Palazzo Savonuzzi è molto più bello visto dall’acqua. Gigante silenzioso da fuori, a metà tra la riva del Po di Volano e la trafficata via Darsena, al suo interno è un viavai di persone, culture, suoni, idee in divenire da ormai quasi 13 anni. Storicamente sede dei magazzini fluviali utili alla logistica delle merci che transitavano sul Po in ingresso verso la città, venne progettato da Girolamo e Carlo Savonuzzi nel 1940 con un linguaggio razionalista e uno stile attento al contesto complessivo e ai dettagli costruttivi. Poi il lento abbandono per lunghi anni, come tutta la darsena, fino al recupero da parte del Comune per farne centro culturale e di aggregazione giovanile. Inaugurato nel 2010, ha visto avvicendarsi al suo interno associazioni culturali ed organizzazioni di vario genere, dal 2011 riunite nel Consorzio Wunderkammer, oggi uno dei poli culturali cittadini più in crescita tra eventi, laboratori e proposte formative.
Leonardo Delmonte ha la sua “seconda casa” negli uffici del Consorzio praticamente da sempre: è uno di quelli che ci ha creduto fin dall’inizio e ha visto crescere questa creatura nel tempo, confrontandosi con una città che è cambiata, con una pandemia che ha rotto molti equilibri e con una darsena che se prima era presidiata solo da chi operava all’interno di Wunderkammer oggi vede sottratta al degrado un’altra porzione del lungofiume grazie al progetto Nuova Darsena. Eventi di ogni tipo, concerti, festival gastronomici, presto l’apertura di due chioschi e un rinnovato interesse per la zona di confine tra la terra e l’acqua sono andati ad arricchire la già ampia offerta culturale proposta dal Consorzio.
Se mancate da Ferrara da qualche anno e passate per la darsena di San Paolo non vi sembrerà vero vedere la zona così ricca di persone ed attività durante la bella stagione. È un processo che viene da lontano, messo in moto da decine di persone che lo hanno reso possibile e ci hanno lavorato, da meccanismi virtuosi, bandi, fondi, investimenti a più riprese e sotto diverse amministrazioni.
Dice Leonardo che oggi Wunderkammer sembra un porto, non proprio in senso classico, ma un porto di innovazione culturale e sociale, anche se non mancano tra gli attori in gioco coloro che con l’acqua ci lavorano davvero ogni giorno: il Canoa Club ma anche l’Associazione Fiumana che con l’imbarcazione Nena si occupa di turismo fluviale sul nostro territorio.
Un porto che porta avanti uno spirito Chourmo, che in provenzale significa la ciurma, come nell’omonimo libro di Jean-Claude Izzo:
Scopo del Chourmo era che la gente si incontrasse. Si “immischiasse” come si dice a Marsiglia. Degli affari degli altri e viceversa. Esisteva uno spirito Chourmo. Non eri di un quartiere o di una cité. Eri Chourmo […] a remare! Per uscirne fuori. Insieme.
La frase di Izzo guida un po’ il mandato di Leonardo Delmonte come direttore del consorzio dal 2021, dopo molti anni di gestione al fianco di Maria Giovanna Govoni: è la solidarietà attiva di spirito che fa funzionare questa Camera delle Meraviglie. Per essere davvero un community hub, spazio ibrido che fa inclusione sociale e alleva talenti. Che produce lavoro, ospita residenze teatrali e studi di architettura, start-up e associazioni, postazioni di coworking con il progetto BANCO e sportelli di assistenza ai freelance o a persone in cerca di lavoro grazie alla partnership con ACTA. Ma anche una houseboat e una sala di registrazione musicale, per non parlare della Scuola di Musica Moderna che di Palazzo Savonuzzi occupa tutto il piano superiore ed è da decenni fiore all’occhiello della città.
Il tema del lavoro a WK è centrale perché sempre presente in quello che è il DNA del Consorzio. Cosa significa lavorare nel terzo settore, per il sociale, per lo sport? La mission di ciascun soggetto si mescola alla vocazione di comunità, con tutte le criticità e difficoltà di un mondo post covid, che ha ripreso a volte con più difficoltà a tornare a frequentare in presenza i luoghi di cultura e ha preso coscienza dei suoi diritti ma anche dei suoi limiti. Come per molti la pandemia è stata cesura tra un prima e un dopo, anche Wunderkammer ne ha approfittato per ripensarsi a livello di governance e modello organizzativo.
