Ebbene sì, tra stadi di calcio al 100% della capienza e mascherine solo al chiuso, quasi passava inosservato che a Ferrara torna anche la Vulandra: nell’ultimo weekend di aprile, dal 23 al 25, al Parco Urbano è infatti di nuovo in programma l’evento che da sempre ha contraddistinto la primavera ferrarese, e cioè il Festival Internazionale degli Aquiloni.
C’è qualcuno che da bambino non ha mai atteso con ansia una domenica ventosa per inseguire un aquilone che puntualmente finiva per rovinare a terra? Esatto, nessuno. Noi abbiamo fatto quattro chiacchiere con chi di certo sa come mantenere alto quell’aquilone: Maurizio Cenci, presidente del Gruppo Aquilonisti Vulandra di Ferrara. E tra un festival quarantennale e capolavori di ingegneria aerea, abbiamo anche provato a strappare qualche segreto del mestiere.
Come nasce l’idea di un festival con e degli aquiloni?
Il nostro gruppo esiste da 42 anni ed è nato con l’idea di fare qualcosa per il Paese; era il periodo di fine anni settanta-inizio anni ottanta, e la cosa migliore da fare in primavera sarebbe stata una festa di aquiloni. Abbiamo organizzato una prima festa di aquiloni sull’argine del Po, in zona canottieri: noi siamo in pianura e avevamo questa voglia di alzarci un po’ (ride). Funzionò molto bene, e una volta terminata ci è venuta subito voglia di riproporla. In quegli anni gli aquiloni erano molto comuni in tutta Italia, l’attenzione stava nascendo ovunque, e infatti nello stesso anno è nata anche l’Associazione Italiana Aquilonisti, con cui siamo entrati in contatto.
Con gli anni poi la festa è sempre stata fatta senza interruzioni, e si è trasformata fino a diventare quella che è adesso: il Festival Internazionale degli Aquiloni. Di questo e di tanto altro dobbiamo ringraziare le varie amministrazioni comunali di Ferrara che ci hanno sempre permesso, sostenendo le attività e le associazioni sul territorio, di svolgere la manifestazione continuativamente e di avere una sede. Tutto questo è importantissimo per noi, per avere un laboratorio e un punto di riferimento, è importantissimo per noi e per tutti coloro che vengono a trovarci.
Senza interruzioni… fino al 2020. Quanto vi è mancato il festival in questi due anni?La mancanza di questi anni ha colpito tutti, e non solo noi, perché ormai con cadenza precisa queste manifestazioni venivano e vengono fatte in tutta Italia. Ci siamo organizzati di conseguenza, come tutti: con dei festival virtuali, nei giorni in cui si sarebbe dovuto svolgere l’evento. Abbiamo potuto mantenerci in contatto con gli aquilonisti, ci siamo scambiati foto, filmati delle edizioni precedenti: ormai siamo amici, e parlo di persone che vengono da tutto il mondo. È stato bello mantenere i rapporti a distanza, anche se ovviamente non poter fare nulla di ciò che abbiamo sempre fatto è stato davvero frustrante, per tutti.
Facciamo qualche passo indietro: voi, in quanto Gruppo Aquilonisti Vulandra, cosa fate? Quali sono i vostri impegni, le vostre attività?
Beh, noi oltre a organizzare la manifestazione abbiamo sempre avuto l’idea e l’intento di divulgare questa disciplina-passione. L’aquilone non è solo un gioco: dietro c’è una storia importantissima dal punto di vista tecnico, storico e scientifico. Prima dell’aereo, l’aquilone era qualcosa di più pesante dell’aria che poteva volare: è stato utilizzato per ricerche meteorologiche, per fotografie aeree, strumento sul quale fare gli studi per gli sviluppi degli aerei stessi. E noi è questo che facciamo, ed è questo che portiamo nelle scuole: facciamo lezioni, stage con la costruzione di prototipi, ma dietro ci portiamo la storia degli aquiloni. Così facendo le persone si rendono conto di cosa sono veramente questi oggetti e cosa nasconde quello che per la maggior parte delle persone è ovviamente (e giustamente) solo un gioco.
Quindi Vulandra non è solo lo spettacolo dei tre giorni, ma il lavoro che c’è dietro è un impegno a tempo pieno per tutti voi…
Assolutamente. La nostra attività è aperta tutto l’anno, perché organizziamo lezioni nelle scuole. Siamo stati in scuole superiori e abbiamo avuto anche degli incontri con professori universitari, incontri dove veniva utilizzata la sperimentazione dell’aquilone per spiegare alcuni metodi scientifici.
Quindi sì, lavoriamo tutto l’anno; non c’è solo il festival, noi partecipiamo anche a eventi aquilonistici in tutto il mondo: siamo stati in Canada, Olanda, Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Portogallo, Austria… gli stessi aquilonisti che noi invitiamo in Italia durante i nostri festival ci invitano all’estero per le loro iniziative.
Parliamo dei vostri progetti: di cosa si tratta nello specifico? Possiamo dire che un progetto sia quasi come un ‘tema’ su cui si basa l’evento?
Sì, il senso è proprio quello. I progetti nascono in particolare nel 2000, quando abbiamo avuto l’idea di proporre a tutti gli aquilonisti partecipanti al festival la costruzione di un aquilone molto semplice ma particolare, a volte nuovo e a volte riproduzione di uno passato. Volevamo che ci fossero tanti aquiloni sullo stesso genere che venissero fatti volare contemporaneamente.
