Voi lo sapevate che a Ferrara abita uno dei maghi più famosi del web? Il suo palcoscenico è prevalentemente YouTube ed è stato il primo a portare in Italia i trucchi di magia con il cubo di Rubik. Ma non solo. Io l’ho scoperto quasi per caso… oggi vi racconto la storia di Hyde Magician, mago e imprenditore di 25 anni che grazie al web è riuscito a rendere la passione di un ragazzino un vero lavoro. Il suo vero nome? Un segreto che non si può assolutamente rivelare.
Parliamo della tua passione e del tuo lavoro…
Il mio ‘percorso magico’ è iniziato quando avevo 17 anni. I trucchi di magia mi hanno sempre stupito, così, per caso, alle fiere, ho iniziato a comprare i primi mazzi di carte e poi piano piano a pubblicare i primi video. Caricavo video su YouTube, speravo che piacessero, controllavo se qualcuno li guardava e mi seguiva. Negli anni il canale è cresciuto molto, ho intrapreso tante collaborazioni, ho conosciuto molte persone, il mio pubblico è cresciuto e da lì si è sviluppata la mia carriera. Con la visibilità sono arrivati i primi spettacoli. Per me fare spettacolo è pura passione: incontro le persone e mostro cosa so fare con la magia. Il mio lavoro però non è solo far magia: invento giochi e rompicapo e li vendo.
Come nasce il tuo nome?
A questa domanda rispondo sempre che Hyde è il mio vero nome, perché mi piace lasciare un alone di mistero… In inglese to hide significa nascondere e può collegarsi sia al trucco nascosto nel gioco di magia sia al famoso romanzo Dr. Jekyll e Mr. Hyde di R. L. Stevenson dove Hyde è la parte cattiva e magica di Jekyll. La verità però è che nasce completamente a caso, prima mi è venuto in mente il nome e poi il motivo del nome.
Se cerco “cubo di Rubik” su YouTube sei fra i primi risultati. Perché hai scelto di focalizzare il tuo canale su questo rompicapo?
Il mio primo approccio con il cubo di Rubik è stato alle scuole medie: un compagno di classe ne aveva portato uno a scuola e io ne sono rimasto affascinato. Ci ho giocato tantissime volte, cercavo online le spiegazioni e gli algoritmi per risolverlo e alla fine ho imparato. Poi è arrivata la magia, e qualche anno dopo che mi dilettavo in giochi di magia, ho visto un americano che aveva partecipato ad un talent portando sul palco un gioco di magia ideato con il cubo di Rubik. Così ho pensato che si poteva fare magia, con il cubo! Sono stato il primo in Italia a fare magia con il cubo ma semplicemente perché nessun altro aveva avuto questa illuminazione. Quindi, a caso, ho pubblicato i primi video con il cubo e sono diventato “quello del cubo di Rubik”. E la cosa comunque mi piaceva.
Raccontami dei giochi che inventi…
Quando ho iniziato a girare video su YouTube cercavo sempre di modificare i giochi che imparavo, e a un certo punto mi sono ritrovato ad inventarne sempre di nuovi. Per me era normale così: mi piaceva farlo e lo facevo. Poi però le persone che mi seguivano all’epoca, circa quattro anni fa, mi hanno chiesto: “Hyde perché non li vendi?”, ma sul momento non li ho presi sul serio.
Poi però mi sono informato e c’erano negozi di magia che davano la possibilità di vendere download: tu giravi il tutorial e loro lo vendevano. A me non piaceva l’idea di dare una cosa mia a qualcun altro in modo che quel qualcun altro poi ci guadagnasse dandomi solo una percentuale. Se dovevo farlo volevo farlo io. Quindi, con le mie pochissime conoscenze in ambito informatico, ho preparato una pagina web per reclamizzare il mio prodotto digitale, il video dell’effetto (un effetto illusionistico, ndr), e il pulsante di PayPal per acquistarlo.
Quindi dal sito si poteva comprare inizialmente soltanto un trucco.
A chi lo acquistava inviavo la spiegazione su come eseguirlo per email. Così è nato Hydestore. Avevo 19 anni. Un anno dopo c’erano già quattro o cinque effetti, la pagina però era sempre bruttissima, così mi venne l’idea di creare un prodotto fisico, Hydecube: un cubo di Rubik con le carte disegnate sopra. Non esisteva una cosa simile e crearlo è stato davvero tosto perché matematicamente non trovavo un modo per disegnare sul cubo tutte e 52 le carte, ci sono voluti diversi tentativi. Ovviamente, non avevo budget, quindi ho lanciato una raccolta fondi per guadagnare almeno 5.000€. In quel periodo ero totalmente focalizzato sul progetto: non andavo nemmeno all’università, facevo live ogni sera, giravo video con Jack Nobile, il mago più famoso di YouTube, che mi ha aiutato molto. Dopo un mese di raccolta fondi ho raggiunto il tetto massimo e subito dopo l’ho raddoppiato. Hydecube è stato il progetto pilota che mi ha portato a fare tutto il resto. La prima cosa che ho fatto dopo è stata progettare un mazzo di carte e rifare il mio sito web, che è diventato un vero e-commerce.
