Se non avessi un minimo di ritegno, la mia casa sotto Natale sarebbe come quelle che vengono sempre prese in mezzo nei film romantici americani. Avete presente? Quei film in cui lei si innamora di lui ma detesta la sua famiglia con la quale è costretta a passare il Natale… O lui si innamora di lei, con la medesima trama. O lui detesta lei ma si innamora della sua famiglia. Ad ogni modo finiscono tutti per amarsi alla follia dopo essersi presi gioco del matto del paese che ha decisamente esagerato con gli addobbi in giardino. Ecco, io sono una potenziale matta del paese – per tanti motivi, ma in primis perché adoro le lucine.
Da sempre costretta a mentire agli altri, e a me stessa, ho deciso, alle porte del 2022, di fare questa sorta di outing: aspetto ogni anno l’8 di dicembre con il fiato sospeso perché l’accensione dell’alberone davanti alla Cattedrale mi commuove. Mi piazzo davanti all’abete, con occhietti lucidi e bocca spalancata, e osservo i filari di luci specchiarsi sulle palline giganti come se fossi ad un concerto dei Massive Attack (che per me significa pura devozione).
In questo slancio di sincerità non posso nascondervi il mio totale disappunto quando, nel 2015, ad accendersi in piazza furono decine di bong in vetro di Murano. Aghi cannula direttamente dalla Piazzetta dei Leoncini di Venezia che – diciamoci la verità – non hanno mai avuto nulla di natalizio. Perché io non sono una tradizionalista, per carità, ma ci sono orpelli imprescindibili, come i filari di luci e le palline. E come ogni anno, in attesa di questo 8 dicembre 2021 ho dovuto scacciare il fastidioso pensiero, con un filo di terrore, che potesse ripetersi il grinchiano misfatto.
Proprio durante questa difficile riflessione ho cercato di ricordarmi come fosse stato decorato l’albero del 2014, e cosa avesse fatto di così male da essere sostituito con quella suppellettile gigante. E lì mi sono appassionata alla storia contemporanea degli alberi ferraresi. ‘Perché non condividerla con i lettori di FILO?’ mi sono chiesta; ebbene ecco 11 anni di alberi di Natale in centro – perché oltre non riesco ad andare che devo ancora comprare i regali a metà famiglia – e le loro affascinanti storie.
Anno 2010; la cronaca cittadina dipinge uno scenario apocalittico: ‘Natale in centro nonostante la crisi’. Con un’ingente somma donata da commercianti e sponsor, il Natale è salvo! Concordata l’immancabile proiezione sulla Cattedrale, costruita la fiera sul Listone, organizzati gli eventi, addobbata la casetta di Hansel e Gretel in Piazza Municipale, non resta troppa fantasia da impiegare sull’albero, così arriva un tondeggiante e tozzerello abete nostrano, nato e cresciuto a Formignana, destinato all’abbattimento e recuperato da AMSEFC su dritta dell’Ufficio Verde comunale. Lucine? Si, chiaramente, ma a risparmio energetico! Ci voleva la crisi per ricordare al mondo l’importanza del risparmio energetico. Una valanga di led a luce fredda – in coordinato con le luminarie del centro storico -, una stellona un po’ stortarella e un numero eccessivo di piccoli e fastidiosissimi flash ad intermittenza. Voto 8,5: sarebbe stato un 10 per l’impegno socio-ambientale ma mi perde un po’ di gioia sulla questione flash, troppo Dagospia.
Prosegue il Natale della crisi anche nel 2011. Un povero abete senza storia si inserisce timido in un palinsesto in pompa magna. Proiezioni serali, giochi di luci, fontane, villaggio dei bambini, mercatini, pista di pattinaggio sul ghiaccio e chi più ne ha più ne metta, distolgono facilmente l’attenzione dall’alberello semplice e classico – sempre local – che si lascia vestire di lucine riciclate dal 2010, sempre a risparmio energetico. Acceso a random il 4 dicembre, nessuno si è scomposto, in pochi se ne sono accorti. Voto: 9 perché i flash consumati riescono ad essere un pelo meno fastidiosi (confidando nella definitiva obsolescenza delle luci nel 2012).
