Manca un mese alla festività ebraica di Purim, il 16 marzo 2022. Non si versano lacrime, solo gaudio per Purim, in ricordo – secondo il libro biblico di Ester – del giorno in cui gli Ebrei di Persia si salvarono dallo sterminio decretato dal ministro Aman, sotto il regno di Serse. Una festa gioiosa che fa riflettere sulla sorte, sulla fedeltà, forse un po’ anche sula fortuna, ma sicuramente sul valore della condivisione. Ester, la protagonista di questa storia, è una figura chiave della cultura ebraica che spesso ritorna, raccontata e dipinta attraverso occhi differenti, e diverse mani.
Questa volta, a raccontarci la storia di Ester, e di Purim, non sarà una voce sola. Il Teatro Nucleo, patrimonio di Ferrara dal 1978, presterà la sua voce ed il suo corpo all’Ester di Leone da Modena, che ne ‘L’Ester, tragedia tratta dalla Sacra Scrittura’, reinterpretò a suo modo il fatto biblico. Un intreccio dalle molteplici sfaccettature che andrà in scena giovedì 17 febbraio alle 21, presso il Teatro Comunale di Ferrara, con la collaborazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, in occasione della mostra ‘Oltre il ghetto. Dentro&Fuori’.
Così nasce ‘Qinà Shemor. Ester, la regina del ghetto’, la visione del Teatro Nucleo attraverso secoli e sguardi. “Lavorammo sull’Ester di Jean Racine, almeno 20 anni fa – racconta Horacio Czertok, padre del Teatro Nucleo -. Più recentemente, immaginando una serie di collaborazioni con il MEIS, e chiacchierano con il Direttore Amedeo Spagnoletto, ci siamo trovati a ripetere il nome di Ester per favorire un collegamento con la mostra ‘Oltre il ghetto. Dentro&Fuori’, che comprende la versione del libro biblico di Leone Modena, la prima edizione veneziana del ‘600. Si è deciso così di integrare la mostra con un nostro lavoro sul tema. Concentrandoci sulla versione della storia di Ester, però, abbiamo scoperto un personaggio poliedrico che non conoscevamo, e ci siamo proprio innamorati di questo Leone Modena”.
Leone Modena, o Leone da Modena, è stato un rabbino, uno studioso, un intellettuale, un poeta, una personalità multiforme molto legata alla nostra città: nonostante il ‘da Modena’ possa trarre in inganno, Leone nacque a Venezia da una coppia di ebrei ferraresi, fuggiti dal ghetto alla laguna dopo il famoso terremoto del 1570. “Un bambino prodigio, che già a tre o quattro anni recitava la Torah – continua Horacio – ma soprattutto una persona sensibile e profondamente interessata a colmare il divario che all’epoca esisteva tra la comunità ebraica e i cattolici. Questa cesura lo preoccupava perché aveva di fatto provocato il ghetto ebraico. Leone cercava di combattere l’ignoranza in grado di allontanare così violentemente le religioni. Scrisse persino un libro sui riti ebraici, rivolto chiaramente a chi non li conosceva; il suo era un tentativo di divulgare la sua cultura contro la stupidità, per una convivenza positiva tra le comunità”.
Dalla proposta del MEIS, dunque, uno spettacolo dal tema ben noto, ma che saprà sicuramente evidenziare le cifre stilistiche che più caratterizzano il Teatro Nucleo. “Il nostro lavoro si poggia sui testi ma per diventare sicuramente più fisico: per sfociare nella danza, servirsi della musica, del canto, del qui ed ora – contina Horacio -. Abbiamo selezionato tutto quello che aveva senso mettere in scena perché in teatro è concessa ed accettabile solo un po’ di noia, non troppa! Ad ogni modo abbiamo voluto rendere la messa in scena ancora più drammatica, proprio come succede quando si festeggia Purim nelle case della comunità ebraica”.
