Si preannuncia una stagione di prosa eclettica al Teatro Comunale di Ferrara per il 2022-2023, una stagione che prevede spettacoli che spaziano da autori come Gabriele Lavia a Teresa Mannino, da Paolo Rossi ad Aldo Cazzullo, da Marco Paolini ad Arturo Brachetti. Una proposta variopinta dalla quale non potevano mancare il Direttore Generale Moni Ovadia che tiene a precisare, con una battuta, come i suoi spettacoli siano “molto ambiti dal Comunale perché gratis” ma anche il Presidente Michele Placido. Insomma, quella che si prospetta è una stagione con alcuni grandi classici e nuove proposte ma sempre con attori noti al grande pubblico. Oltre ai sopracitati passeranno da comunale anche Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, inseme a Francesco Piccolo. Ma tornerà anche Lella Costa con “Le nostre anime di notte” o Lino Guanciale con “Europeana” senza dimenticare gli Extraliscio e Giacomo Poretti.
Mancano da questa breve introduzione i titoli di molti spettacoli e probabilmente anche qualche proposta ma ci arriviamo. Questa infatti è anche la stagione in cui “torniamo ad avere gli abbonamenti” dice il direttore artistico Marcello Corvino durante la conferenza stampa di presentazione. Moni Ovadia, ricordando come quello di Ferrara sia “uno dei teatri più belli al mondo”, esprime tutta la sua soddisfazione per la stagione di prosa che si è riusciti ad organizzare. “Abbiamo fatto un fior di programma di prosa – dice – nonostante siamo meglio attrezzati per opera e danza”.
Un problema che riguarda le dimensioni di un teatro fatto per ospitare quasi mille persone e quindi difficile da riempire. “Io auspico – dice sempre Ovadia – un teatro anche di dimensioni inferiori per poter ospitare i nuovi teatranti”. Il cruccio del direttore artistico è quello di non poter ospitare nomi nuovi in un teatro come l’Abbado per cui servirebbe una sala più piccola che risulterebbe più sostenibile a livello economico ma eviterebbe anche il rischio di platee semideserte.
In effetti a ben pensare, senza spostarsi di molto, a Bologna l’Arena del Sole oltre alla sala grande intitolata a Leo de Bernardinis ha, sotto ad essa, una sala di medie dimensione intitolata a Thierry Salmon e il Teatro delle Moline che ha dimensioni molto ridotte. Proprio per ovviare in parte a questo problema l’assessore Gulinelli tiene a precisare come il Boldini ristrutturato non sarà casa solo per il cinema ma potrà avvalersi anche di una programmazione teatrale. In effetti già dalla nascita la sala Boldini era stata programmata per questa doppia valenza, ma esistono anche altri spazi in città adatti a una programmazione più underground che cerchi di scovare artisti emergenti. Sarebbe bello probabilmente poter ragionare su un’idea di teatro diffuso che occupi gli spazi della città, spazi magari non adibiti esclusivamente ad esso ma che possano vivere in sinergia con esso. Non va dimenticata ad esempio la proposta di Ferrara Off che ha saputo portare a Ferrara giovani di grande capacità e proposte di grande pregio come i Kepler 452 con “Lapsus Urbano // Dissenso Unico”. Ma anche la forza e la storia del Teatro Nucleo ormai un’istituzione che però rimane con i piedi sulla strada e tra la gente. Insomma, le potenzialità per ovviare alla carenza sottolineata da Ovadia ci sono e sono molteplici.
Chiuso l’inciso torniamo alla stagione. Dodici proposte suddivise tra grandi classici, cinque appuntamenti, nuove drammaturgie, quattro appuntamenti e tre spettacoli scritti da autori di fama internazionale. A questi si aggiungeranno, come accennato sopra, sei spettacoli extra e fuori abbonamento i cui protagonisti saranno sì uomini di teatro ma anche giornalisti, musicisti e comici.
Ma partiamo dai classici perché la stagione 2022-23 si aprirà con Il Mercante di Venezia il 7-8-9 ottobre. A guidare la regia del capolavoro di Shakespeare sarà Paolo Valerio mentre Shylock sarà affidato a Franco Branciaroli.
Passando all’anno nuovo (3-4-5 febbraio) sarà invece il turno de Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello con Gabriele Lavia, sia in scena che in regia, che la descrive come “una tragedia della mente, ma porta in faccia la maschera della farsa”.
A fine febbraio (24-25-26) sarà invece il turno di Spettri, uno dei drammi più significativi di Henrik Ibsen con Andrea Jonasson mentre l’adattamento italiano è curato da Fausto Paravidino.
A marzo invece un classico che non è un classico. L’ironia di Natalino Balasso in Balasso fa Ruzante il 24, 25 e 26 marzo. In questa messa in scena il comico di Porto Tolle riscrive con toni comici e drammatici l’opera di Ruzante, al secolo Angelo Beolco, autore padovano vissuto a cavallo tra quattrocento e cinquecento.
Questo mini ciclo di 5 grandi classici si chiude il 31 marzo e 1 e 2 aprile 2023 con La bottega del caffè di Carlo Goldoni per la regia di Paolo Valerio e, in scena, Michele Placido.
Tre sono invece le proposte che partono da scritti di autori di fama internazionale. Il 16, 17 e 18 dicembre Lella Costa e Elia Schilton interpretano Le nostre anime di notte dello scrittore statunitense Kent Haruf mentre la regia è affidata a Serena Sinigaglia.
