che uno dei due è in fase di smantellamento. Si tratta del primo radar in attività fin dal 1972, oggi non più funzionante e che presto verrà ricostruito all’ingresso del Comando come monumento a ricordo dell’importanza strategica che ha avuto per l’Aeronautica Italiana.
Un po’ di storia
La zona dove oggi sorge la base era sede di un parco aerei fin dal novembre 1917 e dall’anno seguente come campo di aviazione con hangar, capannoni, magazzino, alloggi e perfino una pista d’atterraggio. Rimase in uso a diverse squadriglie e brigate durante il primo conflitto mondiale, dal 1943 fu sede della Lutwaffe tedesca fino alla totale distruzione in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Negli Anni Cinquanta venne costituito a Ferrara l’11º Gruppo Radar che nel 1972 verrà trasferito a Poggio Renatico, dove era stato nel frattempo installato un nuovo sistema radar più performante di quello in città (la palla bianca menzionata sopra), rendendo così l’aeroporto uno dei centri della catena di controllo radar della NATO che si estendevano dalla Norvegia alla Turchia.
Dal 1998 la base accoglie il COFA (un ente che si occupa della condotta delle operazioni aeree) che nel 2010 ha mutato gradualmente le sue funzioni nel Comando operazioni aeree (COA), avvalendosi del personale e dei sistemi già presenti a Poggio Renatico. Questa è ancora oggi la sua funzione principale, a cui si è aggiunta nel 2021 la Brigata Controllo Aerospazio. Oggi la base di Poggio Renatico è sede del Comando Operazioni Aerospaziali, abbreviato sempre in COA, ed è un centro unico in Italia da dove partono i comandi di tutte le operazioni dell’Aeronautica Militare Italiana, incluse quelle di supporto alla NATO.
La base
Da Poggio Renatico non decollano aerei, non partono logisticamente le missioni ma è qui che vengono decise e pianificate strategicamente: è in questo Comando in pratica che partono gli ordini, e da qui vengono controllati passo dopo passo. Gli oltre 1300 militari presenti nella struttura sono in larghissima parte italiani, mentre il personale NATO è in numero variabile in base alla contingenza e include militari provenienti da 17 nazioni.
Le centrali di controllo sono tutte operative 24 ore su 24 ogni giorno dell’anno, per monitorare i cieli italiani a supporto di eventuali anomalie nei voli (anche civili se necessario in supporto a ENAC) e supportare le operazioni militari nei teatri internazionali, sia in difesa del Paese ma anche come supporto operativo in caso di missioni di salvataggio e recupero.
Nessun militare vive all’interno della struttura: alcuni alloggi sono presenti nella base logistica e di addestramento che si trova in via Wagner a Ferrara, nelle adiacenze del centro commerciale Il Castello, a ben 17 km di distanza dalla base operativa.
E la NATO?
All’inizio del 2013, in seguito alla riorganizzazione dei comandi della NATO, viene costituito sulla base di Poggio Renatico il nuovo Deployable Air Command and Control Centre (DACCC), dotato di strutture mobili con radar rischierabili a seconda delle necessità e delle missioni. È dislocato all’interno della base e il Comando Operazioni Aerospaziali italiano funge da ente di collegamento tra NATO e Aeronautica. Il comandante del COA è dunque responsabile anche del DACCC, da oltre quattro anni nella figura del Gen. Claudio Gabellini, che ci ha accompagnato durante la nostra visita alle varie sale di controllo.
Se a questo punto vi siete persi in mezzo a tutte queste sigle state tranquilli, è perfettamente normale specialmente per chi non è pratico di militari, comandi e aerei (come il sottoscritto!). Proviamo a raccontare più concretamente cosa avviene all’interno della base e quali sono i principali centri di controllo operativi, quelli che rappresentano il fiore all’occhiello del Comando.
Le sale operative del COA
Il COA è un comando unico nel panorama dell’Aeronautica Militare, con due sale operative sempre in funzione. Le mansioni svolte sono di sicurezza nazionale: sorveglianza dello spazio aereo in caso di invasione di mezzi privi di autorizzazione (qualcuno ha detto palloni spia cinesi?), il controllo del traffico aereo militare in modo che avvenga senza impatti sul traffico civile e commerciale, il coordinamento degli spostamenti dei vari contingenti militari dislocati nel mondo, ad esempio in Medio Oriente o in Africa. Ma è anche il cuore operativo per molte operazioni di cooperazione nazionale o internazionale, le cosiddette operazioni joint: a ricorrere ai servizi della base di Poggio Renatico sono talvolta le forze armate come Polizia o Carabinieri per operazioni di salvataggio o di perlustrazione, o la NATO stessa a cui l’Italia offre i propri asset aerospaziali in caso di missioni complesse.
