Chi torna dopo essere stato a lungo fuori Ferrara – chi ha studiato via ad esempio – ha sicuramente uno sguardo fresco e inedito sulla città. C’è chi pensa che tutto sia cambiato, chi invece che tutto sia rimasto sorprendentemente identico. Tra chi non riuscirà ad essere imparziale ci sarà chi noterà quanto la città sia diventata più bella, forse un po’ più internazionale, un pelino più creativa, con un fermento peculiare, una voglia di crescere. Chi torna con questo sentimento leale e trasognato, forse troppo genuino, a volte avrà voglia di mettersi in gioco per la sua Ferrara. Penserà che forse – con tutte le esperienze fatte via – qualche idea nuova potrebbe pure riuscire a portarla e a farla apprezzare. ‘Questa città, per come ha saputo diventare, merita proprio il mio affetto e la mia dedizione’, avrà in mente.
C’è anche chi invece passa per Ferrara per lavoro, per amore, per caso. E se ne innamora, forse lentamente, per abitudine, per il suo essere ‘a misura d’uomo’. Magari resta o se ne va, ma ne conserva un gentile ricordo. E infine c’è chi è qui da sempre perché non vuole proprio andarsene. Sta bene, un bene onesto, senza rimpianti. Chi ha sempre avuto voglia di ricambiare l’ospitalità della sua città regalandole attenzione, idee e progetti. Non che i figliol prodighi, i giramondo affezionati o i fedeli innamorati non vedano i difetti della loro Ferrara, forse li immaginano come piccoli nei, o simpatici caratteri distintivi. Forse invece li fanno arrabbiare come pazzi e discutere animatamente con gli amici al bar. Quando si è coinvolti la si prende sul personale, si diventa paonazzi.
Tra questi sguardi affascinati, c’è chi ha un talento particolare e riesce perfettamente a tradurre impressioni in immagini. Proprio all’interno di questa nicchia – che poi tanto piccola non è – ha gettato il suo amo Eugenio Ciccone, quando per caso lo scorso inverno è capitato sul profilo Instagram The Milaneser, restandone affascinato.
A partire dal primo progetto iniziato alcuni anni fa, The Parisianer, il network delle città The qualcosa-er è un omaggio visuale al mostro sacro del giornalismo americano The New Yorker e alle sue illustrazioni di copertina. Queste finte riviste (perché in effetti vengono realizzate solo le copertine), nate per celebrare pregi e difetti delle città alle quali sono dedicate, trovano la loro massima diffusione su Instagram e ne spuntano di nuove ogni settimana: Ferrara è partita ad aprile scorso, Napoli e Termoli sono tra le ultime ai nastri di partenza, la più remota ha aperto da poco sull’isola di Giava. Per la prima volta diventa saggio giudicare il libro dalla copertina, perché di questo si tratta: copertine d’artista che ritraggono dettagli, sfumature, angoli, prospettive, tradizioni, di metropoli, città e cittadine. Senza evitare qualche piccola provocazione, con ironia.
Racconta Eugenio: “A volte le cose nascono davvero di getto: seguivo da un po’ il profilo di The Milaneser, i primi a portare il progetto in Italia. In febbraio sono incappato in breve tempo in altri profili simili, suggeriti da Instagram stesso perché mi interesso di illustrazione, grafica e visual design: ecco le bellissime copertine di Brescia, Bergamo, Trieste, Genova, Bologna, Verona… Così ho pensato: proviamo a farlo anche a Ferrara, anche solo per valorizzare il lavoro di tantissimi talenti nel mondo dell’illustrazione locale, che non hanno la stessa visibilità ad esempio di pittori o scultori. Espongono molto meno e i progetti collettivi di illustrazione sono ancora purtroppo rari”.
Ed ecco The Ferrareser, una piccola rete che cresce giorno dopo giorno. I primi contatti prendono forma tra chi vive la città, chi la sogna da lontano, chi è passato e la ricorda con un sorriso. Basta un’e-mail, un messaggio che spiega il progetto per coinvolgere, soprattutto emotivamente, i destinatari. Alcuni illustratori vengono contattati direttamente su Instagram, per raggiungere altri invece basta il passaparola. “Con mia enorme sorpresa hanno risposto con entusiasmo praticamente tutti – racconta Eugenio – due o tre hanno gentilmente rifiutato per motivi di lavoro, e quelli che non hanno proprio risposto alla chiamata si contano davvero sulle dita di una mano”.
Un collettivo informale che conta al momento oltre 25 professionisti. E qui sorge la domanda alla Fight Club: ci sono regole nel gruppo?
