Immaginatevi di assistere ad un concerto in qualche grande teatro, con l’orchestra composta da ragazzi giovanissimi, con la voglia di suonare musica nuova, più moderna. Immaginatevi il direttore che con le sue bacchette leva e batte amalgamando gli strumenti in modo che formino un’unica piacevole melodia. Immaginatevi tutto questo a Ferrara. Nella nostra città è nata da poco una nuova orchestra, l’Orchestra Sinfonica D’Este.
Incontriamo chi l’ha fondata e oggi ne è direttore d’orchestra, il compositore Nadir Garofalo, che ci ha raccontato di questo nuovo progetto.
Come è nata l’idea di formare un’orchestra?
Nasciamo ufficialmente come associazione di promozione sociale a giugno 2021 per portare avanti una missione: fare in modo che chi esce dal conservatorio possa avere un’occasione in più per lavorare nel settore per cui ha studiato, quello dello spettacolo dal vivo.
Il consiglio direttivo è formato da cinque persone e quindici soci. Siamo musicisti, direttori d’orchestra e compositori e veniamo tutti dall’ambiente accademico del conservatorio, per cui abbiamo vissuto in prima persona le preoccupazioni e le ansie riguardo a ciò che avviene dopo il diploma. La nostra professione viene spesso intesa come hobby, ma ci vogliono almeno dieci anni per prendere un diploma, più di quelli che si impiegano per una laurea in medicina, la laurea più complicata del mondo. Dopodiché c’è il perfezionamento, l’esperienza… insomma diventare un musicista completo è un percorso molto lungo.
In Italia ci sono 29 orchestre stabili che beneficiano del FUS (Fondo Unico dello Spettacolo), il sistema con cui lo stato italiano eroga contributi pubblici statali alla nostra categoria, e queste orchestre sono vere e proprie imprese assumendo professionisti di altissimo livello. Nei prossimi tre anni vorremmo accedere anche noi al Fondo Unico dello Spettacolo.
Il secondo obiettivo invece è offrire lo spettacolo musicale in maniera diversa, svecchiando il repertorio e le modalità con cui normalmente si accede al teatro.
Non solo musica classica dunque.
Suoneremo i classici concerti ma anche repertori nuovi, mescolando fra loro le arti per avvicinare le persone che a teatro non ci hanno mai messo piede. Magari spazieremo nel jazz e nel rock progressivo, perché no? Anche Beethoven all’inizio fu un grande innovatore e non fu apprezzato da tutti. Il pubblico lo si educa negli anni, quindi accanto al grande repertorio che ascoltiamo nei teatri di tutto il mondo aggiungeremo un giovane compositore, o un brano moderno, in modo che attraverso queste pillole di contemporaneità musicale si possa piano piano mostrare al pubblico musica nuova.
Avete quindi iniziato con le audizioni…
L’anno scorso ci siamo dedicati al lungo progetto delle audizioni, perché quando si forma un’orchestra bisogna avere una graduatoria di idonei su cui fare affidamento a seconda delle esigenze di produzione. Quando le abbiamo lanciate abbiamo avuto, un po’ a sorpresa, tantissima attenzione da parte delle testate giornalistiche locali, ma anche dai docenti che abbiamo invitato come commissari esterni. Ci sono state due fasi: nella prima i candidati ci hanno inviato un video in cui eseguivano i brani previsti dal regolamento. Nella seconda invece abbiamo selezionato gli idonei con audizioni in presenza che si sono tenute per circa due settimane al Teatro Comunale De Micheli di Copparo.
E come è andata?
Abbiamo ricevuto ben 385 video di altrettanti musicisti, che abbiamo ridotto a 230. Alle audizioni finali si sono invece presentate 200 persone, di cui ne abbiamo poi selezionate 109. La direzione artistica era presieduta da me e il presidente della commissione variava di volta in volta: ci sono stati, tra gli altri, Guido Corti, uno dei più importanti cornisti al mondo, e la primo corno della Fondazione Teatro Comunale Bologna Katia Foschi. Poi abbiamo voluto un musicista straordinario, Francesco Di Rosa, primo oboe dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ovviamente portare persone così importanti in campo musicale ha garantito la qualità della scelta. Tutti i candidati, per attestare l’anonimato, hanno suonato dietro a pannelli oscuranti in maniera tale che non fossimo condizionati da nient’altro che la musica.
