Siamo conosciuti così: Ferrara città delle biciclette, come recitano diversi orgogliosi cartelli in città. Addirittura Legambiente nel suo ultimo rapporto sulla mobilità a impatto zero (che include anche l’accessibilità pedonale, in monopattino o sui mezzi pubblici) ci inserisce in seconda posizione in Italia dopo Milano.
Forse è per quello che la notizia della possibile chiusura a seguito della mancanza di una nuova sede per quella che è una realtà storica della città come Ricicletta ha mosso tante persone e tante firme, con la sua campagna estiva per salvare il progetto della Cooperativa il Germoglio. Ad un giorno dal trasloco e dalla riapertura, abbiamo parlato con Alessandro Ferrari, meccanico e tutor delle persone che entrano in officina per fare l’inserimento lavorativo all’interno di questo progetto. Una piccola realtà che unisce il recupero delle biciclette tramite una parte di lavoro ambientale, una di meccanica e artigianato e una importante componente di riabilitazione professionale, con persone che vengono a fare dei tirocini o percorsi di inserimento nel mondo del lavoro.
Ricicletta è attiva dagli inizi degli anni 2000, inizialmente a Porotto sotto la gestione della cooperativa Nuova Mente, assorbita tra il 2008 e il 2009 da Il Germoglio, con il trasferimento nella doppia sede all’inizio di Corso Porta Po e in via Darsena, diventata poi sede unica fino al 30 di ottobre di quest’anno.
“C’è stato un periodo in cui non sapevamo come fare: non trovavamo uno spazio alternativo dove andare e pur sollecitando anche il Comune non eravamo riusciti a trovare degli spazi adeguati, con la data obbligata di trasloco dal posto precedente che era fissata per ottobre. Ci siamo trovati nella situazione di tempistiche che stringevano senza soluzioni praticabili.” – ci ha raccontato Alessandro.
“Abbiamo allora pensato ad una campagna di raccolta firme per coinvolgere più persone possibili all’interno della cooperativa ma anche all’esterno di essa, per tutte le persone che volessero supportare il progetto.”
“È nata questa cosa bella che ci ha portato a raccogliere più di trentamila firme (33.075 al momento della scrittura dell’articolo, Ndr) e che ci ha fatto molto piacere perché ci ha trasmesso l’idea che per Ferrara e non solo Ricicletta è una realtà importante.”
Questa nuova sede a Factory Grisù è da considerarsi definitiva?
“È stato individuato questo spazio, al momento con la possibilità di rimanere al massimo per un anno e mezzo: è quindi ancora una soluzione temporanea, un pensiero doloroso avendo in mente un lavoro di trasloco pesante che abbiamo appena fatto. In questo spazio ci stiamo bene, magari senza rientrare concettualmente nel progetto Factory Grisù (inteso come consorzio di imprese culturali creative, Ndr) ma grazie alla realtà laboratoriale che siamo, sentiamo di avere senso anche in questo contesto.”
Discutiamo anche della vicinanza con realtà vicine all’economia circolare. “In effetti abbiamo fatto alcuni eventi proprio in questo contesto, dove eravamo presenti, partecipando ad esempio ad una giornata con laboratori sul recupero delle ruote e delle camere d’aria e siamo assolutamente inseriti nel concetto di rigenerazione.”
Ma cosa si fa fondamentalmente a Ricicletta? Riparazione e restauro?
“Restauro è una parole fuorviante, solitamente è il termine che si utilizza per una bicicletta molto vecchia che viene riparata o, se è mancante di qualche parte, viene sistemata con i suoi pezzi originali. Noi invece facciamo recupero e rigenerazione di bici abbandonate.
Biciclette che non necessariamente sono molto vecchie, possono essere degli anni Sessanta, Settanta, Ottanta o anche Novanta. Biciclette che sarebbero destinate ad una discarica e che vengono o smontate per recuperare i pezzi o dove vi è la possibilità rimesse in sesto, spesso con molto lavoro, se possibile con pezzi usati o eventualmente anche con pezzi nuovi. Il tutto con l’idea che la bicicletta debba essere alla fine visionata e funzionante in tutto e per tutto: quello che esce è un mezzo non nuovo ma revisionato da cima a fondo.
È importante dire che queste sono biciclette rigenerate che possono costare anche ottanta o novanta euro, una cifra maggiore rispetto a quelle di una parte dell’usato della città, ma bisogna considerare che parliamo di concetti diversi: le nostre sono biciclette ben funzionanti e controllate per cui mediamente non c’è necessità di ulteriori e frequenti assistenze per difetti vari che avvengono nel periodo successivo all’acquisto, come in molti usati a basso prezzo scambiate tra privati.
Ferrara è un pò la città del “a fag tut mi” (faccio tutto io) del “mi sistemo le cose da solo” ed è importante la presenza di una officina come la nostra dove il percorso è davvero quello della riparazione e rigenerazione, all’interno del contesto della cooperativa. Spesso, a livello di ore e costi la bilancia tra spese e prezzo di vendita è in difficile equilibrio, se non in perdita, ma in questo senso si inserisce il discorso sociale che la cooperativa ha interesse di avere, non legato strettamente al profitto.”
All’alba di un nuovo DPCM, che per fortuna ci inserisce in fascia gialla, la notizia di una realtà che sopravvive, che aiuta persone a rientrare nel mondo del lavoro e che supporta una mobilità sostenibile già protagonista della nostra città ci pare, già così, la notizia più bella di cui potessimo scrivere oggi: ben sopravvissuta, Ricicletta.
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Officine Ricicletta si trova nella nuova sede di Via Mario Poledrelli, 21 (presso Factory Grisù).
Orario da lunedì a venerdì: dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30