Non troppo sereni, data la profezia dei Maya, ci si avvicina – sempre a suon di vasche in centro – a Natale 2012. L’albero viene acceso il 1° dicembre, perché l’8 è il momento della fontana luminosa in Piazza Castello… tradizione che abbiamo voluto in prestito da Dubai, metropoli nota per la sua atmosfera natalizia. Altro abete della famosa stirpe di Formignana, questa volta è bello alto, ma un po’ spelacchiato. Brutta brutta notizia: anche a questo giro i flash funzionano. Ma non arriveranno al 2013… dai. I Maya si sbagliavano – ora possiamo dirlo con cognizione di causa – ma, per la cronaca, nel frattempo a San Giuseppe di Comacchio l’abete della piazza cadeva rovinosamente al suolo a seguito di una nevicata proprio l’8 dicembre. Coincidenze?
2013, vivi e vegeti, mentre siamo lì che ci godiamo i 50 anni del Doctor Who, ecco che arriva il Natale. Bello rigoglioso, imponente, gonfio e tronfio, l’abete giunge dal Comune di Bondeno, sul territorio del quale aveva deciso di compiere una marachella seria: ‘Mi attorciglio attorno ai fili della luce così gli faccio proprio una bella sorpresa e olè: sono albero di Natale’ – pensava. Nato quindi con la predisposizione, ma con poco senso pratico, l’abete viene prontamente abbattuto per – ironia della sorte – arrivare a coronare il suo sogno davanti alla nostra Cattedrale. Lucine poco incisive, ma che storia avvincente! Voto 10 e best seller in arrivo.
Ed eccoci qui che, ridendo e scherzando, siamo giunti al fatidico albero del 2014, quello che ha fatto pensare al Direttore Artistico degli alberi di Natale in piazza ‘No, non ci siamo, l’anno prossimo bisogna che facciamo un salto di qualità’. Ve la devo dire tutta? Nonostante io non ami le luci fredde, a me, l’abete del 2014, mi era proprio piaciuto parecchio. Sempre sul bluette, i flash ormai esausti non recavano più danni irreparabili alla retina, ma soprattutto TREDICI metri di albero proveniente da uno dei miei paesi preferiti – Lizzano in Belvedere, in provincia di Bologna. Bah. Si era addirittura trovato un equilibrio con la fontana danzante. Si erano anche ben divisi la scena: zampilli ore 17.30 – albero ore 18 – poi di nuovo zampilli. Niente da fare, la catastrofe era nell’aria. Inqualificabile a posteriori; il voto sarebbe chiaramente viziato da emozioni e sentimenti contrastanti.
2015. Armageddon: l’albero di vetro!
Come ci si riprende da un dispiacere così grande? Dalla valanga di polemiche, dalle derisioni. Con che aghi si presenta un abete nel 2016?! Come – soprattutto – si ristabilisce il buon nome del vetro di Murano? E qui dobbiamo fare i complimenti al nostro illusorio Direttore Artistico degli alberi di Natale che ci ha visto lungo. Due belle decisioni al momento giusto:
- Ok il vetro di Murano ma facciamogli fare la parte che più gli si addice: l’addobbo. 1000 preziosissime bolle di vetro che non possono non far venire i brividi nemmeno ai più scettici (troppe negazioni, qui forse sto dicendo il contrario di quello che voglio dire, alla fine… ma, insomma, so che mi state seguendo).
- Beneficienza. Per farci perdonare bisogna che diamo cose in beneficienza… Ma diamo le palline in vetro di Murano! La combo perfetta!
Puntale a stella, palline mozzafiato, luce calda oro, beneficienza: albero magnifico, voto 10 e lode.
E arriviamo così, con stile, al 2017. Ancora in ansia per lo scivolone su Murano, nonostante l’incredibile recupero 2016, il nostro Direttore Artistico fa un passo indietro e chiede l’aiuto da casa al pubblico ferrarese; è così che l’app Capodanno a Ferrara si fa messaggera e invita il popolo ad esprimere una preferenza. ‘Hanno fame? Diamogli le brioches!’. Vox populi: trionfano fiocchi rossi, stelline e la luce calda – il compito è assegnato a 120.000 lucine – su 12 metri di albero, dono di Vayra. Sembra perfetto, il Vayra Christmas Tree, che si accende sulle note di Oh happy day ben interpretata dal trio pop-lirico Tnt. Ma, c’è un ma: dalla base del gigante verde mi nasce una sfumatura rosa Ferragni che mi cozza in maniera determinante sia con i fiocchi che con le luci. Forse un bug dell’app? Voto 8,5, purtroppo, per l’atteggiamento da Barbie Regina delle Feste.
