Credo che il lavoro di un comico non sia solo far ridere la gente. Credo che sia far pensare la gente.
ricky gervais
Siamo già al secondo appuntamento e ce ne scusiamo con i lettori, e fintamente usiamo questa premessa per interessarli. Secondo appuntamento di cosa? Di un ciclo di quattro serate (più una ancora avvolta dal mistero e quindi cinque) di stand-up comedy a Officina Meca, il già più volte raccontato luogo sotto il grattacielo che ospita concerti e cineforum tra le altre cose.
Stand-up, che?
Parliamo ad un pubblico immaginario, come ogni comico prima di salire un un palco, per cui, proviamo, sulla carta a testare la nostra spiegazione, l’idea portante: la stand-up comedy è un fenomeno che proviene dagli Stati Uniti, il cui arrivo in Italia è stato in parte spinto dall’ingresso della piattaforma di Netflix, che ne ha esportato e reso accessibili i pesi massimi americani e che anno dopo anno si sta diffondendo fino a diventare abitudine per (sempre meno) ristretti pubblici anche in Italia. Tanto che da alcuni anni esiste una generazione che si è gettata in questa avventura, non è più follia leggere di serate open mic e alcuni di quei pesi massimi americani finalmente vengono anche in Italia.
Poche le regole: una persona sul palco, tutte le altre sono il pubblico. Ma non è teatro, non è nemmeno improvvisazione: è un dialogo. Nella stand-up c’è qualcosa di preparato e qualcosa che nasce all’istante, una connessione attiva con il pubblico, esiste un rapporto paritario e di mutua accettazione nell’abbassare i limiti di ciò che si può dire e non si può dire.
Stand-up è quasi sempre osservazione della realtà e un misto di risate e brividi di angoscia sulla schiena, perché è una arte complicatissima, eppure appagante, per chi la fa e per chi la riceve, dove il confine del proibito, di quel “non è una cosa da dire” viene costantemente spostato.
Vi è capitato di vedere The Marvelous Mrs Maisel? Ecco, quello. Pur non essendo del tutto una novità nella sua programmazione, Officina Meca ci presenta un ciclo di volti interessanti della scena contemporanea della stand-up.
“Per quanto sia vero che Officina Meca nasce con proposte di musica dal vivo, in realtà già nel 2019 avevamo fatto qualche serata stand up e pure nel 2020, poi saltata per motivi ben noti. Avevamo diverse date già chiuse in calendario, tra cui Valerio Lundini, poco prima che esplodesse in televisione” racconta Nicola Scaglianti, curatore della programmazione. “Ci piacerebbe far arrivare il pubblico ad una consapevolezza: che la stand-up è bella, al di là del nome proposto nella serata.”
“Dopo la prima data del 24 gennaio, con Chiara Becchimanzi, che ha portato sul palco quasi una psicanalisi collettiva, ora ospitiamo venerdì Andrea De Castro (uno che fa dal regista allo scrittore fino allo sceneggiatore, spesso come autore per altri), a seguire il 17 marzo Daniele Fabbri (uno dei fondatori di Satiriasi, primo manifesto italiano della stand-up) e infine Giulia Nervi (anche insegnante di recitazione e dizione) per un programma volutamente equo tra nomi maschili e femminili, in un mondo che sta velocemente equilibrandosi tra i generi dopo che per anni sembrava prerogativa solo degli uomini” spiega Nicola.
Ora, torniamo a rompere la quarta parete: tu che leggi immagini di essere fuori posto? Non dovresti. Il pubblico della stand up è trasversale, con una media tra i venti e i quaranta anni, con eccezioni in alto e in basso, un pubblico sempre più numeroso, disposto a muoversi per le province italiane, un pubblico che vive di passaparola e conoscenza di uno o quell’altro talento segreto che deve ancora esplodere.
E grazie a Officina Meca anche Ferrara sale sul treno (anzi consolida un percorso iniziato molto prima che in altre città ben più grandi) con un ciclo di appuntamenti che merita di essere scoperto.
Citando Ricky Gervais, Nicola Scaglianti spiega come: “se non ti provoca rabbia, se non ti stuzzica, non è stand up“: il consiglio, soprattutto per chi non conosce questo mondo, è di avere voglia di farsi stuzzicare.
Tutte le serate sono a Officina Meca – viale Cavour 189, seguilo su Facebook o Instagram