Lo Spazio Aperto di Gilda e Simona, per valorizzare la bellezza dell’artigianato

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Responsabilità, professionalità, creatività e tanto impegno sono alla base di un luogo unico, pieno di arte e artigianato, ossia la bottega creativa Spazio Aperto, gestita da Gilda Bonpresa e Simona Sementina. Ho scoperto questo posto grazie a una mia conoscente, quattro o cinque anni fa e da quel momento mi soffermo spesso ad ammirare la sua vetrina. E voglio credere che la maggior parte degli abitanti di Ferrara conoscano questo posto incredibile, che è proprio in centro, adiacente al cinema Apollo. Se così non fosse, questa è l’occasione giusta per scoprire la sua storia.

Foto di Giacomo Brini

Per scoprire e capire il percorso e gli ingredienti di questo angolo di Ferrara, mi sono affidata al filo mnemonico delle protagoniste, sbrogliato proprio nella loro bottega. Gilda e Simona si conoscono da più o meno trent’anni (e io la trovo un’amicizia così longeva, invidiabile ed encomiabile), ovvero da quando entrambe vivevano a Napoli e lavoravano dietro le quinte in teatro. Oggi questo consolidamento personale e professionale si rispecchia in modo ineccepibile nel loro luogo di lavoro.

“La nostra attività procede (anche) perché siamo amiche, ci sosteniamo a vicenda, ci confrontiamo. Poi, Gilda mi dice sempre di sì e ha tanta pazienza. Noi due funzioniamo perché io metto in disordine, per far sì che lei metta ordine” dichiara Simona. “La nostra amicizia e il nostro rapporto lavorativo vanno intesi come una convergenza oppure come due parallele che creano uno spazio pieno tra le due linee” aggiunge Gilda.

Ci sono state tantissime e svariate esperienze, dal teatro al cinema ai mercatini, nonché una bottega simile (La Bottega di Utilla, proprio di fronte alla Cambusa), prima di riuscire a concretizzare il progetto creativo e imprenditoriale, che germogliava da tempo, in ciò che in seguito ha assunto la forma di Spazio Aperto. Nel 2016 decidono di spostarsi più verso il centro, anche se ancora oggi si sentono dire “peccato che non siate in centro”. Punto nodale dello spazio è la promozione dell’artigianato creativo (effettivamente, a livello burocratico è un’Associazione di promozione sociale), soprattutto considerando che la camera di commercio riconosce come artigiani i falegnami oppure i fabbri, mentre se verte verso la creatività, la questione è più nebulosa.

Foto di Giacomo Brini

Per la creazione e la realizzazione di un oggetto sono considerati elementi essenziali lo studio, la ricerca, la professione, l’ingegno. E non tanto la fantasia, come in alcuni casi erroneamente si pensa. Quindi, uno spazio che si struttura sul desiderio di valorizzare e di far riconoscere la complessità e la ricchezza della sfera dell’artigianato. Parte del lavoro consiste altresì nel veicolare il messaggio che dietro alla realizzazione di un qualsiasi oggetto, c’è un lavoro immane, che include conoscenza e competenza. Tutto ciò si accompagna dalla volontà di tramandare attraverso corsi e laboratori, gli strumenti di questa dimensione della creatività, l’eccellenza di alcuni vecchi mestieri (impagliare una sedia, rilegare un libro) e di aprire gli orizzonti verso la manualità e altri ritmi. In una parola, esercitare il fascino di questo ramo della cultura.

Spazio Aperto si propone come un contenitore che dà la possibilità e spazio agli altri di esporre la propria arte. In alcuni casi, persino attraverso la formula di pop-up. Non è una semplice vetrina, ma un luogo dove l’oggetto viene esposto e verificata la propria potenzialità. Tutto ciò è concepibile perché si conosce ogni singolo oggetto, ogni piccolo particolare: il modo in cui è stato fatto, il materiale con cui è stato costruito, il percorso intrapreso dall’inizio della progettualità alla fine. Affinché ciò accada ci vuole la massima fiducia “non collaboriamo mai con realtà conosciute semplicemente online, in quanto ciò ci impedisce il confronto fisico”. L’attenzione al dettaglio, la cura e la ricerca sono cruciali per offrire un prodotto di qualità. E, ricordiamoci che spesso la qualità va accompagnata da un ritmo più lento e da uno studio più approfondito. Valutiamo con maggiore sensibilità e considerazione l’artigianato.

