

La narrazione giornalistica, ma anche la consuetudine della elaborazione umana dei fatti ci spinge a ricordare i grandi eventi collettivi. Quelli che diventano memoria comune, immagini che evocano ricordi, paure, gioie, emozioni.
Così, per esempio il 12 Novembre 2019. Cercando in rete quello che sembra essere l’evento collettivo italiano del giorno è una scena familiare per noi italiani: l’acqua alta a Venezia. Ma non una banale acqua alta: la più grande piena da cinquant’anni, le polemiche su una gestione politica e amministrativa, quella consuetudine a considerarsi un popolo che affronta le emergenze, invece di prevenirle e che ne esce con orgoglio, invece che con vergogna.
Nella nostra città si consuma, a poche ore di distanza ma con la stessa data sul calendario un evento irrilevante per la memoria comune: il passaggio di titolarità di una agenzia di viaggi.

Una persona in pensione, una giovane al timone. Un passaggio di consegne raro in un paese che i giovani li fa raccontare dagli adulti e spiegare dagli anziani, che li categorizza sospesi tra indecisione, leggerezza, destino avverso e poca forza di volontà, senza che ne conseguano politiche e scelte mirate a cambiarne il destino: sono il nostro futuro, ma siamo occupati a riflettere sul nostro presente.
Francesca Tarroni, con fatica, trova la banca che le dà fiducia e immagina di dare spinta ad un settore che conosce, il turismo, per costruirsi il trampolino necessario a spiccare il balzo nella vita. Per essere economicamente indipendente, realizzare i sogni, diventare grande in un paese che te lo impedisce, spesso.
Diventa così la proprietaria di una agenzia viaggi che da più di trent’anni porta il nome di “Grandi Sogni“. Com’è ironico il destino.
“Lavoravo da più di cinque anni, ma avendo avuto la fortuna di nascere in Italia (ironica, ndr), non ho mai avuto un contratto che mi garantisse un contributo, che mi desse credibilità finanziaria. E questo portava al fatto che nessuno voleva darmi un mutuo. Ci è voluto un anno per riuscirci.”
Poche settimane dopo l’inizio di questo già complesso percorso, ecco il Coronavirus.

Stiamo parlando di questa storia perchè incrocia una età che nessuno racconta (quella dei giovani che cercano di entrare nella società) con un settore di cui in fondo non si è parlato mai abbastanza, pur essendo e potendo essere uno dei settori trainanti dell’economia di questa nazione: il turismo. All’interno di una città che racconta sè stessa come attrattiva, vivace, per gli eventi e per la storia che porta con sé.
Francesca ci racconta di un momento di silenzio, in primavera, e di una estate diversa, sottotono nei numeri e particolare nelle persone.
“In estate siamo sempre stati abituati ad organizzare centinaia di viaggi tailor made, ovvero realizzati su misura, con decine e decine di preventivi personalizzati e una clientela affezionata. Quest’anno la maggior parte dei clienti effettivi sono state persone di nazionalità straniera che hanno viaggiato dall’Italia verso varie località.
“In qualche modo sento di definirlo karma: per come sono abitualmente trattati gli stranieri nel nostro paese, il fatto di averli come motore economico è stata una bella rivalsa.”
Perchè questa agenzia lavora da anni con una clientela in larga misura straniera e sembra essere un luogo di uscita dall’Italia, per una vacanza o magari, per sempre.
L’estate è trascorsa incerta e laboriosa, con il discusso bonus vacanze come nemico, perchè richiedeva un sostanziale anticipo da parte dell’agenzia, da ripagare in credito delle tasse l’anno successivo: qualcosa di non sostenibile, per chi sta affrontando il primo anno di lavoro.
E ora, con un certo fatalismo, un nuovo blocco, pochi giorni dopo il primo compleanno, senza che ci sia nessuna di particolare da festeggiare, se non essere in vita: vale per le persone, vale per una attività.

