Ho sempre pensato che il giocattolo porti con sé un alone angelico, un fascino innocente e pervasivo. Ma sarò sincera: raccontare l’universo del giocattolo e trasmetterne tale fascino, filtrato da una forma mentis adulta, non è stato facile.
Spesso si tende ad etichettare tale settore come appannaggio dei più piccoli, dimenticando che, il mondo del giocattolo, così immobile e intrigante, è stato prima di tutto il nostro mondo. Ognuno di noi ha un filo rosso che ci lega al passato, permeato di ricordi, pensieri felici e giocattoli, quelli di sempre, dai quali non ci distaccavamo mai, una longa manus di noi stessi. Poteva trattarsi di un trenino in legno, di una bambola, di un orsacchiotto o di una pallina: hanno fatto parte di noi, ci hanno visto crescere, ci hanno visto cambiare.
Mi piace pensare che alcuni giochi siano vivi, abbiano il potere di restare impressi nel cuore, poiché, prima di tutto, rappresentano l’infanzia, un porto sicuro, un’abitudine quotidiana, una calda sensazione di protezione. La stessa idea che mi ha confermato Marco Martinelli della Città del Sole, negozio di giocattoli di qualità e scientifici da poco aperto in via San Romano 32.
Il nome suonerà familiare a chi ha qualche anno sulle spalle: Città del Sole aprì un negozio a Ferrara in via Contrari nel lontano 1987, e rimase aperto con quell’insegna fino al 2006, quando si rese indipendente con l’insegna La terra dell’Orso. Il negozio con l’orsetto che fa le bolle ha purtroppo chiuso definitivamente a dicembre 2020 insieme al suo spin off È Natura. La sua bellissima storia l’abbiamo raccontata qui.
Città del Sole è un franchising che vede già oltre sessanta negozi aperti in tutta Italia, a Ferrara è ricomparso solo il 28 novembre scorso. Martinelli racconta che ciò che lo ha spinto ad aprire questa attività, è stata proprio la passione per il giocattolo: “Aspettavamo solo l’occasione giusta, e la location adatta, il resto è venuto da sé”.
Poi l’incertezza del Covid: “Credo che, al di là da questo periodo difficile, le certezze siano poche sempre. Uno degli aspetti principali che caratterizzano l’imprenditoria infatti è proprio quello del rischio, e forse è anche il suo bello. Sicuramente il Covid non aiuta, anzi, aggrava questo rischio, ma il coraggio in questo lavoro è necessario sempre. Coraggio o incoscienza, ma sono sicuro che siano facce di una stessa medaglia” – aggiunge.
Prima del 2020 c’erano comunque problemi legati a questo settore e con la pandemia, se ne sono aggiunti altri, di diversa natura, spiega Martinelli: “Gli accessi contingentati al negozio hanno sicuramente limitato la nostra attività sotto il profilo relazionale e sociale, mentre prima il bello era proprio vedere il negozio pieno, ma anche il traffico limitato che ha accesso al centro storico è un altro tema, per molti è molto più conveniente andare nei centri commerciali.”
Tuttavia in questo periodo di pausa forzata, in tanti abbiamo rivalutato attività più tradizionali, abbiamo ripreso quando possibile ad andare in centro, a riconsiderare prodotti artigianali, e a cercare quella socialità che sta dietro alla vendita al dettaglio: confronto, consigli, spiegazioni, assistenza.
“Spero che si possa tornare presto a proporre modalità di socializzazione. Il bello di avere un’attività come questa è anche garantire spazi per bambini, laboratori, giochi che, ora come ora, restano tutti sospesi.”- aggiunge Martinelli. “La nostra Filosofia in fondo è proprio quella di uscire dall’aspetto commerciale, televisivo, dei personaggi dei film per bambini. I nostri giochi hanno prima di tutto una finalità educativa, scientifica, creativa. Ci capita di doverci confrontare con librerie o catene commerciali che usano il giocattolo come prodotto-civetta in alcuni periodi dell’anno, soprattutto a Natale, per portare clientela nel loro punto vendita. Ecco, il nostro obiettivo è uscire da questi schemi, per fare in modo che la nostra clientela trovi una persona con cui confrontarsi, che la consigli e la segua sempre.”
E gli e-commerce a prezzi concorrenziali? Dalla spesa online, ai vestiti, fino ai giocattoli, restando in casa abbiamo tutti rivolto lo sguardo all’online come prima opzione salvifica: “Sicuramente internet ci ha aiutato durante il lockdown, si pensi anche solo alla didattica a distanza… Ma viene meno l’aspetto fondamentale della concretezza, della materialità degli oggetti, il suo aspetto sociale, relazionale, la prossemica. Toccare con mano le cose, percepirne materiali e texture, vedere con i propri occhi, è un’esperienza non rimpiazzabile” – racconta Martinelli. “Per fortuna molti nostri clienti sono quei nonni premurosi in cerca di regali di qualità, poco avvezzi alle compere online, e fedeli ai valori con cui la nostra attività si identifica”. In ogni caso Città del Sole offre in parallelo un e-commerce di prodotti con consegna nei suoi punti vendita in tutta Italia.
