Augusto Daolio (Novellara, 1947-1992) è conosciuto soprattutto come il fondatore dei Nomadi, portavoce di tante generazioni, colui che con le parole ha raccontato la vita, l’amore, le contraddizioni, la fede, il desiderio, nonché l’impegno sociale. Però c’è un aspetto del cantautore, forse più intimo e istintivo, che non tutti conoscono: il suo talento pittorico. Quando non scriveva, esternava il suo mondo ed esprimeva la sua creatività proprio attraverso il disegno e la pittura.
A trent’anni dalla sua scomparsa la città di Ferrara, molto amata dal musicista, omaggia il suo talento con la mostra Augusto Daolio. Il respiro della natura alla Palazzina Marfisa d’Este. L’inaugurazione della mostra è stata atipica, ma molto gradevole: un incontro festoso, pieno di ricordi, emozioni e musica. Un po’ anticonformista, forse come lo stesso Daolio. Presenti, oltre alle autorità locali, Rosanna Fantuzzi, presidente dell’associazione Augusto per la vita, nonché compagna dell’artista che lo ricorda come “una forza della natura, sempre attivo e assetato di vita e conoscenza”, i Nomadi, di cui Beppe Carletti che ammette di averlo definito all’inizio “imbrattatore di tele”. Il gruppo musicale ferrarese Mercanti e Servi ha omaggiato il musicista proponendo alcuni suoi brani, così come il cantautore Omar Pedrini.
L’esposizione propone una selezione di 56 opere, realizzate a olio e china colorata, e illustra un mondo onirico, simbolico e surrealista. Non a caso, uno degli artisti più amati da Daolio è stato proprio l’artista belga René Magritte. Il lavoro di Daolio è una riflessione sul rapporto tra soggetto e natura, circoscritto in una “dimensione padana e umana”, sulle affinità tra gli esseri viventi e le altre forme, sulla realtà e la fantasia che si fondono e si confondono. Per l’artista di Novellara la natura era un luogo di meraviglie e mistero, una fonte di ispirazione e indagine. Si sentiva parte della natura e si ‘nutriva’ dell’energia emanata da tutto ciò che in essa nasceva, si trasformava e viveva. Il disegno rappresentava un modo per reinventarsi ed elaborare la potenza esteriore e il groviglio di emozioni interiori, “non disegno per riempire un vuoto, ma per vuotare un pieno che è dentro di me e preme”.
L’albero, uno dei protagonisti indiscussi della sua arte, che “trae forza e nutrimento dall’oscurità della terra, silenziosa e misteriosa”, è quasi sempre umanizzato e sul punto di essere strappato dalla terra, come se fosse attirato da una energia cosmica, pronto a rinascere sotto un’altra forma, antropomorfizzata. Altri suoi lavori raffigurano luoghi rocciosi, spazi enigmatici e malinconici, corpi statuari, quasi mitologici. L’essere umano si mescola con ciò che lo circonda, si trasforma, inverte volutamente i ruoli.
E poi paesaggi silenziosi, irreali, metafisici e spaesati, disegnati da una memoria che “strappa, risveglia, rilegge, reinventa, scava e allinea cose, persone, alberi, rocce, cieli, attimi miei e degli uomini”. Le sue opere sono deliberatamente senza titolo, in quanto voleva che fossero le persone, guardando i suoi quadri, a sentire qualcosa e a nominarli. Tutto ciò è coerente con il suo bisogno di sentirsi libero, senza dover per forza definire il suo lavoro, proprio per evitare di rimanere incasellato in uno schema e lasciare così che ogni cosa “non si chiuda, ma che fluisca, libera da definizioni, da identità, da parentele”.
Il suo lavoro rivendica la forza incontrastabile e incontaminata della natura ed esprime una genuina curiosità della sua anima e della sua mente. Augusto Daolio è stato in grado di trasmettere attraverso sia le parole sia le immagini la sua grande energia interiore, la capacità di meravigliarsi per le piccole cose, la propensione a percepire tutto ciò che lo circonda sotto una altra luce, un’altra forma, il desiderio di conoscere “nuovi posti, altri misteri e nuove poesie da ascoltare”. La mostra rappresenta un’occasione per scoprire quest’altro aspetto della creatività di Daolio, espressa attraverso mondi surreali e confessioni dipinte.
“Se quello che mi porta a disegnare è una sottile malattia morbosa, una piccola lesione, […] desidero che non trovi mai guarigione.”
Augusto Daolio
INFO:
Augusto Daolio – Il respiro della natura
Ferrara, Palazzina Marfisa d’Este
18 giugno – 11 settembre 2022
9.30-13 / 15-18 | Chiuso il lunedì
Ingresso
intero € 4,00 | ridotto € 2,00