2018. Mentre in Inghilterra c’è aria di Brexit, una cordata di sponsor – a Ferrara – pianifica l’evento dell’anno sotto l’alberone. Un bellissimo abete di Lizzano in Belvedere si accende alla fine del concerto E lucean le stelle, omaggio al Maestro Pavarotti. Ancora sostenibilità per un albero, dedicato al riciclo, decorato dal Liceo Carducci. Palle trasparenti contenenti oggetti di recupero con una cascata di lucine colorate che sembra lo proteggano dal mondo crudele. Simpatico l’effetto dimmer colorato da alberino da tavola kitsch. Voto 10 e guerra di selfie.
Ecco, dicevo, ‘simpatico l’effetto dimmer colorato’ ma sul 2019 mi si esagera con un reticolo di filari multicolor. Bricoman Christmas Tree, un nome, una garanzia… se vuoi decorare l’albero con sanitari e piastrelle. E invece sono ben 770 le palline da golf fluorescenti colorate che incorniciano il povero vegetalone di 16 metri. Tornano le stelline luminose in questo mix di gioia natalizia maccheronicamente espressa. Tocco di classe? Il presepe donato da Anffas Ferrara Onlus che mi si adagia vicino al tronco. Voto 8 alla ballerina volante (lettori giovani, perdonate la citazione primi anni ’00). Evidentemente non sicuro del risultato, il nostro Direttore Artistico si fa venire la bella idea di garantirsi un piano B e un piano C: tenerissimo l’albero che trova dimora nei giardinetti Acquedotto, minimal quello che si staglia accanto al profilo del grattacielo. Mossa furba, bravo direttore.
Poi arriva il Natale 2020, quello delle famiglie divise, dei controlli sotto casa, dell’autocertificazione. Un anno un bel po’ triste che ci fa sentire davvero la necessità di goderci la vista dell’alberone, anche solo mentre camminiamo in fretta da casa al supermercato, anche solo in foto. La Nuova sottotitola ‘Saranno feste particolari, ma la città estense non rinuncia alle luci’, perché anche il peggiore dei Grinch, anche i più fieri abitanti del Paese di Halloween, quando vengono privati della magia natalizia sentono una fitta piccola al cuore. Potete lamentarvi, lanciare le palline, potete deridere i maglioni con le renne, schernire chi consegna ‘i pensierini’ in ufficio, farvi beffa delle tradizioni e detestare i mercatini, ma non potrete mai rimanere indifferenti davanti alla possibilità che il Direttore Artistico si prenda un anno di pausa. Pensate ad un Natale senza albero. Pensate alla piazza buia ed austera. E adesso date un bel 10 e lode all’albero 2020, solo per esserci stato nonostante tutto, con la sua fitta cascata di luci oro e le palline rosse, come vuole la tradizione. Insieme a lui altri 3 alfieri: sempre sotto al grattacielo, all’Acquedotto e anche in Piazza Verdi.
Un nuovo anno e ancora qualche piccolo dubbio sulla possibilità di festeggiare ‘come facevamo una volta’. Il Capodanno è di nuovo saltato – ebbene si, non si festeggerà e rimarremo tutti nel 2021 per un altro anno. Per farvi dimenticare la tremenda sensazione che vi blocca il respiro ogni volta che vi chiedono ‘come siete organizzati’ per Capodanno, il Direttore ha aggiunto alla squadra di abeti un albero in Piazza Travaglio. L’anno prossimo saranno 6/7 finché nel 2050 verrà certificata la presenza di un albero per isolato. L’8 dicembre 2021, tornando a noi, 8,5 km di led a basso consumo si sono accesi sull’abete di 16 metri. Se fate due calcoli è chiarissimo che far stare 8,5 km su 16 metri sia una missione da forze speciali dell’Esercito. Di giorno, qualcuno dice di aver intravisto dei rametti stanchi sotto la cascata in led, ma con il buio diventa ovvio che l’albero non esista sotto l’esagerata coltre luminosa. Insomma, non ci sono fonti certe che dichiarino la presenza di un abete sotto quegli 8 km e mezzo di entusiasmo natalizio. Voto 9 per l’esuberanza, 7 per la valorizzazione del povero vegetale: un timido 8 in totale per questo 2021.
Abbiamo scherzato, si capisce. Io non sono di certo qualificata per dare voti ai nostri alberoni, non sono nemmeno mai stata Direttrice Artistica degli alberi di Natale. Ma questa è la nostra versione della storia natalizia di FILO, un po’ un Christmas Carol ferrarese nel quale mi sento di essere il fantasma dei Natali passati. Il Natale presente lo lascio commentare a voi. Sui Natali futuri ci auguro solo due cose: che il Direttore non smetta mai di credere nell’importanza dell’alberone davanti alla Cattedrale, e che possiate assistere alla sua accensione abbracciati alle persone che amate di più.
Buon Natale amici!