Il 13, 14 e 15 gennaio sarà invece il turno de Il compleanno scritto dal Premio Nobel per la Letteratura del 2005 Harold Pinter. In scena Maddalena Crippa mentre la regia è affidata a Peter Stein.
L’ultima proposta di questo trittico vede invece il ritorno di Lino Guanciale con Europeana. Breve storia del XX secolo il 28,29 e 30 aprile 2023. Partendo dall’omonimo libro di Patrik Ouředník, praghese di nascita ma parigino di adozione, Guanciale racconta la storia d’Europa attraverso tante piccole storie di quel secolo che Eric Hobsbawm definì breve.
Tocca infine alle nuove drammaturgie. Quattro spettacoli che abbracciano l’intera stagione che partono il 25, 26 e 27 novembre con Oylem Goylem del direttore Moni Ovadia sul palco insieme alla Stage Orchestra. “Uno spettacolo culto – si legge nella descrizione a cura degli autori –, antidoto contro le violenze, intolleranze e razzismi vecchi e nuovi, che in una sintesi tra racconto, musica dal vivo e risate presenta un affresco del popolo ebraico come non lo abbiamo mai visto”.
11 e 12 febbraio ci sarà invece il ritorno di Paolo Rossi con Pane e Libertà uno spettacolo agile e dirompente che unisce la stand up comedy alla commedia dell’arte e alla commedia greca.
Si passa poi a Chiedimi se sono di turno di Giacomo Poretti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. 5, 6 e 7 maggio sul palco del comunale la domanda che si porrà l’autore sarà: “E adesso chi lo svuota il pappagallo?”. Infatti, leggiamo dalla descrizione curata dagli autori, “in ospedale si entra solo per tre motivi: se uno è ammalto, se si va a trovare un ammalato, oppure, se si è particolarmente sfortunati, se uno in ospedale ci lavora”.
A chiudere questa sezione ma anche la stagiona sarà invece SANI! Teatro fra parentesi di e con Marco Paolini dal 12 al 14 maggio. Una pièce che prende forma di ballata attraverso i fili delle storie, degli argomenti e dei personaggi che racconta in un percorso autobiografico la storia e le storie che abbracciano gli anni settanta e ottanta. «In questo tempo di teatro fra parentesi – ricorda Marco Paolini – non tutto dipende dalle norme, dipende dal buon senso, dal coraggio e dalla fiducia, dipende da noi. Per convenzione, il biglietto venduto a teatro corrisponde a una sedia o a una poltrona; secondo me corrisponde invece a un diritto: quello di poter vivere un’esperienza da dentro, non di guardarla da fuori».
Chiudiamo con gli Extra, che non sono pochi, un terzo della stagione e, ricordo fuori abbonamento e con prezzi dedicati. Primo fra questi Matteotti Medley di e con Maurizio Donadoni racconta l’omicidio di Giacomo Matteotti con la prima data in programma nel centesimo anniversario della marcia su Roma del 28 ottobre 1922. Un documentario teatrale che ricorda l’abominio che è stato il ventennio fascista tentando di tenere aperti gli occhi perché, come disse un Matteotti ventenne, “ogni epoca ha avuto i suoi martiri, le sue vittime, gli inutili eroi che con il loro sacrificio hanno aperto gli occhi e la strada agli altri”.
L’undici dicembre avremo invece Momenti di trascurabile (in)felicità di e con Francesco Piccolo e la partecipazione straordinaria di Pif. Tratto dai libri dello stesso Piccolo, Momenti di trascurabile felicità, Momenti di trascurabile infelicità e Momenti trascurabili vol. 3 tutti editi da Einaudi. Ricordiamo l’autore anche per la vittoria del Premio Strega con Il desiderio di essere come tutti e per essere lo sceneggiatore della serie tv L’amica geniale.
Il 31 gennaio sarà in scena Teresa Mannino ma ancora non si conosce il titolo dello spettacolo ma sappiamo che la comica disegna una società che “ha urgente bisogno di guardarsi allo specchio senza indulgenza e autocompiacimento”.
Pochi giorni dopo, il dieci febbraio, si torna a parlare di fascismo con Il duce delinquente di e con Aldo Cazzullo (voce narrante) e Moni Ovadia (canto e letture). Molti italiani ancora oggi pensano che fino alle leggi razziali del 1938 Mussolini le abbia azzeccate quasi tutte, con questo spettacolo gli autori dimostrano, perché purtroppo è ancora necessario, che non è andata proprio così. Gli atti di violenza compiuti in Libia, in Abissinia e nella stessa Italia dimostrano come la guerra non sia “un impazzimento” ma “lo sbocco naturale del fascismo”.
Negli ultimi due extra in programma abbiamo, il 18 febbraio, Solo del grande trasformista Arturo Brachetti “un varietà surrealista e funambolico, un magico viaggio nella mente dell’autore, nei suoi sogni, ricordi e fantasie, ma anche in quelli di tutti noi”.
Mentre il primo marzo è il turno di Extralishow. Una storia punk ai confini della balera da un’idea di Elisabetta Sgarbi con gli Extraliscio e Davide Toffolo.
La campagna abbonamenti inizia domani, venerdì 3 giugno, e si avrà la possibilità di acquistare due tipi di carnet: quello per il turno completo da 12 titoli e uno da 6 titoli a scelta. Gli spettacoli extra non sono compresi nell’abbonamento.
INFO:
https://www.teatrocomunaleferrara.it/events/category/prosa-2022-2023/