Un piccolo assaggio di futuro, un festival nuovo che arricchisce l’offerta di eventi in città, con sviluppi futuri davvero interessanti. La realtà virtuale approda a Ferrara in una forma del tutto originale: da domani 19 novembre e per tutto il weekend il Laboratorio Aperto di Ferrara nell’ex teatro Verdi ospita il Galaxy Network VR Exhibitions Autunno 2021, ovvero la prima edizione di un’ambiziosa esposizione internazionale del cortometraggio in Realtà Virtuale. Un’edizione pilota che avverrà contemporaneamente in 8 città nel mondo tra cui appunto Ferrara e Milano per l’Italia. Si tratta del primo evento di questo genere e ha l’obiettivo di creare un movimento unico di innovazione e tecnologia.
Il programma offre agli spettatori la possibilità di sperimentare una vasta gamma di esperienze immersive in realtà virtuale, premiate a livello internazionale direttamente dentro ad una delle strutture di innovazione e cultura più importanti del territorio: documentari, fiction, film a 360°, live action e film d’animazione permetteranno a curiosi ed appassionati di apprezzare i diversi aspetti di questa nuova forma d’arte, proponendo possibilità diversificate per vivere le varie esperienze VR in maniera immersiva e interattiva, da in piedi o da seduti, a seconda delle diverse tecnologie utilizzate.
L’evento è creato dal Galaxy Network (galaxynetwork.io), una rete internazionale composta da un gruppo di istituzioni, aziende e associazioni, specializzata in Virtual Reality, e di cui fa parte anche il Laboratorio Aperto Ferrara, che è nata con lo scopo di coordinare il miglior evento mondiale di Realtà Virtuale da mostrare contemporaneamente nelle diverse sedi della rete.
Abbiamo provato alcuni visori Oculus Quest disponibili nelle postazioni di Laboratorio Aperto: si tratta di 9 sedute con tecnologie e caschi differenti, che sono in grado di funzionare in modo più o meno interattivo a seconda del contenuto che si guarda. Ci fanno accomodare su una delle poltrone, tecnicamente in grado di muoversi e restituire vibrazioni e altri tipi di feedback ma siamo nel campo della cinematografia e non del videogioco quindi tutta questa parte non è contemplata. I visori sono igienizzati dopo ogni utilizzo, indossiamo una mascherina protettiva sopra gli occhi, unita a quella sopra la bocca, a testimoniare il grosso sforzo organizzativo che Fondazione Brodolini e CIDAS hanno messo in campo per garantire un evento simile ad alta rotazione di pubblico in tempi di Covid.
Nel primo film che scelgo di vedere mi trovo in cima all’Everest con una spedizione di sherpa, il cortometraggio segue gli scalatori fino in cima, di giorno sulle pareti di ghiaccio e di notte in tenda, con un’esperienza davvero suggestiva e realistica. Il film scorre davanti ai nostri occhi, non c’è interazione con gli attori e si assiste sempre da un punto di vista insolito e privilegiato, tipo drone in volo, oppure a terra e in cordata con gli altri personaggi. Si tratta ovviamente di un tipo di cinematografia molto semplice, quasi da documentario, fatta più per esaltare la tecnologia che non per raccontare una storia particolarmente intrecciata, che però si segue piacevolmente nonostante sia solo in lingua e priva di sottotitoli.
A seguire sullo stesso Oculus viene proposto un documentario sul complesso lavoro di restauro di Notre Dame: il video ci consente di sorvolare la cattedrale distrutta in parte dal rogo del 2019, e di apprezzarne i lavori da visuali insolite e solitamente dedicate agli addetti ai lavori. Un prima e dopo continuo ci porta dentro sagrestia e appartamenti adiacenti alla cattedrale, mostrandoci la vita come era prima e la desolazione del cantiere post rogo, per finire a volo d’angelo sopra i tetti di Parigi ad ammirare la città dall’alto. Anche in questo caso i contenuti informativi e didascalici sono ridotti al minimo, parlano le immagini e il tutto crea una suggestione enorme ed angosciante. Sconsigliato se soffrite di vertigini, grazie ad alcuni movimenti di macchina mi è sembrato perfino più impressionante della cima dell’Everest ma senz’altro più interessante.
Il terzo corto che proviamo è LIFE, di Ricardo Laganaro. Dal Brasile, in inglese sottotitolato ci immergiamo in un modello in scala di San Paolo, attraverso una storia interattiva sull’amore e la paura del cambiamento. Indossiamo un casco diverso e due joypad per simulare il comportamento delle mani. Il video è interattivo e richiede alcuni semplici passaggi per far proseguire la storia: tirare una corda, suonare un campanello, girare una manovella… piccole azioni che grazie alle “mani virtuali” saremo in grado di compiere senza difficoltà. Qui siamo in campo davvero cinematografico e artistico, la storia è piacevole e ben sfrutta il mezzo per il quale è concepita, il tutto in appena 15 minuti totali.
Ci sono in totale 11 cortometraggi da scoprire, vi lasciamo l’elenco al link qui sotto. Ma veniamo alle note dolenti: l’evento è tecnicamente sold out su prenotazione per tutto il weekend. Essendo gratuito è possibile che qualcuno si sia prenotato e poi non si presenti quindi il consiglio è di provare ad affacciarsi all Ex Verdi durante le tre giornate di apertura al pubblico e provare a capire se ci sono posti liberi o ci si può mettere in coda in attesa. Il tutto in attesa di una prossima edizione che si spera faccia crescere questo esperimento, magari con un biglietto di ingresso seppure contenuto e più giorni a disposizione: sono sicuro attrarrebbe un pubblico giovane e attento alle nuove tecnologie, a partire dall’ampia platea di studenti universitari che vivono a Ferrara durante tutto l’anno. Intanto buona la prima e buona visione ai fortunati che passeranno qualche minuto in realtà virtuale!
ULTERIORI INFO E SINOSSI DEI CORTI:
https://laboratorioapertoferrara.it/primo-festival-internazionale-cortometraggio-realtavirtuale/