Quando il Collettivo L.A.P.S. ha iniziato a progettare il suo primo libro, la SPAL era ancora in serie A e si immaginava stabilmente nel salotto della buona borghesia calcistica nazionale. Forse è sufficiente questo riferimento spazio-temporale per rendere l’idea della cura che un gruppo di scrittori accomunati dalla fede biancazzurra ha messo nella realizzazione del primo romanzo di curva mai prodotto in Italia. “Se non proprio al mondo – dice Marcello, che del volume ha curato la grafica – perché di ricerche ne abbiamo fatte tante e non ci risulta che qualcuno abbia mai provato a fare una roba di questo tipo”.
“Più di undici” è davvero un romanzo, perché racconta una storia di tredici personaggi (più uno), accomunati – al pari degli autori – dalla frequentazione della Curva Ovest dello stadio Paolo Mazza. Di calcio, tutto sommato, si parla poco o nulla. Il presupposto è quello utopico di una SPAL qualificata all’Europa League e che si prepara ad affrontare una lunghissima trasferta estiva a Bucarest. Lo sviluppo è quello di un affresco in cui trovano posto colletti bianchi e falegnami, studenti e pensionati. Che è poi in fondo quello che è una curva: un agglomerato umano di eccezionale complessità, ma che sconta quasi sempre i difetti dell’iper-semplificazione, mediatica e non. Un posto in cui – al netto dei luoghi comuni – puoi senz’altro portare i bambini se vuoi fargli capire che il mondo è fatto di cose belle e al tempo stesso brutte, ma che a prescindere c’è sempre del valore nello stare insieme e condividere qualcosa.
Nel caso del Collettivo L.A.P.S. c’è l’identificazione con la vita di curva, ma non necessariamente con la figura dell’ultras. Nel gruppo dei quattordici che hanno contribuito al volume ci sono personalità e vissuti diversi, anche dal punto di vista anagrafico. Non sorprendano quindi i lunghissimi tempi di gestazione dell’opera: “Il nostro gruppo Whatsapp – racconta Federico – conta quasi 85mila messaggi e per la scelta del titolo siamo passati attraverso una dozzina di idee, come minimo”. Un faticoso lavoro di assemblaggio e rifinitura ha quindi dato vita a un volume di oltre 250 pagine, in cui la SPAL in fondo è un pretesto e il risultato un accessorio, seppure non come principio universale condiviso da tutti.
In “Più di undici” c’è inevitabilmente molta ferraresità, anche se il viaggio da Ferrara a Bucarest racconta una realtà variegata, talvolta anche contraddittoria, ma sempre contraddistinta dall’idea che il tifo non è solo una questione di sport e che l’aggregazione spontanea può avere un fine sociale, come peraltro ha spesso dimostrato la Curva Ovest con le sue iniziative. In un’epoca di istituzioni deboli e di movimenti di massa spogliati della loro forza, le curve restano in piedi col proposito di rappresentare una sottocultura in cui trovare non solo conflitti (spesso solo ideali), ma soprattutto significati e legami destinati a durare.
Una degli aspetti peculiari del romanzo del Collettivo L.A.P.S. è che non ci sono firme individuali. Proprio per la sua natura di collettivo e proprio perché, quando senti un coro arrivare dalla curva, mica puoi distinguere una voce dall’altra. L’importante è distinguere le parole e cogliere il messaggio. A Ferrara ci si raduna tutti dietro lo stesso striscione e questa idea di compattezza viene rispettata in pieno anche sulle pagine di un libro che – non a caso – è edito dalla stessa Curva Ovest Ferrara.
“Questo libro è un seme – sottolinea Silvia – perché vorremmo che anche nelle altre curve d’Italia si iniziasse a cercare il talento ed a far capire che una curva può travalicare generazioni e classi sociali per creare ricadute sociali importanti. Per questo sarebbe bello presentare questo libro anche in altre curve, ammesso che ci invitino. Anche quella del Bologna? Certo, senza alcun problema”.
“Più di undici” è stato stampato in mille copie, costa 15 euro e al momento può essere acquistato rivolgendosi direttamente alla Curva Ovest o partecipando ai suoi eventi. A partire dalla festa della curva in programma dal 10 al 12 giugno al parco urbano “Bassani”. Lì ci sarà – nella serata di venerdì – la presentazione ufficiale dell’opera alla presenza di Sergio Floccari, fino al 2021 capitano della SPAL.
“L’obiettivo principale è vendere tutte le copie che abbiamo stampato” spiega ancora Marcello. “Al caz, in realtà puntiamo al Premio Strega” gli risponde Federico. Che poi aggiunge: “Voglio fare come Tacopina, sparo alto”. “Diciamo – chiude Sergio – che miriamo al secondo posto come i veri perdenti”. Stare insieme tra tifosi è in fondo questa roba qua: riconoscersi in qualcosa e prendersi non troppo sul serio. Per questo “Più di undici” è una lettura che fa al caso di chiunque voglia capire come si diffonda questa malattia benigna che è la passione per la propria squadra.
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la foto in copertina è di Damiano Fiorentini, courtesy Lospallino.com