Riccardo Buonafede, comacchiese classe ’84, già dai primi anni dell’adolescenza viene catturato dal fascino dei primi graffiti, manifestazione di una ribellione giovanile di quegli anni che coloravano le strade di Comacchio. Comincia così ad appassionarsi al mondo UNDERGROUND e a frequentare artisti e musicisti da cui coglie i primi stimoli che coltiverà poi frequentando l’Istituto d’Arte “Dosso Dossi” di Ferrara.
Riccardo nutre la sua passione frequentando mostre, collettive e personali, per arricchire il suo bagaglio personale ed artistico ed esprime la propria creatività modificando man mano il suo stile di pittura. Dapprima più stilizzato, poi più realistico e alla ricerca dei dettagli, sentendo successivamente l’esigenza di accrescere le dimensioni delle proprie opere su tele man mano più grandi, fino a dipingere su muri, seppur lavorando sempre in contesti di completa legalità. Consolida dunque la sua arte partecipando a Festival ed iniziative in tutta Europa.
“Voglio tenermi alla larga da ogni campanello d’allarme che possa crearmi tensione. Per me dipingere è un momento di meditazione.” spiega Riccardo.
Comacchio ormai è divenuta una sorta di capitale della “Street Art”, specialmente dopo la nascita del Festival “MANUFACTORY PROJECT”. Di cosa si tratta?
Dopo aver portato a termine alcuni progetti per alcuni comuni italiani desideravo proporre un intervento su Comacchio e mi è stata affidato un incarico su una facciata della scuola della frazione di Vaccolino: il risultato è stato straordinario, tuttavia desideravo, forse per questioni di appartenenza, dipingere proprio nel centro storico della città.
A quel punto gli allora amministratori della città mi proposero di riqualificare la zona dello Stadio Comunale Raibosola. Non potevo certamente svolgere un intervento di quel genere da solo, così è nata, in concerto con loro, l’idea di organizzare un Festival di Street Art, coinvolgendo artisti da ogni parte del mondo e con influenze e stili completamente diversi che, mescolati tra loro, avrebbero dato vita ad una vera e propria opera d’arte pubblica di enormi dimensioni, come piace a me! Il tutto è stato messo in piedi con il supporto e l’entusiasmo dell’associazione di promozione sociale “Spazio Marconi”, luogo multifunzionale dove poter ideare, progettare, creare e condividere attività per il territorio, uno spazio di coworking ed un laboratorio aperto a tutti.
Anno dopo anno il Festival è cresciuto sempre più, la squadra ha coinvolto nuove personalità ed abbiamo qualitativamente sempre alzato l’asticella, ospitando artisti del calibro di: Ericailcane e Bastardilla, Tomoz, Mask, Cause, s404y, Rise The Cat, Sfhir, Man O ‘Matic, Krayon e tantissimi altri fino ad arrivare all’ultima edizione che ha fuso Manufactory con Spina Festival. Una combo che a livello emotivo è stata una figata! Durante il periodo dell’epidemia da Covid-19, durante il quale eravamo costretti al mantenimento delle distanze interpersonali, abbiamo intitolato il festival “Forza d’ Attrazione”, perché sentivamo la necessità di trasmettere un messaggio di unità, seppur non fisica, quantomeno emotiva, a livello di iniziative e di associazionismo.
Il Festival di arte urbana ha contato, sino ad oggi, tre edizioni e il termine della riqualificazione dello Stadio Raibosola è stato un tassello fondamentale per il riconoscimento di Manufactury Project tra i più importanti Festival di Street Art di panorama del settore. Questo sito infatti è divenuto ufficialmente un Museo a cielo aperto dal nome M.A.U.D, Museo d’Arte Urbana del Delta dello Stadio Raibosola.
Nonostante sia cresciuta dunque l’attenzione verso queste forme di arte, pochi giorni fa proprio a Comacchio è stata però smantellata parzialmente una parete sulla quale era dipinta un’opera dello street artist BLU. A denunciare l’accaduto su Facebook sei stato proprio tu. Ci racconti meglio che cosa è successo e chi ha commesso questo gesto?
Purtroppo meno di dieci giorni fa sono stati rimossi due terzi della facciata del muro di un garage sul quale lo street artist BLU, uno dei più noti esponenti di questa arte, ha dipinto intorno al 2006 una propria opera. Recentemente, questi garage hanno subìto interventi di riqualifica e in quella fase è stata rimossa, non smantellata, la parte interessata. Fortunatamente l’intervento è stato bloccato dalla Polizia Municipale a seguito di una segnalazione ed attualmente la parte che manca è depositata nel magazzino della ditta incaricata allo smantellamento. Contiamo di poterla riportare al suo posto evitando che venga venduta, esposta in un museo o che finisca in mani diverse dalla collettività per cui è nata. Si tratta di un’opera di interesse pubblico e combatteremo perché possa continuare ad esserlo.
A tal proposito abbiamo organizzato la manifestazione #bluèanchemio che si terrà sabato 18 giugno alle 18.30 a Comacchio in via Resistenza, proprio nel luogo in cui è stata rimossa l’opera, per promuovere la tutela dell’arte urbana nel rispetto degli artisti che la praticano e del territorio che la ospita, sensibilizzare l’opinione pubblica e organizzarci per riavere indietro quanto ci spetta. Vi aspettiamo!
1 commento
#bluèanchemio
Ma prima di tutto mettiamo il mio bel faccione e parliamo di me.
Il mondo della streetart è una cerchia di sciacalli e parassiti con in primis l’obiettivo di guadagnare fama e denaro, non con l’interesse per la “collettività” e tanto meno per la salvaguardia e ľamore per una cultura estetica e SOVVERSIVA. “Graffiti” non significa un disegno sul muro, ma un’azione ILLEGALE volta alľappropriazione VISUALE di una superficie pubblica.
Con queste buffonate stanno solo ridicolizzando una cultura che nemmeno conoscono di striscio, strumentalizzando un movimento per farsi pubblicità.