La versione di Sara
Domenica, 6 Aprile 2025

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Dagger Moth, al secolo Sara Ardizzoni sarà l’unica “local” sul palco di Parco Massari: un’estate al Massimo Volume
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Quando la raggiungiamo al telefono esordisce con: “Scusa se intanto continuo a fare il bucato, ma domani riparto col tour e non ho altro momento”.

Sara Ardizzoni resta umile, anche se il suo volto è stato il primo di una ferrarese ad occhieggiare tra le proposte musicali del festival Ferrara Sotto le Stelle, in questa prima edizione dall’inizio della pandemia. Lei che da autodidatta si è dapprima imposta con il suo progetto solista Dagger Moth e da lì si è fatta largo nel panorama indipendente italiano, e non solo, diventando chitarrista dei Massimo Volume, con cui sarà in concerto al Parco Massari il primo luglio, per la data inaugurale dell’estate musicale ferrarese.

Massimo Volume, foto di Alex Astegiano

Nell’attesa di vederla sul palco con la chitarra elettrica al fianco di Emidio Clementi, ci concede un po’ del suo tempo, che ora trascorre frenetico tra panni stesi, prove serrate, date da recuperare, registrazioni del nuovo album solista e un’altra prestigiosa collaborazione con i Caminanti del cantautore siciliano Cesare Basile.

Ma riavvolgiamo brevemente il nastro. È il 2012 quando prende forma Dagger Moth, ovvero la formazione unicellulare che vede Sara a chitarra elettrica, voce ed elettonica, per una miscela di “loop, noise e melodia in bilico fra caos e struttura”. Ne escono gli album “Dagger Moth” (2013) e “Silk around the marrow” (2016), oltre a varie collaborazioni, da Giorgio Canali, al concittadino Alfonso Santimone, per arrivare a Joe Lelly (Fugazi). Grazie alle numerose esibizioni live, in apertura di nomi di rilievo italiani come Marlene Kuntz e Perturbazione, ma soprattutto internazionali come Marc Ribot e Hugo Race, fra gli altri, il nome e il talento di Sara cominciano a girare, così ecco che arriva la chiamata di Vittoria Burattini, batterista dei Massimo Volume: “Vuoi unirti?”. Così senza nemmeno troppo pensarci, Sara si trova a sostituire Stefano Pilia, chitarra anche degli Afterhours.

Dagger Moth, foto di Dario Bonazza

“Mi sono lanciata nello studio e nell’ascolto per riuscire a riprodurre tutti gli effetti nel modo più fedele, è stato come prendere un treno in corsa, ma ne sono molto felice. Mi sono trovata a suonare in posti a cui da sola non avrei avuto accesso, come l’Auditorium della Musica di Roma, mentre ero abituata a locali dove portavo a casa la serata coi denti, per poi andare a dormire sul divano di un amico”.

È da un po’ che Sara mancava da casa, “suonare al Parco Massari mi fa sorridere, perché è legato ai miei ricordi di adolescente dopo la scuola, però l’anno del terremoto ci ero venuta a vedere il concerto di Soap&Skin, quindi c’è un precedente illustre!”.

Dagger Moth, foto di Davide Pedriali

Chi si è aggiudicato i biglietti gratuiti per il primo luglio, assisterà in apertura al concerto dei Soviet Soviet – dopo la defezione per le restrizioni causa Covid degli inglesi Shame – e sulla scaletta dei Massimo Volume, Sara anticipa: “mescoleremo l’ultimo disco, “Il nuotatore”, con vecchie glorie degli anni ‘90”.
E chissà che a questo atteso ritorno della cantautrice ferrarese, non ne segua un altro per presentare l’ultimo lavoro di Dagger Moth. “Durante il lockdown, come molti, mi sono dedicata a comporre, ora sono in studio a Sonika, con l’amico fonico Samuele Grandi per mixare registrazioni fatte in casa e raggruppare tracce, finché non saremo soddisfatti”.

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I Massimo Volume sul palco, foto di Igor Cardeti

Un’anticipazione di cosa ci aspetta c’è già nel brano Unleashed composto per la compilation Her Dem Amade Me. Siamo Sempre Pronte, Siamo Sempre Pronti, uscita a fine 2020 per la Blackcandy Produzioni e dedicata a Lorenzo Orsetti, italiano morto combattendo con il popolo curdo.


Prima di tornare a ripassare le parti e finire le faccende domestiche, Sara condivide un’ultima riflessione su come sta cambiando il mercato discografico. “Nel mio futuro vorrei continuare a dedicarmi sempre di più alla musica (al momento si divide tra il palco e l’ufficio di pianificazione territoriale dove lavora come cartografa, essendo architetto, ndr), ma non ho ancora chiaro come si possa vivere di musica in un panorama in cui molti locali dal vivo hanno chiuso per effetto della pandemia e stanno sparendo tutti i supporti materiali, come vinili e CD. Sulle piattaforme on line ti arrivano pochi millesimi di euro, per non essere poi nemmeno padrone di quello che produci. Mi è successo di pubblicare il video di un mio brano e vederlo bloccato perché secondo loro non ne possedevo i diritti. Per questo scelgo di operare al di fuori di questo sistema, evitando Spotify o iTunes, e orientandomi verso altre modalità di distribuzione. Non è facile, ma non mi arrendo”.

Resisti Sara, qui si tifa per te!

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