È tradizione, il giorno di Purim, che i giovani di casa mettano in scena la storia di Ester, in onore del cambiamento. Dopo la ricchissima cena, sostenuta da un buon vino, tocca al teatro. Tutte le ragazze vogliono interpretare Ester, quasi nessun ragazzo vuole la parte di Aman – il cattivo consigliere del re Assuero. Racconta Horacio: “Nella tragedia, il consigliere Aman ottiene da Assuero la possibilità di sterminare tutti gli ebrei, per una distrazione, un errore. Tirando a sorte, Aman ordina l’inizio del genocidio per il tredicesimo giorno del mese di Adar. Solo Ester riuscirà a far cambiare idea al Re Assuero che fermerà Aman. Un capovolgimento tipicamente teatrale porterà il più alto membro della comunità ebraica al fianco del re”.
Ma come mai il re, che aveva tanta fiducia nel suo consigliere, finisce per fidarsi di Ester? Cosa gli fa cambiare idea? Qui Leone Modena si dimostra in grado di risolvere un buco narrativo biblico cambiando le carte in tavola nella sua versione dei fatti, e capovolgendo la linea temporale degli eventi: un complotto rivelato al momento giusto salverà il re da morte certa e permettera ad Ester e alla comunità ebraica di dimostrarsi fedeli. “Una soluzione drammaturgica, quella di Leone Modena, che ci ha sollecitati e che facilita la storia – secondo Horacio -. A questo punto ci siamo chiesti perché Leone Modena scelse di rivedere proprio questa narrazione. Era un poeta, uno studioso, non un drammaturgo. Questa domanda ci ha aperto un ulteriore nuovo scenario e, servendoci del suo stesso meccanismo, anche noi abbiamo voluto ribaltare la visione. Ci siamo immaginati che Leone Modena volesse mettere in scena la sua versione dell’Ester per il Doge di Venezia, molto duro nei confronti della comunità ebraica, per convincerlo dell’importanza dell’esistenza del suo popolo; come un’iperbole della sua contemporaneità… e lo spettacolo finisce dove la realtà sta cominciando”.
Tra la pluralità delle modalità espressive del Teatro Nucleo, con i costumi di Maria Ziosi, Chiara Zini e RedoLab Design, le musiche dal vivo a cura di Stefano Galassi (contrabbasso) con Simona Barberio e Guglielmo Ghidoli (violini) e Luca Chiari (chitarra), la drammaturgia di Marco Luciano e la regia di Horacio Czertok e Marco Luciano, “Qinà Shemor. Ester, la regina del ghetto” ci farà restare in bilico tra realtà, finizione, teatro e teatro nel teatro. “Ogni nostro spettacolo ha un suo percorso di vita – spiega Horacio -. “Qinà Shemor. Ester, la regina del ghetto” nasce giovedì e poi prenderà la sua direzione, evolvendo, crescendo, incontrando nuovi volti, nuovi luoghi, nuove tradizioni, fino a raggiungere la sua maturità. Lo spettacolo è un incontro tra esseri viventi: si definisce solo nella relazione tra attore e spettatore e vive di questo collegamento. Fino alla rappresentazione davanti al pubblico, lo spettacolo non è che un’intuizione”.
“Attraverso lo spettacolo realizzato da Teatro Nucleo vogliamo continuare a diffondere i contenuti della mostra ‘Oltre il ghetto. Dentro&Fuori’ – conclude il Direttore del MEIS, Amedeo Spagnoletto -. Le vicende della regina Ester e le opere di Leone da Modena sono infatti presenti in mostra fin delle prime sale dedicate alla vita ebraica nei ghetti. Il progetto che verrà proposto in anteprima assoluta il prossimo giovedì rientra nelle nuove formule per valorizzare il MEIS e farlo dialogare con l’arte e la produzione culturale in tutte le sue declinazioni. Vi aspettiamo numerosi al museo e a teatro!”
I biglietti per la prima di giovedì 17, alle 21 al Teatro Comunale, sono acquistabili QUI.