Di fronte a questo nuovo blocco come vedi il 2021?
“La maggior parte delle agenzie vende direttamente per l’anno prossimo, ma è ovviamente difficile: è già complesso vendere qualcosa di immateriale come un viaggio, adesso diventa qualcosa di ancora più complesso. Ho e abbiamo la sensazione di essere stati lasciati da soli, con piccoli importi saltuari ricevuti dallo stato insufficienti ad rendere sostenibile il mantenimento dell’attività.
E non sono una classica cittadina italiana che si lamenta della situazione, ovviamente non c’è una risposta giusta per ogni cosa. Ma al momento, semplicemente, non si sa come tirare avanti e ogni giorno è uno sbattere la testa per trovare una soluzione.
Sicuramente nella discussione pubblica si è parlato di più del mondo dello spettacolo e delle sue difficoltà, nonostante anche nel mondo del turismo si siano fatte manifestazioni e proteste in sedi pubbliche. C’è un fatto: se dessero l’attenzione meritata sarebbe un grosso problema. È comunque il settore più colpito, visto che a catena va ad influenzare anche trasporti, alberghi, ristorazione. Se stai aperto hai pochissimo prodotto da vendere: penso con orgoglio a questi mesi in cui comunque non abbiamo mai fatto un passivo e abbiamo pagato tutte le tasse, ma con le scadenze di fine anno diventerà tutto insostenibile.
In un anno di tempo mi sono solo impoverita: e prima non avevo niente. Era un investimento per la vita, ora sembra una condanna.
Difficile parlare di turismo oggi, difficile parlare di impresa oggi, difficile essere giovani oggi, ancora più di prima: la strada è priva di certezze. Eppure, ci dicono, la vita stessa è un viaggio.
Mark Twain ha scritto:
“Tra vent’anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna.“
Finiamo a parlare di Los Angeles, per caso: Francesca racconta il desiderio di un viaggio da ormai dieci anni, l’agenzia doveva essere il modo per avvicinare il sogno, mentre lo sta allontanando.
Ma questa è la superficie: sotto c’è l’orgoglio (“ci vuole professionalità per avere pareggiato ogni spesa in questi mesi”) il coraggio (“avere il mutuo per l’acquisto è stato quasi un lavoro, durato un anno”) la mente aperta (“sono felice che clienti siano spesso stranieri, per come li trattiamo in questo paese”) e per la resilienza. Da poco, ufficialmente per caso e per necessità, come si dice sempre quando si arriva ad un ruolo senza sentirsene degni, ma sapendo in fondo di volerlo essere, Francesca è anche la nuova presidente del centro sociale La Resistenza.
Cosa che, in fondo ci dice tutto.
Di quella storia ne parleremo presto, quando sarà possibile viverlo di nuovo, un centro sociale. Di questa, invece, ne abbiamo scritto oggi, perchè le nostre vie non sono fatte solo di eventi e personaggi, manifestazioni e opportunità, ma anche e soprattutto di persone che hanno (grandi) sogni. Intanto, ce li teniamo davanti: sarà un successo di tutti essere ancora vivi o aperti o occupati tra qualche mese o anno.
Magari, in volo, qui sopra, pronti ad atterrare.

L’Agenzia di Viaggio “Grandi Sogni” è in Via Garibaldi 171, Ferrara: quest’articolo non è in nessun modo una sponsorizzazione dell’attività, ma solo la descrizione di un incontro per un attimo, in questi tempi difficili, in cui ci pare che raccontare (anche) la normalità sia diventato eccezionale.
Classe 85, vive a Ferrara da vent’anni. Secondo il profilo ufficiale è Infermiere, nel contempo si occupa da anni di giornalismo con l’idea di cercare di raccontare il mondo da una angolazione sempre nuova, con spirito critico ma rivolto al meglio, al domani e al possibile. Ha scritto un romanzo, si chiama “Sfumature” e si occupa di musica con una newsletter settimanale, live report e altro.Qui su Filo, articolo dopo articolo tenta di costruire un mondo più informato, consapevole ed ottimista o, almeno, aderente alla realtà.