Negli ultimi anni sono stati pensati tanti modi per esprimere al meglio – e possibilmente in un solo vocabolo – qualcosa che riuscisse a racchiudere la magia del cibo che conforta, del cibo godurioso che ti risolleva la giornata, che ti fa sentire a casa, cibo senza fiocchi e senza fronzoli ma in grado di emozionare il palato, che fa tanto male alla linea quanto bene al cuore.
Così è nato il soulfood, il comfort food, il food porn e tutte le sue infinite declinazioni.
E non pensate che esista un piatto preciso, non è stato ancora stabilita quale sia LA pietanza della felicità e vi dirò che forse è proprio questo il suo bello. Ovunque ci si sposti e a qualsiasi persona si ponga il quesito, la risposta sarà diversa.
La lasagna della nonna Amelia, il bratwurst di nonno Karl, il ramen dello zio Eikichi…
In questo senso, ogni viaggio per me è motivo di ricerca, vorrei intrufolarmi a casa di qualche anziana signora che la domenica a pranzo prepara IL piatto preferito alla propria famiglia.
Qualche weekend fa sono fuggita a Parigi per circa 48 ore e ho chiaramente mangiato, tanto, come sempre, e dopo due anni passati all’interno degli stretti confini italiani, mi sono rituffata nella cascata di panna, funghi e burro del filetto alla montagnarde. Posso consigliarvi senza aver timore di sbagliare?
Chez Gladines in Rue des cinq diamants, decisamente la escalop più buona e goduriosa di Parigi.
Quando mi concedo queste prelibatezze (e le occasioni si presentano molto, troppo spesso), mi interrogo sul perché certi piatti e in generale certe cose si vivano con perenne rimorso.
Coca cola zero, Marlboro light, sono solo una magra consolazione (laddove magra NON è la parola chiave di questo articolo) per mettere a tacere la nostra coscienza. Se dobbiamo sgarrare, facciamolo come si deve suvvia! Trovo assolutamente inutile concedersi uno sfizio o lasciarsi andare al vizio togliendo lo zucchero, scegliendone la versione light, senza conservanti e senza coloranti, senza solfiti, e senza senza senza. Ma se è senza che gusto c’è? I nutrizionisti, dietisti e dietologi che leggeranno questo articolo spero non mi bannino ma in fondo sanno anche loro che è così. Quando si sgarra si sgarra e buonanotte al secchio.
Ma veniamo a noi. Lo scorso weekend, come dicevo, sono fuggita a Parigi. Ci sono stata spesso e ci torno sempre volentieri ma c’è un’attrazione che non mi perdo mai: il BURRO e il FORMAGGIO.
Sì perchè dovete sapere che il burro a Parigi ha un altro gusto, lo si ritrova in qualsiasi pietanza dalla colazione alla cena passando per qualsivoglia spuntino pomeridiano. E non sarà proprio il burro, che fa rima con grasso e felicità il protagonista di questo articolo?
Le due ricette che oggi vi propongo sono:
ESCALOPE DE VEAU MONTAGNARDE e SOUP D’OIGNON
Escalope de veau montagnarde
Ingredienti:
1 patata grande
150 g di roquefort
200 ml di panna fresca
1 filetto di vitello 300-400 g
150 g di funghi
Mezza cipolla
Erba cipollina qb
Olio
Sale
Rosmarino
1 bicchierino dì whisky
Prendete un filetto di circa 250-300 grammi e, con lo spago da cucina, legatelo fino a dare una forma rotonda. Infarinate il filetto su entrambi i lati.
In una padella, fate sciogliere il burro chiarificato, aggiungete il filetto e fate cuocere su entrambi i lati. Flambate con il whisky. Togliete il filetto e mettetelo a riposare.
Nella stessa padella aggiungete i funghi tagliati e il cipollotto, lasciate appassire. Aggiungete 3/4 della panna fresca (o la creme fraiche se la trovate), sale pepe e lasciate restringere fino a raggiungere una consistenza cremosa.
Accendete il forno a 180 gradi e portate a temperatura.
Tagliate le patate a fette sottili (4) da circa 0,25 mm. Mettetele in acqua fredda e lasciate riposare per 25 minuti.
Dopo averle ben asciugate, conditele con olio sale e rosmarino e infornate per 30 minuti.
In un pentolino sciogliete la rimanente panna fresca con il roquefort fino a raggiungere la consistenza di una fonduta.
Impiattate in questo ordine:
Patate
Fonduta di roquefort
Filetto
Salsa di funghi.
Finite con una spolverata di erba cipollina.
Soup d’oignon
INGREDIENTI:
800 g di cipolle dorate
100 g burro
1 cucchiaio di farina 00
100 ml di vino bianco secco
1 l brodo di vegetale
3 pizzichi di sale fino
q.b. pepe nero
200 g groviera
2 foglie di alloro (fresco)
1 rametto timo (fresco)
1 spicchio di aglio
8 fette di pane baguette
Preparate un brodo vegetale con carota, cipolla e sedano.
Tagliate le cipolle in fette sottili.
Mettetele in una casseruola (che possa andare in forno) con burro, aglio e e fate appassire. Sfumate con vino bianco.
Dopo averle fatte appassire, aggiungete il brodo, la farina setacciata, il timo, l’alloro e lasciate cuocere per 12 minuti mescolando.
Togliete la casseruola dal fuoco. Aggiungete il pane sulla superficie e il gruviera grattugiato.
Mettere in forno a 200 gradi con grill acceso e lasciate abbrustolire la superficie del formaggio.