Sono temi molto semplici, che un aquilonista può costruire e riprodurre senza problemi, e mettiamo varianti dal punto di vista artistico. Talvolta queste varianti sono molto personalizzabili: proponiamo noi la base e lasciamo l’interpretazione grafica e pittorica alla creatività dell’aquilonista; altre volte invece diamo uno schema più rigido. Insomma, questi sono progetti che vanno a dettare il filo conduttore delle edizioni, e vediamo che piace molto.
Ma come si costruiscono aquiloni così grandi? E di quanta manutenzione, oltre che passione, hanno bisogno?
Beh, esistono aquiloni di tutte le dimensioni, da quelli grandi come un francobollo a quelli che hanno misure inimmaginabili: il nostro disco volante ad esempio pesa 25 chili e ha un diametro di 10 metri. Ma ce ne sono di anche più grandi. A parte le dimensioni, è ovvio che ci sono basi comuni e queste sono rispettare quelle prassi tecniche che gli permettono comunque il volo, è così per qualsiasi aquilone esistente. Per costruirli ci si affida all’esperienza, anche noi siamo partiti da cose semplici, arrivando poi tramite la fantasia e la curiosità fino a costruire aquiloni nuovi, particolari, diversi dall’usuale, con sperimentazioni che molte volte falliscono. Il fatto del non riuscire a far volare un aquilone non è negativo: capire perché non vola è importantissimo per aumentare il bagaglio culturale. Poi c’è da dire che ci scambiamo, tra singole persone o tra gruppi, anche i progetti: i festival sono anche momenti di incontro per vedere e capire cos’hanno fatto gli altri, e anche questo aumenta la nostra passione.
Ma da dove nascono le idee? E di quali andate più fieri?
Le idee arrivano perché nel fare gli aquiloni bisogna tener conto anche di quello che è l’aspetto artistico. Una cosa che abbiamo sempre fatto è stata coinvolgere artisti, singoli o gruppi, e infatti abbiamo anche collaborato con il liceo artistico della città, il “Dosso Dossi”. In questo modo noi presentavamo il modello, la struttura, e lasciavamo agli artisti appunto lo spazio creativo, con l’intervento pittorico. Questo ci ha permesso di avere grandi aquiloni dipinti, che chiamiamo ‘Volarte’: abbiamo fatto molte mostre in Italia ma non solo, perché l’abbiamo portato anche in Olanda. È una cosa molto bella perché mette in risalto l’aspetto artistico dell’aquilone.
E i nostri modelli migliori… Beh, senza dubbio gli aquiloni-orchestra: a fine anni ’80 ci hanno resi famosi in ambito aquilonistico. Era una cosa diversa per quegli anni, un vero spettacolo, una performance con ogni aquilonista che aveva il suo strumento, si veniva a creare una situazione teatrale. Un altro esempio è il disco volante che nominavo prima: la nostra mascotte, a cui basta pure pochissimo vento nonostante le sue enormi dimensioni.
Inutile dire che gli aquiloni siano una delle attrazioni preferite dai bambini, e proprio per i bambini a Vulandra ci sono anche dei corsi. L’aquilone però è sempre stato qualcosa che supera ogni confine di età, soprattutto se si arriva a parlare di esperti del campo…
Sì, è inevitabile, si associa l’aquilone al bambino. Ma in realtà gli aquilonisti che praticano questo sport sono tutti adulti, e comunque si portano spesso appresso bambini. Molti di questi bambini iniziano con i piccoli aquiloni e con il tempo diventa anche per loro una passione. Devo dire che una cosa che appassiona i giovani sono gli aquiloni acrobatici, ovvero quelli che vengono guidati durante tutto il loro percorso. Parliamo di ragazzi intorno ai 12-13 anni, e ci sono anche competizioni mondiali di aquiloni acrobatici a cui partecipano infatti ragazzi molto giovani.
Un esempio facile e conosciuto? Il Kite-surf, non è altro che un aquilone che ti permette di scivolare sull’acqua. A Vulandra facciamo corsi e costruzioni di piccoli aquiloni con i bambini, anche piccolissimi, ed è gratificante vederli costruire e far volare i loro aquiloni.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa edizione di Vulandra, che ritorna finalmente a Ferrara?
Siamo tutti strafelici di tornare, e nel frattempo abbiamo partecipato ad altre manifestazioni in giro per l’Italia: siamo stati vicino a Bassano, la scorsa settimana abbiamo partecipato ad un’altra grossa manifestazione a Jesolo, lo scorso weekend Rimini, poi Cervia… stanno ricominciando tutte le manifestazioni che erano state fermate dal Covid. Siamo molto contenti e lo sono tutti gli aquilonisti: non vedono l’ora di ritornare. Siamo pronti a riproporre tutto ciò che ha sempre reso bella e famosa la nostra manifestazione, speriamo che il tempo sia dalla nostra!
Ultima domanda prima di concludere, a tal proposito: e se non c’è vento?
Eh! (Ride) Chiaramente per far volare un aquilone il vento è importante. Diciamo che con nuove tecniche ci sono forme e materiali che permettono il volo con meno di un soffio di vento. Se siamo proprio sfortunati è ovvio che c’è poco da fare. Tutto sommato noi riusciamo a fare il festival anche senza vento, anche perché la manifestazione è anzitutto un incontro, una festa, oltre che una mostra di queste costruzioni ingegneristiche particolari, belle anche dal punto di vista estetico. È un piacere per gli aquilonisiti e per i visitatori, indipendentemente dal fatto che la sorte (e il meteo) siano dalla nostra parte.
INFO: pagina Facebok Gruppo Aquilonisti Vulandra