Operazioni che possono essere le più disparate anche in base alla contingenza di un periodo storico. Solo per citarne due tra le più recenti ed estremamente rilevanti basti pensare alla gestione del trasporto in biocontenimento dei vaccini, durante la pandemia da Covid-19, dove tra gli altri sono stati utilizzati velivoli militari, oppure all’Operazione “Aquila Omnia”, quando un ponte aereo nell’agosto 2021 ha garantito l’evacuazione umanitaria in sicurezza di oltre quattromila profughi dall’Afghanistan.
Anticipare gli scenari futuri
Con un termine molto specifico il Generale Gabellini ci parla di “potere aerospaziale”, cioè la capacità di uno Stato di influenzare la politica estera dall’alto, attraverso la forza militare aerea. Serve a proteggere gli interessi nazionali, ma anche come deterrente in caso di crisi diplomatiche o tensioni che si accendono improvvisamente tra due confini (Vladimir, sei tu?).
Un obiettivo tra i più complessi che il Comando si vuole dare è quello dello sviluppo dottrinale e della capacità di anticipare scenari futuri. La storia recente insegna come sia importante farsi trovare pronti sul nascere di crisi internazionali, avendo la capacità di leggere eventuali segnali premonitori delle tensioni che possono portare a nuovi teatri di guerra o che richiedono una pronta capacità di risposta. Compito dell’Aeronautica è essere pronti mentalmente e culturalmente attraverso formazione e capacità di analisi, grazie anche all’enorme mole di dati che ogni giorno il Comando raccoglie e analizza.
Nuove frontiere strategiche
Negli ultimi decenni il settore aeronautico ha conosciuto sviluppi tecnologici senza eguali in campo militare, così anche la strategia difensiva deve tenere conto di un mondo ogni giorno più complesso sotto vari aspetti. Sempre più spesso ad esempio si parla di operazioni multi dominio, dove le procedure prendono in considerazione contemporaneamente tutti i “domini militari”, da quelli classici come quello terrestre, marittimo e aereo, fino a quello spaziale e quello cibernetico. Una parte enorme della pianificazione strategica oggi è legata ad aspetti legali che tengano conto di legislazioni locali in continuo mutamento ma anche di sicurezza dei dati per impedire fughe incontrollate o controspionaggio. Per non parlare della tutela gender per evitare che protocolli e cerimoniali vadano a ledere usi e costumi molto diversi dai nostri durante delicate operazioni internazionali o della creazione di opportune strategie di informazione per evitare leaks e diffusione di fake news. Anche su questi aspetti farsi trovare pronti richiede preparazione e studio, aggiornamento e investimenti continui per saper utilizzare la tecnologia che il mercato mette a disposizione.
Il JFAC
All’interno della base di Poggio Renatico oltre 15mila metri quadri sono occupati dai tendoni del JFAC, una struttura di comando e controllo che viene attivata all’occorrenza durante una crisi ed è quindi smontabile e riposizionabile ovunque. Il suo compito è quello di pianificare, sviluppare, assegnare e condurre missioni aeree in conformità con quelle che sono le direttive impartite della Difesa. Nel pacchetto di forze a reazione rapida della NATO c’è anche questo, offerto da soli sei paesi a rotazione, tra cui l’Italia.
Il tendone principale è imponente e vede 500 workstation connesse davanti a maxi schermi in grado tra le altre cose di simulare e riprodurre casistiche particolari ed operazioni il più possibile complesse. La più imponente negli ultimi anni è stata ad esempio la simulazione “Steadfast Jupiter”, proposta dalla NATO nel 2020. Un vero e proprio stress test per valutare la catena di comando e le problematiche di una missione simulata in risposta ad uno scenario di crisi internazionale.
Il JFAC non è attivo in modo permanente e necessita di personale ulteriore richiamato al bisogno, adeguatamente formato per operare in centri di comando e controllo, operazione complessa che può durare parecchi mesi o anni.
Il National Air and Space Operations Centre (NASOC)
Indipendentemente dalle missioni in atto, anche in tempo di pace è attiva la sala operativa del NASOC, unica in Italia e deputata alla gestione a 360 gradi delle operazioni correnti dell’Aeronautica Militare Italiana, tanto sul trasporto aereo quanto su meteo, ricerca e soccorso nazionale. Immaginate una sala di controllo piena di monitor come avete visto in qualche film, divisa tra desk attivati al bisogno e altri operativi 24 ore su 24: uno è dedicato al collegamento con la Marina, uno con l’Esercito italiano, alcuni servono per la Difesa Aerea per gestire gli eventi di tipo “Renegade”, paragonabili agli attacchi dell’11 settembre a New York.