“Nessuna regola – svela Eugenio – abbiamo pianificato un calendario delle uscite, una a settimana da aprile ad ottobre. Ogni artista invia il suo lavoro entro la data di pubblicazione, quando esce su Instagram e Facebook accompagnato da un piccolo testo che mi diverto a scrivere volta per volta. Il tema è a discrezione di ognuno, ho solo evitato sovrapposizioni tra le proposte ricevute: in generale qualcosa che abbia a che fare con Ferrara, uno scorcio, un piatto tipico, un personaggio famoso. Non sono per forza tutte cose “belle” o legate alla promozione turistica, ad esempio una delle copertine che ha riscosso maggior successo è quella di Francesca Pasqual che ritrae il petrolchimico…”.
Ad oggi le tavole pubblicate da The Ferrareser sono 18, più una copertina grigia pronta a diventare complice di un ricordo, una sensazione. 18 anche gli autori resi noti: Irene Chiapatti, Sofia Fiorentini, Luca Luciani, Andrea Amaducci, Maria Chiara Berti, Sara Fabi Cannella, Laura Massaro, Marcella Pirazzoli, Simone Campana, Aggeo Caccia, Claudio Gualandi, Francesca Pasqual, Alessio Bolognesi, Marco Nascosi, Kimberly McKean, Manuela Santini, Silvia Lupi ed Eugenio Ciccone. Ma altri verranno svelati via via che usciranno le loro opere nelle prossime settimane ed altri ancora si uniranno nei mesi a venire estendendo il progetto a nuovi autori.
Le copertine imbracciano biciclette, raccontano tempi antichi, tifano SPAL, popolano il Torrione, ma osservano anche il petrolchimico dipingere il nostro cielo grigio, appunto, – con un filo di tenerezza e una salamina (vedere per credere) -, o si scontrano e si emozionano davanti alle chiacchierate torri del grattacielo. Qualche punto debole, dicevamo, la nostra città lo ha: perché nasconderlo? A volte non è che un neo, a volte fa tenerezza, a volte fa imbestialire e diventare paonazzi.
Peccato che sia tutto così virtuale, ma cogliendo al volo questo pensiero che mi attraversa la mente, Eugenio racconta che c’è una mostra nel futuro del collettivo. Prima di Natale il gruppo conta di riuscire a trovare lo spazio giusto per esporre tutte le copertine del progetto, una per artista. Poi il tempo aiuterà a capire la strada da percorrere perché The Ferrareser possa nutrirsi di novità: un secondo anno insieme agli stessi illustratori e i loro nuovi temi e magari una open call per coinvolgere altri artisti, che in questi mesi si sono proposti.
E farne dei poster? In alcuni casi altre città del network li hanno stampati e venduti ed è una delle proposte che anche gli artisti ferraresi stanno valutando. Mai dire mai per chi ha voglia di lasciarsi incoraggiare da una sana collaborazione tra artisti e città.
The Ferrareser è un collettivo di illustratori ed artisti ferraresi, uniti per raccontare la città attraverso copertine di una rivista che non esiste (ancora).
la descrizione del progetto sul sito theferrareser.com
Leggendo la frase di apertura sul sito, però, non si può non notare quell’(ancora), tra parentesi, accanto alle parole rivista che non esiste. Una speranza? Un obiettivo? Un amo lanciato in attesa che qualcuno abbocchi?
“Ne abbiamo parlato tutti insieme – ci incuriosisce Eugenio -. Ci piacerebbe molto realizzare un catalogo cartaceo che diventi anche una vera e propria rivista a numero unico, con le copertine degli illustratori e dei testi abbinati, scritti da scrittori o giornalisti. Magari organizziamo uno speciale cartaceo di FILO Magazine?’.
Una bella speranza: d’altra parte, la nostra Ferrara offre terreno fertile quando si parla di collaborazioni. E il primo a seminare oggi è stato TEDxFerrara che ha voluto proporre al collettivo la stampa di una speciale cartolina che ritrae la copertina n°18 e racconta al contempo un po’ del progetto TEDx. Verrà distribuita gratuitamente ai presenti all’evento, oggi 3 settembre al Teatro Comunale di Ferrara. “Un modo per raccontare un progetto nuovo come il nostro ad un pubblico giovane e sensibile – aggiunge Eugenio – e di collaborare e raccontare a nostra volta il lavoro di un validissimo gruppo di ragazzi che realizza questo evento con passione già da alcuni anni’.
Chi torna a Ferrara dopo un lungo periodo capita che sia il primo a notare questa voglia di dare una forma fisica alle idee, a più mani, che sembra avere la nostra città. Chi passa e va, ricorda spesso Ferrara come una città operosa, una formichina prima dell’inverno. Chi arriva e resta forse decide di rimanere proprio per mettere le mani in pasta. Chi è sempre stato qui lo sa, sa che la nostra Ferrara non smette mai di evolvere, e oggi, tutti questi affezionati sanno che l’etichetta città d’arte potrebbe non bastare. Città d’arte, di pensiero, di passione e di illustrazione, forse. E naturalmente di biciclette.
INFO:
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Il sito di The Ferrareser