Qualche settimana fa stavo perdendo tempo su Instagram tra meme di Natale e gattini che cantavano quando a un tratto appare sul mio schermo un nuovo profilo, quello di SessFem Ferrara. Che sorpresa! Tante amiche mi avevano parlato con toni entusiasti del gruppo SessFem di Bologna, ero stata a un passo dall’iscrivermi ma alla fine, causa trasloco, non ero riuscita a partecipare. Che sia questa la volta buona?
Cos’è SessFem? È un laboratorio orizzontale, autogestito e gratuito di partecipazione e dialogo che affronta i temi della sessualità femminile: immagine del corpo, anatomia e scelte riproduttive, maternità, violenza di genere e salute femminile, sesso e genere, orientamenti, potere e privilegi, masturbazione, piacere, pornografia, relazioni, mestruazioni…
Argomenti attualissimi, forse come mai prima, e allo stesso tempo ancora contaminati da tabù granitici, da pregiudizi anche inconsci e anche tra le donne stesse. Questi temi meritano invece di essere trattati col giusto grado di complessità e delicatezza perché toccano la sfera più intima dell’individuo e il suo percepirsi in relazione a sé stesso e agli altri. L’obiettivo finale del laboratorio è l’empowerment della persona tramite la riappropriazione del discorso sessuale a tutto tondo, che include quindi aspetti certamente fisici ma anche mentali.
Incontro gli organizzatori in via Ripagrande 12 in quella che sarà la sede di SessFem: Laura e Alex hanno 26 anni, sono attivisti da anni nel campo dei diritti lgbtqi+ e della persona. Decisi, entusiasti e con le idee chiare: vogliono smuovere gli animi cittadini per “costruire una discussione che non esiste al momento né in città né in Italia. La sessualità, e in particolar modo quella femminile in tutte le sue diramazioni, è un argomento solitamente trattato con tanta ignoranza e di sfuggita e SessFem è un antidoto efficace a questa mancanza”, mi racconta Laura.
Entrambi hanno partecipato a SessFem Bologna nel 2015 e “già ai tempi ci era stato proposto di realizzarlo anche a Ferrara ma avevamo 19 anni e non ci sentivamo ancora pronti”. Oggi invece, dopo 7 anni, hanno deciso che era tempo di agire: “è il naturale corso del progetto – dice Alex – quando partecipi a un’esperienza così totalizzante e arricchente poi vuoi farti portatore di questa realtà, passando il testimone”.
Qualche cenno storico
Laura mi spiega che SessFem nasce all’Università di Berkeley nel 2013 ed è stato poi esportato a Bologna per approdare anche in altre città italiane come Milano, Padova e Roma. È aperto a tutti, dai 18 anni in su, prevede un incontro di gruppo a settimana per una durata di circa 6 mesi.
Non si tratta di un corso, eh! È proprio un laboratorio collettivo, non ci sono insegnanti e gli incontri non saranno lezioni frontali. Alex e Laura saranno facilitatori, “lanciatori di idee” che non vogliono dare risposte, perché non è la prassi SessFem, ma bensì provocare domande e riflessioni, ricordando che ogni opinione è valida. Alex sottolinea che basandosi sul principio imprescindibile di comunicazione non violenta, incontro dopo incontro si creerà un safe space basato sul dialogo e il rispetto, il gruppo diventerà sempre più affiatato, ognuno sarà libero di esprimersi al 100% secondo la sua volontà e a proprio agio, senza paura di venir giudicati, sapendo che si sta contribuendo al lavoro collettivo.
Il dialogo sugli argomenti proposti settimanalmente e la partecipazione attiva dei membri sono il motore del laboratorio, ma nel caso in cui ci siano persone che non vogliono condividere le proprie esperienze intime?
“Il valore del silenzio in SessFem è ugualmente importante” mi dice Laura, aggiungendo che sono previste pratiche di lavoro anonime per poter comunque partecipare o fare domande. Il motto recita che “nessuno è obbligato a parlare ma tutti sono coinvolti nel lavoro del gruppo”.
Il laboratorio si rivolge a tutte le età quindi i momenti di arricchimento verranno alimentati anche dall’ascolto di esperienze di persone diverse per età e interessi. Laura aggiunge che uno degli effetti fruttuosi di SessFem è che la discussione fuoriesce in modo naturale dal gruppo e contamina positivamente la propria cerchia di amici, di colleghi, di compagni di classe… La persona che acquista consapevolezza di sé e di questi temi si fa portavoce naturale del suo sapere nel suo spazio sociale: ecco l’arricchimento, ecco l’empowerment di cui si parlava prima.
Improvvisamente dubbiosa, visto l’andazzo dei tempi, non sono sicurissima che Ferrara sia pronta per SessFem.
“Secondo noi sì, è pronta. Ferrara e i ferraresi hanno sempre dimostrato di saper reagire di petto e con forza ai problemi che si sono presentati, senza lasciarsi abbattere. Ciò che invece non sappiamo prevedere al momento è quanto le persone siano esse stesse consapevoli di essere pronte a occuparsi di queste tematiche. Abbiamo organizzato due presentazioni: mercoledì 12 gennaio e lunedì 17 gennaio alle 19:30, sia in presenza che con la diretta online su Facebook, per presentare il progetto e i temi nel dettaglio e per raccogliere le adesioni”.
Scorrendo il programma degli incontri, mi sembra che effettivamente si parli poco di quegli argomenti nel dibattito pubblico, per quanto non siano così radicali o estremisti, anzi, ci riguardano tutti e molto da vicino. Se negli ultimi tempi se ne parla di più, rispetto al passato, è perché sentiamo imprescindibile dentro di noi una spinta al cambiamento, al riconoscimento e alla riappropriazione delle nostre identità e dei nostri bisogni. Anche questo è fare attivismo, anche questo è fare politica, anche questo è combattere il patriarcato.
Vi aspettiamo a SessFem! Termine ultimo per aderire è il 20 gennaio!
INFO:
Modulo iscrizioni online qui
Pagina FB https://www.facebook.com/SessFemFerrara