C’è poi un desk per i link tattici con i mezzi in volo e quelli che si occupano delle procedure di volo militare affinché coesistano con il traffico aereo civile. C’è un desk meteo di supporto al processo decisionale, in caso di missioni il cui esito può variare di molto in base a fattori climatici, e gli importantissimi desk “SAR”: intervengono in caso di incidenti di volo militari e a sostegno della macchina dei soccorsi, nel caso di terremoti ed eventi climatici estremi.
Nel bunker per la difesa aerea
Struttura leggendaria all’interno del Comando di Poggio Renatico è poi il bunker fatto costruire negli anni ’90 dalla NATO in piena Guerra Fredda: tre piani interrati il cui ingresso blindato offriva isolamento e protezione persino in caso di attacco atomico ed esposizione a radiazioni, garantendo la sopravvivenza dei militari per un periodo prolungato al suo interno. Oggi è sede di uffici e sale di controllo che utilizzano il gigantesco radar sferico bianco che svetta in superficie, affiancato a quello in uso dal 1972 che come detto è in via di smantellamento. Non solo: nella sala di controllo NATO giungono segnali da circa 40 testate radar sparse su tutto il territorio nazionale.
Attualmente questo tipo di difesa aerea viene gestita in Italia soltanto da due sale operative, una a Licola, in provincia di Napoli, per quanto riguarda il traffico aereo da Roma in giù e l’altra proprio nel bunker di Poggio Renatico per il centro-nord. Il cosiddetto Reparto DAMI (Difesa Aerea Missilistica Integrata) è qui rappresentato dal “Gruppo Pioppo”, che come tutti gli altri gruppi presenti negli stati NATO risponde a procedure e specifiche identiche. A Poggio i militari controllori della difesa aerea sorvegliano lo spazio aereo nazionale 365 giorni l’anno e da qui fanno partire gli ordini di decollo immediato (scramble) di una delle coppie di Eurofighter dislocate sul territorio nazionale, in caso di intercettazione di velivoli sospetti. A differenza della sala operativa del NASOC la situazione aerea che osserva il Gruppo Pioppo è in real time e priva di ritardi.
Dal cielo allo spazio: il Centro Space Situational Awareness (C-SSA)
Ad accoglierci in questo ultimo tassello della nostra visita è il Col. Dario Tarantino, per presentarci un reparto nato da pochissimi anni: il C-SSA. La sua missione è quella di creare consapevolezza di ciò che accade nello spazio tramite tre filoni: l’osservazione e il monitoraggio tramite sensori e satelliti, il monitoraggio dell’attività del sole e la Space Intel, cioè lo studio del comportamento dei satelliti controllati da Paesi non cooperanti e dal comportamento a rischio.
La naturale espansione dell’uomo dall’ambiente aereo a quello spaziale, sia in campo commerciale che scientifico, sta poi creando un vero e proprio congestionamento dell’atmosfera intorno al nostro pianeta, dove nell’orbita geostazionaria gravitano oggi oltre 7000 satelliti di vario tipo e altrettanti ne rimangono in giro, ormai non più operativi. Detriti spaziali (debriefs) che iniziano a rappresentare un problema e una sfida da risolvere nei prossimi anni, e che richiedono uno studio e un’analisi in particolare quando si tratta di tracciarne l’eventuale caduta e il deterioramento causato dal rientro in atmosfera. Prevedere dove cadranno i detriti, quali dimensioni e traiettorie hanno e quali porzioni di popolazione andranno eventualmente informate ed evacuate, rientra ad esempio tra i compiti di questo centro. Perché ciò che accade nello spazio ha infine ripercussioni nel cielo e nella terra, sia in termini di sicurezza sia in termini di garanzia del funzionamento di servizi ormai essenziali, quali possono essere i GPS che ognuno ha ormai in tasca negli smartphone.
Il centenario
Dalle nuvole alle stelle, l’Aeronautica inizia dunque con questa visita riservata alla stampa le celebrazioni per i suoi 100 anni, tra mostre, conferenze ed open day necessari a creare consapevolezza di cosa viene fatto all’interno della base di Poggio Renatico. Il 28 marzo si terrà una Messa celebrativa nella Chiesa di Santa Maria in Vado, dal 15 al 25 aprile una mostra fotografica a Bondeno in Piazza Aldo Moro. Poi un ciclo di incontri tra maggio e giugno nelle biblioteche Ariostea e Bassani, e ancora una mostra espositiva dal 26 al 28 maggio al Centro Commerciale Il Castello. Un’open day il 17 settembre nella sede di Ferrara e infine a dicembre il consueto concerto al Teatro Comunale. Un fitto calendario di appuntamenti che avremo certamente modo di seguire e segnalare sulle nostre pagine.