

C’è un tendone, ancora per qualche giorno, in via della Ricostruzione 40, a Pontelagoscuro. Partiamo dalla fine: dentro c’è un piccolo gioiello, probabilmente la pietra più preziosa da scovare in questi giorni tra città e dintorni.
È Hesperus la creatura del Circo Madera, ospite del Teatro Nucleo, una compagnia che, racconta Silvia Laniado, decide di acquistare un tendone da circo nel marzo del 2020, con grande capacità di visione sul futuro – ironicamente parlando – visto l’arrivo immediato del lockdown globale.

E quale spettacolo scrivere mentre l’intero mondo dello spettacolo è fermo e accenna a ripartire solo oggi, oltre due anni dopo? Hesperus. Un folle viaggio di circa un’ora e mezza attraverso infiniti livelli di performance, un mix che funziona incredibilmente bene (come fosse uno progetto rodato da anni) e che riesce ad essere trasversale per tutte le età, offrendo ad ognuna qualcosa a cui stare aggrappato.
Comicità fisica (per i bambini, ad esempio) e verbale (dove si sottointende spesso e si lavora ad un livello più alto), fisicità acrobatica in alcuni numeri (quelli dove contano i muscoli, la forza, l’equilibrio), musicalità (batteria e piano sono suonati dal vivo e sono parte integrante della storia) e ancora canto (lirico come pop come hip hop). Non manca niente, tanto che, dovendolo spiegare è importante far passare il messaggio che non è (solo) circo: non è incentrato su acrobazie o numeri di prestigio.

È performance pura, si ride e ci si mantiene per tutto il tempo in un livello artistico surreale e grottesco, seppure in fondo si stia (quello è il tema centrale) celebrando la fine dello spettacolo. Non di Hesperus: di tutto il mondo dello spettacolo. Si ironizza sul fatto che, in fondo, perché poi dovrebbe importare? Perché uscire di casa, perché doversi scomodare, perdere tempo, soldi, quando le nostre case sono pronte a proteggerci, accudirci, soprattutto a non farci pensare troppo?
Ridono i bambini di fronte a costumi o tirate d’orecchi (anzi di bacchetta) che il batterista riserva ad una narratrice troppo aulica e la caccia, urlando, gridando e facendo ridere accusandola del fatto che non riesca a capire niente, di questa storia dello spettacolo, della sua nascita, della sua crescita, rompendo la quarta parete come Kevin Spacey in House of Cards, spezzando le barriere tra teatro alto e pubblico. Qui si affronta un tema drammatico, ridendo, quasi come quel Benigni capace di vincere un oscar.

E ridono gli adulti di fronte a continue interruzioni, citazioni musicali, personaggi che appaiono o scompaiono e ad una sceneggiatura estremamente bilanciata: diverte, affascina, cammina leggera sulla linea di confine tra divertimento intelligente senza mai saltare su altre linee (il volgare, lo scemo) che spesso certa comicità televisiva italiana considera normale, popolare.
E infine arriva in scena, la Morte, evocata e presente, ma senza spaventare nessuno.
Perché nel pensare alla fine del mondo dello spettacolo, gli artisti del Circo Madera hanno scritto un gioiellino che merita di non essere perso e che contiene quegli elementi tipici di chi ha dentro il fuoco artistico che arde e se lo conquista ogni sera: è uno spettacolo, come recita la compagnia, ad ingresso gratuito e ad uscita a pagamento, ad offerta libera, per permettere a tutti di entrare e fruire dell’arte, scegliendo poi come ripagarla.

Perché per chi è su quel palco, la performance è vita, essenziale, battito cardiaco: mancano gli effetti speciali dei grandi show, ma si ha la sensazione di essere molto più vicini al cuore di quello che è il mondo del teatro, riuscendo ad essere accessibile e universale.
Il consiglio è di registrarsi o presentarsi: una delle sorprese dell’estate in città è arrivata di nascosto, dentro un piccolo, afoso tendone, capace di suscitare meraviglia sincera.
Gli ultimi spettacoli in scena:
- giovedì 23 giugno ore 21.30
- venerdì 24 giugno ore 21.30
- sabato 25 giugno ore 18.00
- domenica 26 giugno ore 21.30

INFO:
Circo Madera è in via Ricostruzione, 40 a Pontelagoscuro.
Sito ufficiale del Circo Madera
Classe 85, vive a Ferrara da vent’anni. Secondo il profilo ufficiale è Infermiere, nel contempo si occupa da anni di giornalismo con l’idea di cercare di raccontare il mondo da una angolazione sempre nuova, con spirito critico ma rivolto al meglio, al domani e al possibile. Ha scritto un romanzo, si chiama “Sfumature” e si occupa di musica con una newsletter settimanale, live report e altro.Qui su Filo, articolo dopo articolo tenta di costruire un mondo più informato, consapevole ed ottimista o, almeno, aderente alla realtà.