Quali saranno i prossimi passi?
Ora siamo in una fase in cui dobbiamo e vogliamo intercettare sponsor privati, perché sono usciti i bandi regionali: ci sono i contributi pubblici, vero, ma secondo me è importante che le società e le aziende del territorio possano in qualche modo sposare la nostra missione. Noi crediamo fortemente in questo, perché quando un brand si lega ad un progetto etico, sociale o culturale aumenta anche il proprio valore.
Parliamo delle Masterclass
Le Masterclass sono corsi di alto perfezionamento. Sia chiaro: noi non vogliamo porci come alternativa al percorso accademico classico, siamo tutti diplomati e diplomandi al conservatorio. Vogliamo però dare il nostro contributo come realtà di formazione, ecco perché abbiamo lanciato le Masterclass, corsi di quattro, cinque o sei giorni che si terranno da maggio a novembre. Ci sarà Ivan Fedele, uno dei dieci compositori italiani più importanti al mondo attualmente, poi ci sarà la Masterclass di direzione d’orchestra con Luciano Acocella che è il docente di direzione d’orchestra del conservatorio di Bologna. Poi una Masterclass di corno con Guido Corti, docente di corno del conservatorio di Bologna, e Katia Foschi. Foschi suonerà un repertorio orchestrale, mentre Corti un repertorio solistico cameristico. Ogni corso terminerà poi con un concerto dei migliori allievi. Da un lato offriamo formazione, mentre dall’altro mostriamo cosa accadde realmente alla fine di questo percorso di formazione.
Siamo partiti con sei Masterclass ma sicuramente ne organizzeremo altre, come quella di arpa con Susanna Bertuccioli, prima arpa del Maggio Musicale Fiorentino. L’idea è quella di coinvolgere sempre i nostri strumentisti: molte Masterclass prevedono la collaborazione dell’Orchestra Sinfonica d’Este o parte di essa.
Ha un motivo la scelta di Ferrara come città per creare questo progetto?
Abbiamo tutti origini un po’ diverse. Io abito a Ferrara, mi sono trasferito a novembre 2020, ho vissuto a Bologna, ma ho origini pugliesi. Il direttore musicale e vicepresidente Alissia Venier, ha origini bielorusse, Roberto Laganaro consulente musicale e artistico viene dalla Basilicata e abita a Milano, Fabio Gentili, sempre consulente musicale è bolognese… per cui non c’è in realtà un motivo preciso. Penso semplicemente che Ferrara sia una città stupenda, meravigliosa, con un trascorso musicale importante: pensiamo a Gioacchino Rossini o a Claudio Abbado che hanno lasciato una grande eredità. Con questa città è stato amore a prima vista. Anche scegliere il nome di una delle famiglie più importanti del Rinascimento non è stato un caso: siamo nati in piena pandemia, in un momento in cui il nostro settore era, ed è stato, fra quelli più colpiti, per cui volevamo portare un messaggio di rinascita.
Puoi già anticipare qualcosa dei prossimi progetti in cantiere?
Siamo partiti con le Masterclass perché c’è un’organizzazione e una sostenibilità diversa rispetto alla produzione concertistica. I concerti sono più difficili da organizzare e il coinvolgimento dei ragazzi nelle Masterclass serve proprio per cominciare. Sicuramente abbiamo in cantiere concerti che arriveranno tra la fine della primavera a l’inizio dell’estate.
Fra le tante cose che ci piacerebbe organizzare ci sono le lezioni-concerto, magari anche matinée musicali, dove famiglie con i bambini possano ascoltare l’orchestra o piccoli ensemble che eseguono brani spiegando la musica: si insegna a capire perché Beethoven suona in quel modo e Mozart in quell’altro, oppure perché l’arpa suona in un modo e il pianoforte nell’altro, tutto questo in maniera semplice e diretta per avvicinare i profani alla musica. Magari anche con trucchi divertenti. E per gli adolescenti? Basta chiamare l’Achille Lauro di turno circondato dall’orchestra.
INFO
Sito web: www.sinfonicadeste.it
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