Forse il nome di Gianfranco Goberti non suonerà familiare a molti ferraresi poco avvezzi a frequentare gallerie o mostre di arte. Il suo nome è legato al gruppo storico di artisti locali che in realtà spesso espone in rassegne collettive o personali, ad esempio alla Galleria del Carbone, parte di quella generazione di Maurizio Bonora, Gianni Guidi, lo stesso Zanni di cui abbiamo parlato di recente, e molti altri che con successo hanno fatto dell’arte una professione dopo gli studi al Dosso Dossi.
La mostra Goberti 2022 è visitabile fino al 30 giugno presso il Museo di Casa Romei ed è organizzata nell’ambito del progetto regionale Sintonie – accordo triennale di collaborazione pubblico-privato promosso da Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna, Assicoop Modena&Ferrara e Legacoop Estense. L’obiettivo principale del progetto mira a delineare nuovi approcci di mediazione storico-artistiche del territorio e ha già avuto una prima esperienza a dicembre 2021, quando 37 opere d’arte hanno trovato posto tra Casa Romei e Palazzo Ludovico il Moro. La selezione delle opere di Gianfranco Goberti sottolinea la possibilità di creare nuovi dialoghi tra il contemporaneo e il moderno, in questo caso in una cornice meravigliosa, ossia gli spazi rinascimentali della dimora di Giovanni Romei, e proporre nuove soluzioni di lettura del patrimonio culturale e storico, esposto permanentemente nel museo.
Per comprendere a fondo la mostra, che presenta un percorso sviluppato tra miti e percezioni visive, in una serrata correlazione con l’architettura del luogo, bisogna scoprire e conoscere l’artista, “unico prodotto postmoderno dell’arte ferrarese”. Dopo gli studi all’Istituto d’arte a Ferrara, seguiti dall’Accademia d’Arte di Bologna, Goberti insegna progettazione pittorica ed educazione visiva nella stessa scuola in cui diventerà preside, ossia il Dosso Dossi. Le opere in mostra, propongono al visitatore diverse versioni di figure mitologiche, intrecci e corde, nodi e fili. Peculiare del suo lavoro proprio la divaricazione tra sostanza e apparenza, che diventa elemento di continuità del suo lavoro.
L’artista arriva alla sua maturità artistica passando attraverso un passaggio ottico e concettuale, attuato tramite tele avente come oggetto camicie, giacche, nodi, corde, poltrone e atleti, nonché le figure di Penelope e San Sebastiano. Probabilmente raggiunge l’apice della sua creatività negli anni Settanta e Ottanta, quando indaga la dimensione che sta tra percezione e visione. Avvia una personale interpretazione del movimento optical, trascritto in chiave figurativa, per poi dedicarsi a una riflessione sulla correlazione tra il soggetto e la sua rappresentazione, resa visibile tramite la rappresentazione di vari oggetti di uso quotidiano.
Il percorso espositivo propone come primo lavoro un elemento estremamente concettuale, che risale al 1976, ossia un segmento di corda e una fotografia, in bianco e nero, della stessa corda. Quest’ultimo elemento diventa il filo conduttore di una serie dei suoi lavori, che indagano sul dettaglio della tessitura.
La corda è un elemento determinante, ed entra nella sua produzione artistica come oggetto fisico, in composizioni che ne ripropongono la sua riproduzione fotografica, a partire proprio dagli anni Settanta. L’artista avvia un processo di “azzeramento o accertamento d’identità dell’oggetto prima che sia assorbito dalla dimensione pittorica, nei suoi esiti formali”.
L’elenco delle opere esposte comprende lavori recentissimi come Cupido bendato o Icaro pattinatore (in cui ritorna l’elemento corda) nonché esemplari storici come Continuità interrotta, Scala di corda o Sottopiatto. Si inserisce nella stessa serie di quest’ultimo lavoro anche Guanto da bagno opera del 1987, che rappresenta una tappa fondamentale della prassi artistica di Goberti, un’enorme tela che raffigura in maniera molto realistica questo oggetto di uso comune, ingrandito quasi lo si volesse vedere sotto la lente di un microscopio. Peccato per la posizione scelta, per quanto evidente il ragionamento alla base di tale decisione, che penalizza l’opera e non permette allo spettatore di osservare l’accuratezza e la fermezza della mano dell’artista.
Nella produzione artistica di Gianfranco Goberti, la pittura si formalizza grazie a un universo mite e straordinariamente luminoso, e diventa tramite per ripercorrere la qualità della materia, nonché linguaggio imprescindibile per interpretare il mondo reale. Lontano dalle vicende umane, troviamo l’elemento mitologico, incarnato nelle varie figure, da Cupido a Icaro – disobbedienti e beffardi dei limiti imposti. Figure alate, vibranti che cercano di liberarsi dallo spazio pittorico per ‘invadere’ la dimensione fisica dello spettatore.
La mostra Goberti 2022 è una buona occasione per scoprire gli ultimi lavori dell’artista ferrarese, nonostante l’allestimento a mio avviso un po’ dispersivo e poco funzionale.
INFO:
“Sintonie. GOBERTI 2022”
Museo di Casa Romei / via Savonarola 30 a Ferrara
Dal 25 marzo al 30 giugno
https://www.filomagazine.it/evento/sintonie-personale-di-gianfranco-goberti/