Parliamo di Triscube, il tuo ultimo progetto.
Triscube è il primo cubo al mondo con cui si può giocare in due. È un progetto di cui vado molto fiero e che ha ottenuto risultati oltre le mie aspettative. È un’idea molto più vecchia rispetto alla sua uscita. Volevo mettere sopra al cubo giochi come tris o Forza 4, ma poi ho abbandonato momentaneamente l’idea per dedicarmi ad un rompicapo a forma di lampadina. Poi sono arrivati gli imprevisti e ho dovuto “ripiegare” su un progetto che ritenevo essere minore. Non so perché lo consideravo minore, perché poi quando è uscito ho capito che era fighissimo. E in effetti non esiste un tris su un cubo! E piace a tutti perché tris è un gioco che conoscono tutti.
Come gestisci la tua vita da imprenditore con quella da influencer?
Non è semplice gestire bene tutto, ma ho la fortuna di aver accanto persone che mi aiutano, non faccio tutto da solo. Le idee per i contenuti e i progetti sono mie, ma ero arrivato ad un punto dove il tempo di una giornata non mi bastava. Quindi Edoardo ora mi aiuta nell’assistenza e nella gestione dei siti, Federico pubblicizza i prodotti grazie a campagne marketing, social e newsletter. E infine c’è mia mamma che si occupa delle spedizioni. Ma ci sono anche tante altre persone che contribuiscono o hanno contribuito, anche semplicemente con un consiglio.
Hai mai pensato di parlare di altri argomenti oltre alla magia e ai rompicapo?
La magia è un argomento molto di nicchia, e sia io, sia gli amici con cui collaboro abbiamo raggiunto più o meno un limite di fan. Non a caso ho spaziato con il mondo dei rompicapo… due nicchie unite fanno una nicchia un po’ più grossa! In futuro mi piacerebbe parlare anche di imprenditorialità, è un argomento che potrebbe interessare anche ad un pubblico più ampio. Non trasformerò il mio modo di essere, ma racconterò la mia esperienza.
La tua città ha influenzato un po’ il tuo percorso?
Si, io abito ancora a Ferrara e tutti i miei primi contatti li ho raccolti qui, le aziende con cui mi sono approcciato inizialmente erano tutte ferraresi. Ho incontrato tante persone che lavorano a Ferrara e che mi hanno aiutato, come Alessio e Laura del negozio Rotoplano ad esempio, ma anche la Serigrafia Fermac, dove lavora Michele che mi ha indicato i materiali adatti quando ero ignorante in materia di prodotti.
Sei stato anche in TV…
Si, ho partecipato alla decima edizione di Italia’s Got Talent, e quando mi hanno chiamato ero davvero contentissimo, però ho portato un numero che non era tra i più frequenti del mio repertorio, un gioco con calcoli molto difficili, molto figo, ma senza il cubo. Mi han detto che avrei fatto un numero con il cubo alla fase dopo ma quell’anno la seconda fase non c’era, si passava subito in finale. Ho ricevuto tre sì su quattro, e il bello è stato la discussione con Joe Bastianich, uno dei giudici, che ha fatto parlare molto e che ha fatto finire tutti i miei video in tendenza. È un’esperienza che sicuramente rifarei.
Poi ho vestito i panni del professore nel programma Voglio essere un mago, un reality show andato in onda in prima serata su Rai 2 a settembre 2021. Si trattava di una scuola di magia per ragazzi e anche quella è stata una bellissima esperienza.
Ci spoileri qualche progetto futuro?
L’anno scorso a novembre ho organizzato, insieme ad un amico, un campionato di rompicapo nelle scuole. È stata una competizione a cui hanno partecipato 15 scuole tra medie e superiori sparse in tutta Italia e ovviamente si è svolta in contemporanea, in una giornata, per fare in modo che i partecipanti non si passassero le soluzioni. La sfida consisteva in un kit con alcuni rompicapo che dovevano essere risolti in un determinato tempo. Non era solo per gli studenti, potevano partecipare anche gli adulti: in tutto abbiamo avuto 450 partecipanti. In questi giorni sto preparando la seconda edizione: interfacciarsi con le scuole non è semplice e avercela fatta mi ha portato grande soddisfazione. Il lavoro più grande infatti è stato convincere le scuole a partecipare al progetto. Per fortuna abbiamo avuto dalla nostra parte la professoressa di matematica della Scuola secondaria “F. De Pisis” di Porotto, qui nel ferrarese, che ha creduto subito in noi e ci ha dato i consigli giusti per coinvolgere le altre scuole. Non a caso c’erano quasi 100 persone solo a Ferrara. Infine, sto lavorando per portare i rompicapo anche nel mondo digitale, magari con qualche applicazione… chissà.