Anche la comunicazione è stata rinnovata: il font goticheggiante che oggi campeggia sulle grafiche colorate di ogni evento è quello usato nelle prime stampe a caratteri mobili, coeve appunto alle wunderkammer. Questo dona una forte riconoscibilità ai progetti del Consorzio anche se organizzati di fatto da soggetti diversi. Anche il logo lo utilizza ed ha acquisito maggiore incisività: parte della scritta è diventata una fogliolina minimal e green, in uso sui social ma anche nelle segnaletiche e targhe che progressivamente aiuteranno i visitatori a muoversi all’interno di questo spazio.
La famiglia si allarga
Bisogna trovare un grande equilibrio per tenere insieme le forze e valorizzare il singolo all’interno di una infrastruttura comune. E poi la famiglia si è allargata in fretta ed oggi le consorziate sono ben 8: Associazione Musicisti di Ferrara, Fiumana, Basso Profilo, HPO, Phorma Mentis, Canoa Club e Ferrara Sotto le Stelle, che nel 2022 davanti al fiume ha portato anche il suo festival musicale, spostandosi dal centro storico dopo 25 edizioni. A questo dream team si è aggiunto da poche settimane anche il Ferrara Jazz Club, che pur mantenendo sede nell’antico Torrione di San Giovanni svilupperà con il Consorzio progetti e idee comuni, anche se le relazioni e le occasioni di collaborazione non erano mai mancate negli anni passati.
Con l’aumento delle realtà al suo interno anche il bilancio degli eventi 2022 non può che essere positivo, specialmente dopo un biennio pandemico dove tante cose sono traslocate online o sono saltate.
1200 soci, +50% tra collaboratori e dipendenti coinvolti, +25% i partecipanti ai laboratori, 44 progetti complessivi per un pubblico che via via è tornato a frequentare i luoghi della cultura vincendo ogni diffidenza anche senza mascherine tra un’ondata e l’altra della pandemia.
Rigenerazione e sostenibilità
I casi di rigenerazione urbana negli ultimi 15 anni sono proliferati un po’ in tutta Italia, con ricadute non solo spaziali ma soprattutto sociali. Solo nella nostra città negli ultimi anni hanno avuto una seconda vita l’ex caserma dei VVFF, oggi Factory Grisù, e l’ex Teatro Verdi, oggi sede di Laboratori Aperti Ferrara, solo per citare i casi più complessi, pur con storie, modalità di recupero e gestione completamente diverse alle spalle.
Leonardo ricorda bene quando il lungofiume era in stato di abbandono: “All’inizio le associazioni all’interno di questo edificio hanno condiviso le loro sorti come vicini di casa, gestendo un luogo che fino a poco prima era in disuso. Oggi ci troviamo con un parco completamente nuovo a fianco e anche la nostra funzione deve essere ripensata: eravamo a presidio di una zona cerniera tra il quartiere Giardino e quello di Foro Boario, oggi possiamo essere davvero un porto, fare comunità e scambi, offrire servizi ed accoglienza ai “naviganti”. E nei porti le barche vanno e vengono, questo spiega perché abbiamo coinvolgiamo realtà che non operano stabilmente sulla Darsena come HPO, Ferrara sotto le stelle ma che in alcuni momenti e su alcuni progetti condividono la nostra idea di fondo, oltre ad essere risorse che portano il loro know-how e producono qui eventi o laboratori.”
Eventi che siano prima di tutto sostenibili: Wunderkammer è insieme ad altre realtà di Ferrara all’interno di URBACT, un programma europeo nato con lo scopo di promuovere uno sviluppo urbano sostenibile mediante lo scambio di esperienze e la diffusione delle conoscenze tra città europee. L’idea a livello locale è quella di creare un vademecum di come realizzare eventi che abbiano un impatto quasi nullo sulla flora e la fauna dei luoghi che li ospitano.
