“Approvato nelle commissioni Cultura e Lavoro del Senato l’emendamento del M5s al DDL Delega Spettacolo, a prima firma Michela Montevecchi, che riconosce i LiveClub quali soggetti che operano, in modo prevalente, per la promozione, la diffusione e il sostegno di produzioni musicali dal vivo.”
4 Maggio 2022
Parliamo di questo esattamente: fino ad oggi i live club in Italia non erano normati, zone grigie di un settore che cerca ormai da quasi vent’anni di avere riconoscimento, con i diritti e i doveri connessi. Un percorso che nasce da un asse legato alla nostra provincia, come ci racconta Federico Rasetti, ferrarese e direttore di KeepOn Live da diversi anni, ovvero dell’associazione di categoria di live club e festival musicali che con un lungo lavoro ha posto le basi per questo storico momento.
“Si può dire che è come se fosse nata una nuova categoria di spazi culturali, finalmente riconosciuta – racconta Federico -. Esisterà a livello storico un giorno in cui si considera nato il teatro? Il teatro non inteso come spazio fatto di mattoni all’interno del quale le persone si radunano a vedere degli spettacoli, ma proprio dal punto di vista giuridico. Esisterà quel giorno? Perché fino a quel momento, senza un riconoscimento tu come attività non esisti. Riguarda anche i diritti di chi ci lavora. Con questo passaggio siamo arrivati al giorno zero dei live club in Italia”.
(Per i più curiosi: per il teatro il giorno dovrebbe essere il 19 marzo 1942).
“Uno degli spunti più importanti mi era stato dato da Massimo Maisto, all’epoca vicesindaco di Ferrara, che mi aveva suggerito di provare a lavorare su qualcosa di simile a quello che è il modello del cinema dell’essai: non è il modello che è poi stato sviluppato ma è uno spunto che rimane valido all’interno del nostro percorso.” aggiunge Federico.
Questo è l’asse che porta fino al Ministero della Cultura, guidato da anni dal ferrarese Dario Franceschini, che ha finalmente chiuso questa prima parte di lavoro.
Facciamo un passo indietro: torniamo a quel momento, qualche mese fa, con le prime riaperture dopo la pandemia, in cui esisteva una normativa per discoteche e sale da ballo, con la totale assenza di riconoscimento di quale luogo sia in effetti un live club, ovvero un luogo destinato alla musica dal vivo. È una mancanza a cui si lavora da diversi anni, in particolare negli ultimi, dal 2017-2018 in poi, anni in cui è emersa una maggiore consapevolezza collettiva dell’associazione e con il coinvolgimento dei club italiani, in un percorso unitario che comunque esiste come KeepOn Live da almeno 18 anni.
Per fare un esempio, immaginiamo di avere un terreno libero su cui voler costruire una casa. Ovviamente prima bisogna fare un progetto, raccogliere i dati, fare i conti per il mutuo e presentare tutto questo al comune e immaginiamo poi che venga negata la possibilità di costruire. Intanto nel terreno tutto perde di valore: crescono le erbacce, le condizioni peggiorano. Con quello che è stato approvato in legge delega da parte della commissione cultura è come se lo stato italiano avesse detto: va bene, potete finalmente costruire questa casa. Tutti questi anni di progetti e proposte che erano stati elaborati ora possono essere costruiti.
Quindi ora va costruito l’impianto normativo che andrà a legiferare su tutto quello che è il live club: chi ci lavora, quali norme ci devono essere, quali capienze seguire, giusto?
Esattamente: ancora prima in realtà bisogna definire cosa sta dentro e cosa sta fuori, quali sono i parametri di un live club, questa sarà la base ulteriore per capire come gestire tutto. Solo da quel momento potrò finalmente dire: a chi diamo la capienza? Quanta? Senza questo passaggio era impossibile arrivare a tutto il resto: questo passo permetterà di definire i confini.
Come è stato il confronto con la politica in questo percorso?
Il Ministero della Cultura è stato fondamentale: ci siamo visti poco prima che venisse approvato questo emendamento in legge delega e qualche giorno prima ci siamo confrontati con Annalisa Cipollone, da poche settimane capo di gabinetto del Ministero dalla Cultura. Il nostro dialogo è stato fondamentale per alcuni consigli su come si stava modificando questo emendamento: in caso contrario sarebbe stato molto meno impattante sulla realtà senza i correttivi che abbiamo chiesto e ottenuto.
Ora si inizia a fare le cose sul serio: possiamo dire che da oggi esistono i live club in Italia e si compie già un primo passo che ogni città grande o piccola potrà seguire. È notizia di oggi che Milano sarà la seconda città europea dopo Berlino ad avere un registro degli spazi per la musica dal vivo, con l’invito a tutte le varie città a seguirne l’esempio.
È tempo di costruire, insomma.
MORE INFO:
Sito dell’associazione KeepOn Live
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