Guardando al lato positivo, si stanno rivalutando alcune tipologie di gioco: quello da tavolo ad esempio, diventa un modo per ammazzare il tempo, strumento per stare insieme, condividere momenti con la famiglia e conoscersi meglio. “Alcuni giochi come il Dixit, nato per adulti e usato anche nella psicoterapia per bambini con difficoltà, si basano su carte illustrate molto particolari. Sono un mezzo divertente per capire l’altro: in base alla carta che sceglie e a ciò che ci vede rappresentato una persona si racconta, e noi scopriamo qualcosa di nuovo dell’altro.” Il vero gioco insomma è quello che unisce, non che isola.
Con lo stesso sorriso speranzoso verso il futuro con cui ci congeda Marco Martinelli ci accoglie Laura Muttoni, proprietaria insieme al marito Alessio Ragazzi, di Rotoplano, negozio di giocattoli indipendente, in via Bersaglieri del Po 27.
Rotoplano è un negozio indipendente, ma in qualche modo legato anch’esso a quello che fu il riferimento in città per questo tipo di giocattoli, La Terra dell’Orso. “Io nasco come restauratrice – racconta Laura – ma, questo settore offre poche possibilità, così per dieci anni ho lavorato alla Terra dell’Orso. Dopo la sua chiusura, io e mio marito, abbiamo deciso di aprire un nostro negozio di giocattoli, aperto dal novembre 2019. Abbiamo iniziato benissimo, e le cose stanno andando ancora bene, forse perché per i bambini ci si impegna di più rispetto agli adulti nella scelta dei regali, che sia Natale, compleanno o altre occasioni.
Laura ha ragione: anche a causa del lockdown, la mancanza di uno spazio o di un momento di sfogo per i più piccoli, porta molti genitori a considerare l’acquisto di giochi nuovi e di qualità per assecondare questo bisogno. “Vendiamo anche costumi, dalla principessa al drago, anche il travestimento è un’opportunità di svago!” – racconta.
Il discorso cade anche con lei quasi meccanicamente sulla natura del commercio al dettaglio: “La differenza tra noi e la grande catena sta proprio nel fatto che a noi il cliente piace seguirlo, è la nostra forza. Per questo abbiamo deciso di non proporre alcun e-commerce. Ci piace il contatto diretto con le persone al di là dello schermo. Non posso e non voglio neanche combattere questo processo di digitalizzazione o globalizzazione e peggio ancora, di consumismo compulsivo, non è la nostra battaglia. Il nostro obiettivo ha a che fare con la quotidianità: seguire il cliente, accontentare le richieste che ci pervengono quotidianamente secondo i gusti di ognuno.” – racconta.
Quotidianità un po’ incerta negli ultimi mesi, in un frenetico susseguirsi di DPCM e colori da rispettare. “Non mi spaventa il Covid, fino a che c’è passione c’è speranza. Abbiamo già investito nel carnevale – racconta Laura – senza sapere se si potrà in qualche modo farlo. Non importa, dobbiamo sperarci e credere in ciò che facciamo.”
Passione e coraggio accomunano i titolari di Rotoplano e Città del Sole. Hanno a cuore i prodotti che vendono e la loro finalità educativa, ma sostengono con forza anche il modello di commercio al dettaglio con tutte le sfumature che ad esso appartengono. È vero, la maggioranza delle persone adatta i propri desideri a mode o a influencer, permette di farseli snaturare ed indirizzare sugli oggetti del momento, piegandosi alla comodità del tutto e subito consegnato sull’uscio di casa, ma debole sotto altri punti di vista.
Forse questa “era dell’incertezza” ci sta insegnando fra le varie cose a rivalutare le piccole attività come queste, e a riscoprire il giocattolo come mezzo pedagogico, di insegnamento e socialità, non come semplice ingranaggio di plastica che porta il nome di un personaggio dei cartoni in tv e che dopo qualche mese perderà di interesse. I Giocattoli veri, quelli che un tempo avremmo chiamato balocchi, sono quelli che durano negli anni. Quelli che da grandi troveremo ancora sulla mensola o in un baule per passarli ai nostri figli. Che cristallizzano ricordi e incapsulano l’odore di una infanzia, di un passato ancora molto vivo in ognuno di noi.
Potrà sembrare strano, ma alla fine il mondo dei giocattoli è soprattutto questo. Non ci credete? Provate a passare alla Città del Sole o da Rotoplano e lasciatevi trasportare dall’atmosfera che regalano, poi ne riparleremo.
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