Gilda e Simona attribuiscono a questo luogo anche un carattere imprenditoriale, che permette di partecipare, di confrontarsi e di crescere. La selezione è un altro tassello cruciale per la continuità e la coerenza del progetto. Le persone che espongono il proprio lavoro condividono alcuni principi e valori “se l’obiettivo primario è il guadagno mensile, probabilmente questo non è il posto giusto; cioè, questo non implica che si debba escludere a priori il guadagno, semplicemente ci vuole tempo, pazienza e dedizione”, accettano sfide e si assumono rischi. È richiesta responsabilità e non meno importante, la presenza di un piccolo fattore come l’affinità.

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Se oggi questo spazio è conosciuto fuori dai confini della città estense e si è ampliato a livello progettuale, è merito soprattutto di fattori come la costanza, il senso del dovere, la maturazione degli stessi artigiani, le nuove proposte. La strada intrapresa non è stata facile, in alcuni casi si è rivelata persino tortuosa. Però, nulla in confronto ai tantissimi episodi memorabili e ad alcuni traguardi raggiunti (chissà se inaspettati). Uno di questi momenti è senza ombra di dubbio la mostra Cortecce di Claudio Bellinello, che si è conclusa da qualche giorno.

“Con quell’evento ci siamo rese conto della fiducia nei nostri confronti. Il messaggio che la creatività è qualità, ma altresì dovere e competenza era arrivato. C’era un’atmosfera rilassante e festosa. In verità, in altre occasioni passate ci siamo sentite dire «Fantastico, le ragazze sono riuscite a trasformare questa via in un vicolo di Napoli.» Sì, siamo sempre le ragazze, nonostante abbiamo superato i cinquanta. Inoltre, oggi abbiamo la forza economica per pagare i professionisti necessari per un evento di quella portata lì, come per esempio un fotografo. Siamo contente e lo consideriamo un traguardo. Riconoscere anche a livello economico il tempo e le competenze di qualcuno è fondamentale.”

Foto di Giacomo Brini

Di Ferrara Gilda e Simona apprezzano moltissimo la facilità di spostamento e la vicinanza (“muoversi in bicicletta è una cosa fantastica e un potenziale pazzesco”) e nel tempo sono riuscite a costruire con altre realtà, rapporti solidi di collaborazioni (ad esempio Apelle e Brododigò) oppure avviare nuovi percorsi e progetti lavorativi congiunti (Wildflowers, Filonificio, Anna Home&More). Creare rete può diventare una prerogativa possibile, se come presupposto si trovano affinità, rispetto e sostegno reciproco. Relazioni incentrate su stima, sinergia e intenti simili. “Ci interessa la qualità e il desiderio di veicolare un messaggio non autoreferenziale, promulgare lo scambio di conoscenze. Per ciò che ci riguarda, abbiamo scoperto da Wildflowers che i fiori hanno una stagionalità, abbiamo imparato qualcosa. Se i pomodori non ci sono a gennaio, ci sarà un motivo, quindi nemmeno le rose!”

I sogni da realizzare sono ancora tanti, la volontà, la fiducia e l’impegno ci sono a volontà. Probabilmente ciò che manca è il riconoscimento e il sostegno di noi cittadini di questa città. Ecco quindi, l’invito di Gilda e Simona “Venite, venite, venite! E se ci sono delle critiche, consigli o suggerimenti, abbiamo una cassetta postale che attende le vostre parole. E soprattutto, siamo uno spazio molto Aperto!”

Foto di Giacomo Brini

Non è sempre facile fare impresa, particolarmente se è focalizzata sull’artigianato creativo. Fare impresa in quanto donna, beh, a volte può rivelarsi ardua. Fare impresa a Ferrara? L’asticella della complessità si alza leggermente. Eppure, nulla è impossibile…

INFO
Spazio Aperto è in via Carlo Mayr 69 a Ferrara
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