È una cosa della quale non mi preoccupo e non devo assolutamente preoccuparmi. Se facessi questo, interverrebbe nell’atto della scrittura una logica che precluderebbe la realizzazione piena di quello che io ho immaginato. In fin dei conti il mio compito è quello di immaginare delle cose e dar loro forma.
L’artista Iosonouncane in merito alla possibile difficoltà ad uscire dalla nicchia con il proprio progetto.
Quando tratteniamo il respiro a lungo, quello successivo non è mai un respiro qualunque. È una lunga inalazione di aria, un gesto incontrollabile seppur apparentemente volontario, un riflesso che si snoda lungo i muscoli, le terminazioni nervose, l’ossigeno nel sangue. I polmoni che si espandono nuovamente, pieni di aria. È una metafora dura, questa della ripresa del respiro, perché di polmoni ne abbiamo avuti tanti (troppi) che non si sono più espansi, perché sappiamo, intorno a noi, da qualcuno di vicino o non troppo lontano, cosa vuol dire tirare di nuovo quel fiato, ricominciare a respirare. A vivere.
Ferrara Sotto le Stelle sa cosa vuol dire smettere di respirare.
Alle porte della edizione numero 25, sul finire di un inverno strano, il nuovo direttore artistico Corrado Nuccini ha scoperto cosa può fermare un festival: un virus. Non il terremoto, non la pioggia, non una data saltata, non i conti non in ordine. Un virus: l’ha fatto.
Sospesi in un anno che non c’è stato (chi ricorda l’estate 2020, se non come una pausa incerta di sospensione tra momenti infelici?) l’edizione 2021, la famosa edizione numero 25 nasce in un inverno e una primavera difficili, ma affrontati con coraggio.
Un salto nel vuoto, per quanto ne sappiamo il primo festival ad annunciarsi come possibile, anzi certo, in piena primavera, cinque date spedite in un vuoto siderale di ottimismo (una band inglese, davvero?) che diventa verosimile realtà ora che ne parliamo, come quei sogni da ragazzo derisi da tutti i cinici di questo mondo (farai le olimpiadi? Ma ceeeerto) e vetri di disillusione che si vanno ad infrangere, di fronte alla realtà: l’edizione numero venticinque c’è.
Oggi, lì davanti, tra due pagine di calendario, l’ultimo giorno di giugno e i primi di luglio, per cinque sere il Parco Massari è il nuovo perno di musica e gioia e vita, riaccende la città e una manifestazione importante come l’ossigeno.
Certo: per necessità non è come quei cartelloni che parevano collezioni di sogni, ma è importante perchè c’è, non (solo) per quel che contiene.
E dentro vibra di energia, si apre con l’evento dell’estate italiana, quel disco a lungo rimandato di Iosonouncane, nome artistico di Jacopo Incani, capace di scrivere mettere la parola soldout di fianco ad una opera complessa, lunga e sperimentale come Ira. Sicuramente una delle cose da vedere e ascoltare e vivere quest’anno.
Una follia calcolata, replicata la sera successiva da una band come gli Shame, dal sud di Londra, una di quelle band che profuma di rivalsa, di una nuova ondata di energia punk che guarda ai cambiamenti con la voglia di cavalcarli, suonarli, definirli in performance che sanno di giovane protesta e che saranno la band straniera di pregio di una serata a due corone, per l’unico concerto estivo dei Massimo Volume.
“Mimì (Emidio Clementi, voce della band) per me c’è sempre stato, nel mio percorso artistico. Io se penso alla pandemia, penso alle letture che Mimì ha fatto per Ferrara Sotto le Stelle e questa data unica estiva dei Massimo Volume è un regalo che mi sono voluto fare, per una band che è come un talismano, a livello personale“. – ci racconta Corrado Nuccini, alla sua prima direzione artistica del festival.
Un continuo variare di colori questa edizione, la sperimentazione, le chitarre e poi il terzo giorno l’accessibilità de La rappresentante di lista, la band sbucata dalla gavetta anno dopo anno che aumenta sempre il proprio pubblico: a due cifre, tre cifre, quattro cifre, fino al palcoscenico del Sanremo più giovane degli ultimi decenni, che ha regalato al duo di Palermo l’ultimo piano di una scala in ascesa verso il riconoscimento del gruppo tra le proposte più solide degli ultimi anni.
E gli ultimi due giorni, un salto di dimensione quantico che va ad abbracciare suoni freschi come il rap di Mecna e la modernissima trap di Venerus, uno che ha pubblicato il primo disco a febbraio di quest’anno, con il vento dell’uscita dalla pandemia ancora debole e riservato agli ottimisti e che si avvia invece ad incassare un grande eco in risposta ad un disco fresco quanto attuale.
“Io credo che al momento ci sia al centro di tutto l’emozione e il desiderio di partecipare, qualcosa che viene anche prima degli artisti. Io vorrei portare l’idea che se anche c’è qualcosa d’altro, dalla serata con gli amici alla partita dell’Italia, valga la pena di venire. Riportare la comunità al centro.” ci spiega Nuccini, nello sviscerare una edizione che si racchiude in cinque giornate consecutive, un primo appiglio di continuità in un festival che fino ad ora è stato raccolta di (spesso epiche) serate, mentre ora riparte, o prova di farlo, da un luogo diverso, naturale e racchiuso, con le prevendite che già ora prefigurano il totale sold out della capienza possibile.
Filo Magazine sarà media partner di Ferrara Sotto le Stelle e racconterà giorno per giorno i concerti, gli artisti, le persone, il pubblico, le emozioni.
Attraverso Web Radio Giardino, vi lasciamo invece il podcast integrale dell’intervista con Corrado Nuccini riguardo questa edizione, ma consideriamo tutto questo solo una introduzione: un anno a parlare di idee e progetti è trascorso e ora vogliamo parlare di realtà, di suoni, di persone, di contatti, di emozioni, di applausi. Di orecchie affaticate, volumi alti: lo reclamiamo, come fosse aria.
Per cui, per chi volesse, la caccia agli ultimi biglietti è aperta, le porte del Parco Massari sono pronte a dischiudersi. E noi a respirare di nuovo: si torna sotto il palco. Prestissimo.
Sito Ufficiale Ferrara Sotto le Stelle
30 Giugno / 4 Luglio – Parco Massari