“È qualcosa di assolutamente inaspettato” racconta Cinzia Roana, allenatrice del quartetto delle Alter Ego, formazione dei Pattinatori Estensi arrivata ai campionati mondiali e che sabato 5 novembre, nella categoria Junior, ha vinto la medaglia d’argento a Buenos Aires.
La società presieduta da Andrea Cavicchi opera dal lontano 1985 con sede al Pattinodromo (nell’area del Motovelodromo) e arriva con grande soddisfazione a questo traguardo, nonostante la propria natura di società dilettantistica e con le difficoltà logistiche e spaziali per gareggiare ai massimi livelli.
Il fondo su cui si allenano attualmente le ragazze è infatti pensato per l’hockey, oltre che su una pista di dimensioni minori rispetto a quelle delle competizioni internazionali, motivo per cui alcune volte a settimana veniva usato lo spazio del Palaboschetto, ora però non disponibile, con tutte le problematiche di spazio e velocità del caso.
Come spiega Cinzia, un passato prestigioso a livello italiano (cinque titoli nazionali) e europeo, il regalo era stato già qualificarsi, arrivare a questa finale, vivere l’esperienza di una trasferta dall’altro capo del mondo con il gruppo di quattro ragazze, tra i sedici anni di Vittoria Vaccari, Aurora Gherardi e Dafne Borghi e i diciotto di Beatrice Azzari.
Nelle competizioni di questo livello esiste sempre una componente di preparazione, ad alti livelli per chiunque ci arrivi e poi una serie di elementi tra forma fisica, ambiente, emozione e perfezione della performance che porta al risultato. Ci deve essere stato evidentemente un istante di magia per quei quattro minuti che hanno portato alla medaglia, come se tutto quello che poteva andare storto si fosse magari verificato prima e non durante l’esibizione.
Perché oltre a non aspettarsi il risultato, le ultime settimane di preparazione erano state a dir poco travagliate: “Nelle settimane di avvicinamento possiamo dire che è successo di tutto alle ragazze – racconta Cinzia – da un infortunio muscolare ad Aurora che ci ha fatto temere il peggio, alla scoperta di un asma che da fenomeno passeggero è diventato cronico, fino ad una febbre appena arrivati, con una delle ragazze che aveva 39.6 di temperatura all’atterraggio in Argentina. Questo ci ha portato nel caso dell’infortunio ad una serie di movimenti che non sono stati eseguiti in allenamento nell’ultimo periodo per rischiare solamente in gara, o a calcoli al minuto su come gestire puff per l’asma e medicinali per febbre, in modo da essere al meglio in quei pochi minuti di esibizione”.
Cinzia spiega poi che la possibilità di provare la pista della gara è stata concessa per un minutaggio assolutamente ridotto: quindici minuti al mattino, in cui trovare misure e punti di riferimento. Poi la competizione, nel tardo pomeriggio: tutto qui il passaggio da un palazzetto di Ferrara fino alla giuria dei mondiali all’altro capo del mondo.
L’esibizione perfetta insomma: dimenticati colpi di tosse, febbre, ignorati i problemi fisici, l’essere a oltre undicimila chilometri da casa. Quattro minuti e un incredibile secondo posto mondiale juniores.
Cosa succede ora? Le ragazze al telefono raccontano come tutto sia ancora un sogno impalpabile: “Ci renderemo conto di cosa vuol dire questo argento quando torneremo in Italia e potremo raccontarlo a famiglia e amici, parlarne a scuola. Adesso non riusciamo sinceramente a rendercene conto”. Un’estrema umiltà nonostante un traguardo enorme a cui fanno specchio le parole dell’allenatrice: “Il futuro adesso? Semplicemente, si conclude questo lungo periodo e si parte per un nuovo percorso. Ci si rimette a lavorare”.
Quattro minuti a chiudere il cerchio di un percorso iniziato a quattro, sei, otto anni al massimo e che ha messo le ragazze al secondo posto mondiale nella disciplina Quartetto.
Come racconta Cinzia in una lunga intervista concessa a Telestense qualche settimana prima della partenza, arrivare a questi risultati è l’ultima tappa di un percorso fatto di dolori, sudore, infortuni ignorati, coraggio nel buttarsi pienamente ogni giorno per ore e ore, fino a quei quattro minuti davanti ad una giuria.
Davanti ora c’è attesa per il momento di festa e degli incontri istituzionali, poi con semplicità si riprenderà a pattinare: nell’istante in cui si chiude il video, proprio negli ultimi frame ci sono sorrisi, sofferenza e unione mischiati assieme negli sguardi tra le ragazze, quando ancora, probabilmente, una medaglia d’argento mondiale era un sogno e non qualcosa da tenere in mano. Poi la meravigliosa sorpresa: scoprirsi vicecampionesse del mondo.
INFO:
Il sito dell’associazione Pattinatori Estensi