Tutto era partito con la Nazionale italiana di calcio che la notte dell’11 luglio 2021 vinceva l’Europeo in faccia ad uno Wembley interamente inglese. Poco prima Berrettini vinceva il Queen’s e si inchinava solo a Djokovic all’ultimo atto sull’erba di Wimbledon. Era stato poi il turno delle Olimpiadi di Tokyo: dallo storico 1 agosto, con il doppio oro di Tamberi e Jacobs nel giro di pochi minuti, fino alle medaglie da sfavorito di Paltrinieri, gli ori nella marcia, nel taekwondo e le totali 40 medaglie. E ancora le 69 medaglie alle Paralimpiadi e le infinite vittorie di Filippo Ganna e della sua bici. Poi il 4 settembre la Nazionale femminile di pallavolo diventava campione d’Europa; neanche a dirlo, due settimane dopo la Nazionale maschile emulava al meglio le colleghe battendo la Slovenia nella finale del’Europeo. Il 2021 è stato indubbiamente l’anno dei trionfi azzurri, ma c’è un altro filo conduttore che ci riporta al primo rigo: punto primo, vincere, punto secondo, in casa del “nemico”.
Il 2022 per forza di cose e per mancanza di manifestazioni è stato chiaramente meno sfarzoso (anche se gli Europei di nuoto di poche settimane fa hanno attestato una superiorità devastante degli atleti con il tricolore), ma c’era ancora un tassello da riempire, una pagina di storia da scrivere. Anzi, una prima pagina da stampare, appendere e non dimenticare mai più. Qualcuno poi, oltre ad aver fornito (nel vero senso della parola) il materiale per questa prima pagina, difficilmente dimenticherà la vittoria del mondiale della Nazionale maschile di pallavolo.
Questo qualcuno è Filippo Rubin, noto fotografo ferrarese che il mondiale lo ha vissuto tutto da bordo campo, con la sua attrezzatura sulle spalle. E allora non potevamo non fargli quelle due o tre domande per farci raccontare il mondiale attraverso l’obiettivo della sua macchina, ma soprattutto ascoltando le emozioni del retro macchina.
Iniziamo quest’intervista con una domanda consapevolmente inutile: chi è Filippo Rubin e cosa fa.
Beh, sono un fotografo, lavoro principalmente per La Nuova Ferrara ma collaboro anche con altre testate, ad esempio con LoSpallino. Da tanti anni lavoro nella pallavolo, ho cominciato nel 2005 e dal 2008 sono il fotografo della Lega Pallavolo Serie A femminile, il primo livello di campionato di club della pallavolo femminile. Fin dall’inizio della mia esperienza in estate ho sempre seguito le nazionali, sia maschili che femminili, e quest’anno sono stato “convocato” per il Mondiale in Slovenia e Polonia.
Cosa facevi e per conto di chi al Mondiale?
Ero in Polonia per la FIPAV, la Federazione Italiana Pallavolo, ma anche per i quotidiani nazionali e altre aziende. Principalmente però ero là per la Federazione e davo le foto a loro per tutti i loro scopi: dalla pubblicazione social al reparto di comunicazione.
L’Italia è campione del mondo: lo sappiamo e ci piace ripeterlo. Qual è il tuo resoconto di quest’esperienza come fotografo ufficiale della Nazionale?
Penso che meglio di così ovviamente non potesse andare! (ride) È stata una delle poche volte in cui ho seguito un mondiale, o comunque un evento così importante, dall’inizio alla fine. Con il fatto che la prima fase era in Slovenia, a Lubiana, sono riuscito a seguire tutte le partite, essendo a tre ore da Ferrara: a volte rimanevo là, a volte facevo avanti e indietro. Ripeto, meglio di così non poteva andare, è stato un crescendo dall’inizio alla fine. È chiaro che le prime partite fossero con squadre di livello magari inferiore, poi però dalla fine della fase a gironi in poi, a partire soprattutto dai quarti di finale con la Francia, il livello di spettacolo, emozioni e adrenalina è andato sempre più su. La Francia è la squadra campione olimpica in carica, era la squadra da battere nonché indubbiamente la favorita per la vittoria finale. Già il 3-2 con loro sembrava un grande risultato e l’impresa della vita. Italia-Francia è stata poi l’ultima a Lubiana, perché poi ci siamo trasferiti in Polonia. Tra l’altro il palazzetto in cui abbiamo giocato le fasi finali era lo stesso dell’anno scorso all’Europeo: io ero qua anche un anno fa per la finale dell’Europeo vinto, quindi già in partenza mi trasmetteva ricordi e sensazioni più che positive.
Veniamo alle ultime due partite: la semifinale con la Slovenia e poi la finalissima contro la Polonia padrona di casa.
La semifinale di sabato l’abbiamo vinta 3 a 0, ma con il palazzetto un po’ vuoto: è stata una bella partita ma dal punto di vista delle emozioni è stata quasi normale, non c’era tanta gente e poi anche il risultato a conti fatti è stato diciamo “agevole”. La finale contro la Polonia invece è stata uno spettacolo. Loro giocavano in casa, a Katowice, in un palazzetto sold-out, con quasi 14mila persone, praticamente tutte polacche. C’era un’atmosfera incredibile, e per certi versi anche difficile: si faceva fatica a muoversi, si faceva fatica a spostarsi, a trovare i punti buoni dove mettersi a fare le foto più belle possibili. Adesso poi che si lavora sempre in tempo reale ed in fretta, che bisogna muoversi rapidamente dal campo alla sala stampa, bisogna correre un po’ ovunque ed è stato anche impegnativo dal quel punto di vista, però direi che ne è valsa la pena. Sono state ammutolite 14mila persone e avversari, come emozioni posso dire di averne vissute di peggiori (ride).
Qualche aneddoto che porti a casa di questi giorni.
Così su due piedi è difficile! Ecco, posso dire che non mi era mai capitato di fotografare così tante fidanzate dei giocatori. Ho fatto tantissime foto a baci, abbracci e festeggiamenti. È stata la cosa più strana che mi ricordo, anche perché appunto era una cosa che non mi era mai successa.
E a livello personale e professionale? Cosa ti rimarrà di questa esperienza?
Beh mi è dispiaciuto un po’ non vedere la SPAL domenica contro il Venezia (ride). A parte gli scherzi, dopo anni di lavoro rendersi conto di essere riusciti a conquistarsi un po’ di fiducia mi dà grande soddisfazione. Mi vengono affidati servizi importanti da enti importanti come la Federazione, e questo per me e per il mio lavoro non può che essere gratificante. Anche perché alla fine di tutto le foto le devi avere: spesso ci sono situazioni in cui le foto devi averle ma se non riesci non casca il mondo, in questi casi invece devi portarle a casa per forza.
Su Facebook Filippo scrive a meno di dodici ore dal trionfo:
Un’esperienza umana e professionale incredibile. Pelle d’oca dall’inizio alla fine. Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me… Che serata, campioni del mondo!.
Ma il ringraziamento va a Filippo, perché con le sue foto è sembrato a tutti noi di vivere questo appuntamento con la Storia e di stare in campo con i Campioni del mondo. L’Italia è campione del mondo di volley dopo 24 anni, ma con i suoi scatti un pezzettino del titolo è anche un po’ di noi ferraresi.