Non ci sono però solo i grandi eventi aperti ad un pubblico ampio: Wunderkammer propone durante il corso dell’anno un fitto calendario di laboratori, esposizioni, reading, guide all’ascolto, concerti ed esperienze che nascono come detto dalle realtà consorziate. Come per esempio il partecipatissimo festival estivo Un Fiume di Musica, che dal 2016 ogni estate riempie la darsena di musica dal vivo grazie all’impegno dell’Associazione Musicisti di Ferrara. “Chi fa parte di Wunderkammer versa una quota annuale fissa, poi gli spazi sono flessibili e ognuno va a sostenere le spese in base all’utilizzo che fa delle risorse comuni: da una scrivania in coworking fino ad arrivare ad un evento che impatta per giorni su quasi tutti gli spazi a disposizione.” spiega Leonardo.
Spazi che naturalmente quando sono disponibili vengono messi a disposizione di esterni grazie a partnership o contratti di service: una sala per una presentazione di un libro, per un concerto, per un evento di cucina, per il lancio di un prodotto… Ovviamente sempre di più è però peculiare per Wunderkammer stimolare la produzione di format “site-specific” come è stato Darsena Elettronica a dicembre scorso, a cura di Basso Profilo, esperimento riuscito in equilibrio tra arte e musica, per dare voce a nuovi modi di pensare la contemporaneità anche attraverso performance di artisti internazionali.
Studiare oggi per crescere domani
Ma le sfide non finiscono qui: un paesaggio a cavallo tra terra e acqua è anche luogo di transizione ecologica, di trasformazioni continue da studiare ed osservare. È stato coinvolto un gruppo del Politecnico di Milano per lavorare su alcuni spunti e temi attraverso focus group che saranno utili in futuro: magari non nell’immediato ma alcune parole chiave e strumenti che ne usciranno potrebbero essere il seme che farà nascere nuovi progetti, mentre anche a livello locale le acque si stanno muovendo letteralmente un bel po’.
Proprio la suddetta associazione Fiumana, in collaborazione con il Comune di Ferrara, CSV Terre Estensi, Ilturco e Rete Giustizia Climatica Ferrara, consapevole del ruolo fondamentale giocato dal Po e dalla sua fitta rete di rami e canali nella definizione dell’identità e del paesaggio estense, ha proposto alla comunità un percorso aperto e partecipato nel 2022, finalizzato a preservare e valorizzare questo straordinario patrimonio.
Per costruire insieme, raccogliendo stimoli, consigli ed esperienze, un Contratto di Fiume, ovvero un catalogo di linee guida che il Comune potrà adottare e integrare in un protocollo di intesa insieme agli altri Enti territoriali impegnati nella gestione delle acque.
Nei mesi prossimi Wunderkammer insieme ad altri stakeholder locali sarà impegnato inoltre nel coordinamento del progetto “Make together”, cofinanziato da Regione Emilia-Romagna e l’Assessorato ai Giovani del Comune di Ferrara, sul tema delle politiche attive del lavoro in mix tra teoria e pratica che permetterà a decine di giovani di mettersi in gioco concretamente. Nel mirino ci sono ovviamente i neet ma anche giovani lavoratori del terzo settore che vogliono cambiare ambito lavorativo. Nel corso del prossimo biennio ci saranno momenti di match tra competenze ed opportunità insieme a Factory Grisù, Laboratori Aperti, Coop Il Raggio Verde e Basso Profilo, con lo scopo di creare una piattaforma web condivisa con CNA, Confindustria ma anche soggetti che operano nella formazione come Phorma Mentis. Tirocini, opportunità di lavoro e formazione verranno messe a sistema attraverso alcuni open days: racconteranno le realtà lavorative che ogni giorno operano in questi hub culturali, ognuno in base alle proprie specificità.
La rigenerazione continua, a maggior ragione in tempi di incertezza dove si fa tesoro del passato per affrontare le sfide future. Ma il lavoro da fare è ancora tanto, specialmente perché queste pratiche diventino consuetudine e non esempi isolati. C’è ancora bisogno di diffondere la conoscenza di questi progetti perché siano sempre più attrattivi e di ispirazione per il recupero e la valorizzazione di tanti altri luoghi della città.